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  • Lunedì 28 agosto 2017

La storia dell’infermiere tedesco accusato di aver ucciso almeno 90 persone

La polizia ha scoperto che Niels Högel – arrestato e già condannato per sei omicidi – è coinvolto in quasi duecento morti sospette

(Ingo Wagner/dpa via AP,file)
(Ingo Wagner/dpa via AP,file)

Oggi la polizia tedesca ha accusato l’ex infermiere Niels Högel, già in carcere dal 2015 per omicidio, di aver ucciso almeno 90 persone. Högel, che ha 40 anni, era stato arrestato nel 2005 con l’accusa di tentato omicidio e poi condannato all’ergastolo nel 2015 per aver ucciso sei pazienti iniettando loro una medicina che, in alto dosaggio, poteva causare degli arresti cardiaci. All’epoca non era chiaro quante persone Högel avesse ucciso e, ancora oggi, la polizia dice che il numero dei morti potrebbe essere più alto. Nel corso delle indagini sono stati esumati 134 corpi per verificare la presenza della medicina. Le indagini sono state particolarmente difficili perché i corpi di alcune sospette vittime di Högel sono stati cremati.

L’infermiere ha ammesso di aver iniettato la medicina a diversi pazienti per poi provare a rianimarli e ricevere così ammirazione ed elogi dai suoi colleghi. Non sempre però le sue manovre di rianimazione sono riuscite. Dopo le sue ammissioni nel corso del processo, la polizia ha esteso le indagini e oggi è arrivata a una serie di nuove conclusioni. In almeno altri 84 casi ci sono prove concrete che sia stata usata la medicina che era solito utilizzare Högel. In almeno altrettanti casi ci sono forti sospetti che Högel possa essere coinvolto nella morte dei pazienti, ma le condizioni dei cadaveri non hanno permesso di accertarlo.

Högel era stato arrestato per la prima volta nel 2005, quando un collega lo aveva visto iniettare qualcosa in un paziente che aveva poi avuto una crisi cardiaca. L’uomo si salvò ed Högel venne condannato a 8 anni per tentato omicidio. Durante il processo, una serie di testimonianze rivelarono che probabilmente Högel aveva causato molti altre morti nei vari ospedali dove aveva lavorato. Per questo motivo, nei suoi confronti è iniziò un secondo processo che portò alla sua condanna all’ergastolo nel 2015.