Foto dal festival di Burning Man

Quello in cui migliaia di persone creano una città nel deserto, bruciano un grande fantoccio, smontano la città e tornano a casa

(REUTERS/Jim Urquhart via LaPresse)
(REUTERS/Jim Urquhart via LaPresse)

Oggi è l’ultimo giorno del Burning Man, il famoso e strano festival che si tiene nel deserto del Nevada dal 1991 in cui viene costruita una temporanea città del deserto e bruciata un’alta struttura di legno a forma di uomo, detta appunto The Man: ieri durante questa cerimonia un uomo è morto dopo essersi gettato nelle fiamme.

Il Burning Man – che quest’anno è iniziato il 27 agosto e ha avuto circa 70 mila partecipanti – è un festival difficile da inquadrare: ufficialmente è dedicato «alla comunità, all’arte, all’espressione personale e all’autosufficienza», nel tempo è cambiato molto: da raduno contro-culturale tra nerd e appassionati di tecnologia che volevano esplorare liberamente droghe e pratiche sessuali e artistiche, è diventato un evento sempre più alla moda, frequentato da gente in costumi bizzarri e molti ricchi e famosi, che a volte arrivano con jet privati e si servono di camper di lusso.