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  • Martedì 5 settembre 2017

La Francia vuole fermare l’estrazione di idrocarburi sul suo territorio

Il disegno di legge voluto dal nuovo ministro dell'Ambiente ha come obiettivo il 2040, ma in molti lo considerano solo simbolico

Protesta degli ambientalisti nel sud della Francia, Barjac, febbraio 2016 (SYLVAIN THOMAS/AFP/Getty Images)
Protesta degli ambientalisti nel sud della Francia, Barjac, febbraio 2016 (SYLVAIN THOMAS/AFP/Getty Images)

Mercoledì 6 settembre il governo francese presenterà un disegno di legge per vietare l’estrazione di idrocarburi (petrolio e gas) sul suo territorio entro il 2040: non saranno più dati nuovi permessi di esplorazione e non saranno rinnovate le concessioni esistenti. La misura, voluta dal ministro dell’Ambiente Nicolas Hulot, è stata accolta con favore dagli ambientalisti e contestata invece dalle industrie petrolifere. Le ragioni di questa nuova legge hanno a che fare con la volontà di rispettare gli obiettivi dell’accordo di Parigi per fermare il riscaldamento globale e con quella di limitare i rischi di inquinamento, soprattutto in mare, in caso di incidenti.

Il testo della legge prevede di vietare completamente e con qualunque tipo di tecnica la ricerca di idrocarburi non convenzionali, e cioè di quelle risorse (come ad esempio l’olio di scisto) il cui sfruttamento comporta l’applicazione di specifiche tecnologie di recupero. Prevede anche il divieto di ricerca ed estrazione degli idrati di metano che si trovano generalmente sul fondo del mare, mentre prevede un’eccezione: concede infatti la ricerca e l’estrazione del cosiddetto “gas di miniera” (grisù) sia “per ragioni di sicurezza” (questo gas, combinato in varie proporzioni con l’aria dà luogo a miscele tossiche, infiammabili ed esplosive) sia per “ragioni ambientali” (contribuisce al riscaldamento globale).

Il quotidiano francese Le Parisien ha però commentato che il disegno di legge è sostanzialmente «simbolico». Nel 2016 la produzione francese di idrocarburi ha infatti rappresentato appena l’1 per cento del consumo dell’intero paese. Attualmente sono poi solamente 63 le concessione valide di idrocarburi. Il presidente dell’Unione francese delle industrie petrolifere ha fatto sapere che il disegno di legge è solo «politico» e «porterà solo svantaggi al paese». Inoltre, ha spiegato, «non avrà alcun impatto sul consumo di petrolio». Le associazioni ambientaliste, invece, hanno parlato in modo positivo delle nuove misure dicendo che sono «un messaggio politico importante: questo è un segnale e siamo soddisfatti». Francis Perrin, ricercatore dell’OCP Policy Centre, organizzazione indipendente con sede a Rabat, ha spiegato che «la Francia non è un grande paese produttore di petrolio e gas» e che la proposta del governo «non cambierà gli equilibri energetici globali».