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  • Mercoledì 20 settembre 2017

Oltre 220 morti nel terremoto in Messico

A Città del Messico sono crollati numerosi edifici e ci sono molti dispersi e persone intrappolate tra le macerie

Città del Messico (AP Photo/Marco Ugarte)
Città del Messico (AP Photo/Marco Ugarte)

Almeno 225 persone sono morte nel grande terremoto nel Messico centrale di ieri e decine di persone risultano ancora disperse o intrappolate negli edifici crollati (in precedenza la protezione civile aveva parlato di 248 morti, ma le stime sono ancora provvisorie). Il terremoto di magnitudo 7.1 si è verificato alle 13:14 locali di martedì (le 20:14 in Italia) con epicentro nei pressi di Atencingo nello stato di Puebla, a 120 chilometri a sud-est di Città del Messico, dove molti edifici sono crollati o sono rimasti gravemente danneggiati. Nella capitale erano in corso alcune esercitazioni antisismiche, organizzate per ricordare il terremoto del Messico del 1985 (magnitudo 8.1) e in pochi minuti migliaia di persone sono scese nelle strade, alla ricerca di posti sicuri e lontani dai crolli.

Nelle prime ore di oggi, in Italia era metà pomeriggio, il ministro dell’Istruzione, Aurelio Nuño, ha annunciato che a causa del terremoto sono morti 21 bambini e 4 adulti in una scuola elementare di Coapa, a sud-est della capitale. Due bambini e un adulto risultano ancora dispersi nell’edificio, dove le ricerche sono complicate dall’instabilità della struttura.

Il terremoto ha inoltre causato seri danni nelle aree vicine a Città del Messico, con decine di feriti. Per ore è mancata la corrente elettrica nel 40 per cento della città e nel 60 per cento dello stato di Morelos, ora la situazione è in miglioramento, ha comunicato la Commissione federale per l’elettricità del Messico.

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Più della metà delle morti registrate finora si è verificata a Città del Messico, dove la protezione civile ha organizzato decine di squadre di soccorso per il recupero delle persone rimaste intrappolate negli edifici. In molti hanno raccontato di avere sentito odore di gas e di avere visto diversi incendi, causati dalla rottura delle tubature. Subito dopo la forte scossa, molte strade si sono riempite di polvere e detriti a causa dei crolli negli edifici, rendendo più difficile l’evacuazione delle aree a rischio. Chi non è rimasto ferito sta aiutando i soccorritori a cercare tra le macerie le persone rimaste intrappolate.

Il sindaco di Città del Messico, Miguel Angel Mancera, ha detto che i soccorritori stanno lavorando intorno alle macerie di oltre 40 palazzi, crollati o rimasti seriamente danneggiati in seguito al terremoto. Tra i palazzi crollati ci sono un supermercato e una piccola fabbrica, ma le notizie sui danni non sono ancora molto accurate.

Il ministero dell’Istruzione messicano ha detto che le scuole danneggiate dal terremoto sono almeno 209, 15 delle quali con seri danni. Oggi le lezioni sono sospese in buona parte degli stati interessati dal terremoto. A Città del Messico e in altre città, i sindaci hanno disposto che i mezzi pubblici siano gratuiti, per facilitare gli spostamenti della popolazione e cercare di ridurre il traffico, specialmente nella capitale.

Città del Messico è una delle città più densamente popolate al mondo, con oltre 20 milioni di persone che vivono nella sua area metropolitana. Soggetta a un alto rischio terremoto, come buona parte del resto del Messico, la città negli ultimi decenni ha adottato politiche per la costruzione di edifici antisismici.

Il governatore dello stato di Puebla, Tony Gali, ha detto che tra i morti ci sono anche 15 persone uccise mentre stavano partecipando a una funzione religiosa all’interno di una chiesa ad Atzitzihuacan, sulle pendici del vulcano Popocatepetl. Buona parte della chiesa è crollata durante il terremoto.

La protezione civile messicana aggiorna da qualche ora una mappa interattiva su cui sono segnati i punti dove si sono verificati crolli, seri danni agli edifici e dove sono organizzate le attività di soccorso.

Il 7 settembre scorso un altro terremoto, più intenso e di magnitudo 8.1, si era verificato al largo della costa occidentale del Messico, causando numerosi danni e la morte di almeno 98 persone. I due eventi per ora non sembrano essere collegati considerata la distanza di circa 650 chilometri tra i due ipocentri (il punto nel sottosuolo dove inizia a propagarsi la frattura che produce un terremoto), ma i sismologi dovranno analizzare i dati raccolti nelle ultime ore e quelli degli ultimi giorni per capire meglio natura e caratteristiche della nuova scossa. Buona parte del Messico è ad alto rischio sismico, perché il paese si trova sopra tre grandi placche tettoniche. Il terremoto di ieri e quello del 7 settembre hanno coinvolto la placca di Cocos, che nel suo lento movimento verso est sprofonda sotto la placca Nordamericana, sulla quale si trova buona parte del Messico. La placca di Cocos si avvicina di circa 75 millimetri ogni anno, creando tensioni negli strati profondi di roccia che si liberano quando si fratturano, causando i terremoti.

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