Il capo di Samsung è stato condannato a 5 anni di carcere per corruzione

Lee Jae-yong era stato incriminato perché coinvolto nello scandalo che aveva portato all'impeachment dell'ex presidente sudcoreana

Lee Jae-yong (JUNG YEON-JE/AFP/Getty Images)
Lee Jae-yong (JUNG YEON-JE/AFP/Getty Images)

Lee Jae-yong, vicepresidente di Samsung Electronics e di fatto capo di Samsung Group, il più grande produttore di smartphone Android al mondo, è stato condannato a cinque anni di carcere per corruzione e altri crimini. Lee, il terzo uomo più ricco della Corea del Sud, era stato incriminato nell’ambito dello scandalo che aveva coinvolto l’ex presidente sudcoreana Park Geun-Hye, e che aveva portato al suo successivo impeachment. Lee era stato accusato di fare grandi donazioni alle fondazioni guidate da un’amica di Park, Choi Soon-sil, in cambio di favori politici. Si era sempre detto innocente: aveva sostenuto che le donazioni erano state fatte a sua insaputa, e comunque senza aspettative che l’amministrazione Park ricambiasse il favore.

Lee si stava preparando da anni a ereditare la società di famiglia dal padre, Lee Kun-hee, che aveva lasciato Samsung nel 2008 in seguito a uno scandalo sulla gestione di alcuni fondi illeciti. Il padre di Lee era tornato al comando dell’azienda un paio di anni dopo, ma a causa di un attacco di cuore nel 2014 e delle sue condizioni di salute piuttosto precarie, negli ultimi anni buona parte della gestione aziendale era già passata al figlio Lee.