È morto Walter Becker degli Steely Dan

Aveva 67 anni, era stato cofondatore della band con Donald Fagen, e avevano creato una musica tutta loro

Walter Becker in concerto con gli Steely Dan al Coachella del 2015. (Frazer Harrison/Getty Images for Coachella)
Walter Becker in concerto con gli Steely Dan al Coachella del 2015. (Frazer Harrison/Getty Images for Coachella)

Walter Becker, cofondatore e storico chitarrista della band jazz rock degli Steely Dan, è morto domenica a 67 anni: lo ha confermato il suo sito ufficiale. Becker aveva creato la band insieme al pianista e cantante Donald Fagen e i due erano rimasti insieme – coinvolgendo altri musicisti – dal 1972 fino a oggi, con una pausa tra il 1981 e il 1993 (quando Fagen ottenne un cospicuo successo per una propria carriera da solista). Becker però non aveva partecipato a due importanti concerti che gli Steely Dan avevano tenuto quest’estate a Los Angeles e a New York, e Fagen aveva spiegato che il suo socio si stava riprendendo da un’operazione chirurgica, senza precisarne meglio la natura.

(11 canzoni degli Steely Dan)

Becker era nato nel Queens, a New York, nel 1950, e aveva conosciuto Fagen al Bard College di New York alla fine degli anni Sessanta: insieme avevano fondato gli Steely Dan, una band di grande successo negli Stati Uniti negli anni Settanta, che si distinse rispetto alle tendenze musicali del decennio per una notevole raffinatezza e inventiva musicale, che permise loro di mischiare vari generi, soprattutto il rock, il jazz e il folk, e creare un suono del tutto originale. In tutto hanno registrato nove dischi, l’ultimo nel 2003. Il più famoso e riuscito fu probabilmente Aja, del 1977.
Gli Steely Dan avevano in programma un tour americano imminente, e tre date europee nelle isole britanniche, a Londra e Dublino, a fine ottobre. Donald Fagen ha diffuso un messaggio in cui sembra dire che i concerti saranno confermati.

Walter Becker era il mio amico, il mio writing partner e il mio bandmate da quando ci eravamo conosciuti al Bard College nel 1967. Cominciamo a scrivere canzonette sciocche su un piano verticale che stava in una saletta della lobby del Ward Manor, una vecchia e cadente costruzione sul fiume Hudson che il college usava come dormitorio.
Ci piacevano molte delle stesse cose: mi vengono in mente il jazz (dagli anni Venti fino a metà dei Sessanta), W.C. Fields, i fratelli Marx, la fantascienza, Nabokov, Kurt Vonnegut, Thomas Berger e i film di Robert Altman. E anche la musica soul e il blues di Chicago.
Walter aveva avuto unn’infanzia molto dura, vi risparmio i dettagli. Per fortuna era uno tosto, un chitarrista eccellente e un grande autore di canzoni. Era cinico sulla natura umana, compresa la propria, e molto divertente. Come molti ragazzi che escono da famiglie tormentate, aveva un gusto per le imitazioni creative, per leggere la psicologia nascosta delle persone e per trasformare quello che vedeva in arte, brillante e incisiva. Scriveva delle lettere imitando lo stile originale di mia moglie Libby e tutti e tre ne ridevamo come pazzi.
Le sue debolezze ebbero la meglio alla fine degli anni Settanta, e ci perdemmo di vista per un po’. Negli Ottanta, quando stavo mettendo insieme la NY Rock and Soul Review con Libby, ci ritrovammo, ricostruimmo il progetto Steely Dan e mettemmo insieme un’altra band formidabile.
Intendo mantenere viva la musica che creammo insieme fino a quando posso, con la band degli Steely Dan.
Donald Fagen