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  • Mercoledì 13 settembre 2017

Che squadra è oggi lo Shakhtar Donetsk

Questa sera sarà la prima avversaria del Napoli in Champions League, ma con molte differenze rispetto a qualche anno fa

Paulo Fonseca, allenatore dello Shakhtar Donetsk
e successore di Lucescu (Cal Sport Media via AP Images)
Paulo Fonseca, allenatore dello Shakhtar Donetsk e successore di Lucescu (Cal Sport Media via AP Images)

Questa sera tutti e quattro i club inseriti nel gruppo F di Champions League giocheranno la loro prima partita della fase a gironi. Il Manchester City – considerata la più forte del girone e una delle principali candidate alla vittoria del torneo – giocherà contro il Feyenoord in trasferta, mentre il Napoli giocherà contro gli ucraini dello Shakhtar Donetsk. Shakhtar e Feyenoord sono due squadre valide ma sulla carta inferiori Napoli e Manchester City, che probabilmente finiranno a giocarsi il primo posto negli sconti diretti del 17 ottobre e del primo novembre. Lo Shakhtar, in particolare, non è più la squadra che in molti si ricordano: a causa della guerra in Ucraina ha dovuto fare molti compromessi a partire dalla città in cui gioca fino ai giocatori che può permettersi di comprare, e quelli che ha dovuto vendere.

Gli avversari del Napoli di questa sera vengono da anni lunghi e complicati. Da tre stagioni lo Shakhtar si è infatti trasferito lontano da Donetsk dopo che la città è diventata uno dei centri degli scontri tra milizie filo-russe e esercito ucraino. Anche le strategie societarie, che negli ultimi dieci anni avevano fatto la fortuna del club, sono dovute cambiare e tutta la società vive da tempo in una situazione di semi-precarietà. La squadra, di conseguenza, ha dovuto privarsi dei suoi giocatori stranieri più forti abbassando parecchio il suo livello. Fino a pochi mesi fa lo Shakhtar ha giocato le sue partite casalinghe a Leopoli, città vicina al confine polacco e distante più di mille chilometri da Donetsk: ora si è avvicinato alla sua città e gioca a Kharkiv — che è comunque distante circa trecento chilometri da Donetsk — nello stadio del Metalist, altra squadra fortemente ridimensionata dalla guerra.

Nell’ultimo decennio lo Shakhtar è diventato noto in tutta Europa per avere creato una “colonia” di calciatori brasiliani in Ucraina. Per quanto possa sembrare strano immaginare una dozzina di ventenni brasiliani vivere in una regione mineraria nell’Ucraina dell’est, la cosiddetta “politica brasiliana” ha ben ripagato le cifre spese dalla società per scovare e acquistare dal Brasile alcuni dei migliori talenti del paese. Molti dei brasiliani che oggi giocano nelle più importanti squadre d’Europa – Willian, Fernandinho, Douglas Costa, per esempio – sono passati prima da Donetsk, dove hanno dato un contributo decisivo ai numerosi successi ottenuti dal 2004 ad oggi: otto campionati, sette supercoppe ucraine e una Coppa UEFA vinta in finale contro il Werder Brema nel 2009. Ma negli ultimi anni, per i problemi citati, ad ogni sessione di mercato la presenza di brasiliani nello Shakhtar è diminuita notevolmente, insieme alla forza della squadra.

I rimpiazzi di cui ora è composta la rosa provengono quasi tutti dall’ottimo settore giovanile del club, e gli altri da altre squadre ucraine. Non vengono spesi nemmeno molti soldi come un tempo nelle sessioni di mercato: in estate è arrivato un solo nuovo giocatore, ucraino, e ingaggiato a parametro zero. La squadra che stasera giocherà contro il Napoli è quindi composta per la maggior parte da giocatori ucraini, molti dei quali sono nel giro della Nazionale, insieme agli ultimi sette brasiliani rimasti – fra cui Bernard, Marlos e Dentinho – all’attaccante argentino di origini italiane Facundo Ferreyra e al capitano, il croato Darijo Srna. Sono allenati non più dal Mircea Lucescu, che ha lasciato l’Ucraina lo scorso anno dopo dodici stagioni, ma dal portoghese Paulo Fonseca. Con lui, dopo un anno di adattamento richiesto dai tanti cambiamenti, nella passata stagione lo Shakhtar è tornato a vincere il campionato ucraino, ed è per quello che ora si trova ai gironi di Champions League.

Nonostante gli ultimi buoni risultati a livello nazionale, lo Shakhtar non è più la squadra che qualche anno fa in Champions League era considerata un’avversaria molto difficile da affrontare. Oltre a perdere parecchia qualità, ha una rosa che non sembra abbastanza ampia da poter reggere bene anche una competizione impegnativa come la Champions League, oltre al campionato. Un obiettivo realistico per la squadra potrebbe essere il terzo posto nel girone e la qualificazione all’Europa League, dove il livello è più basso e avrebbe più possibilità di andare avanti: in questo potrebbe essere aiutata dalla sua condizione atletica, dato che il campionato ucraino è iniziato a metà luglio ed è già all’ottava giornata, e quindi i suoi giocatori sono mediamente più in forma di quelli di molte altre squadre europee.

Per la partita di questa sera, il Napoli non può che essere considerato favorito, anche se giocherà in trasferta e contro una squadra probabilmente più in forma. Dopo le belle cose fatte vedere lo scorso anno, in questa stagione la squadra dovrà provare a fare meglio sia in campionato che in coppa, e sembra abbia iniziato a farlo: ha vinto tutte e cinque le partite della stagione da poco iniziata, comprese le due degli spareggi di Champions League giocate contro il Nizza. Nel corso di una conferenza stampa dopo i sorteggi dei gironi di Champions League, l’allenatore del Manchester City Pep Guardiola – secondo molti l’allenatore più forte e influente degli ultimi anni – ha definito il Napoli una delle tre migliori squadre europee. A chi non segue da vicino il calcio può essere sembrata una frase sorprendente, ma il Napoli allenato da Maurizio Sarri si è guadagnato negli ultimi due anni le attenzioni di tutto il calcio europeo: è una delle squadre che gioca meglio delle altre e in modo più spettacolare.

Lo scorso autunno il Napoli passò uno dei momenti più negativi della sua stagione: per alcune settimane smise di vincere sia in Champions League che in Serie A e questo poi influenzò inevitabilmente i risultati stagionali. Come prima cosa, quindi, Sarri ha lavorato per garantire sempre continuità nei risultati, e in questo sarà aiutato dalla fiducia acquisita dai giocatori dopo un anno insieme e dall’ampiezza della rosa, che ora gli permette di rimpiazzare adeguatamente tutti i titolari. La squadra, inoltre, non è cambiata dall’anno scorso: sono state vendute tre riserve e ne sono state acquistate altre tre. I giocatori più giovani hanno un anno di esperienza in più e fin qui si sono dimostrati tutti dei grandi talenti. Non si conosce ancora la formazione con cui il Napoli giocherà stasera: ci potrebbero essere dei cambi sia a centrocampo che in attacco, con la certezza però che il livello della formazione titolare sarà comunque alto.