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  • Giovedì 24 agosto 2017

Conor McGregor, sfavorito

Stanotte il fortissimo e popolare campione di MMA sfiderà uno dei più forti pugili di sempre, e per vincere dovrà inventarsi qualcosa

(Isaac Brekken/Getty Images)
(Isaac Brekken/Getty Images)

Dopo l’annuncio dello scorso aprile e un lungo tour promozionale fra Europa e Stati Uniti, sabato notte Floyd Mayweather e Conor McGregor combatteranno l’uno contro l’altro alla T-Mobile Arena di Las Vegas nell’incontro di pugilato più atteso degli ultimi anni. Il match è così speciale perché sarà combattuto da due dei lottatori più forti degli ultimi tempi e dalle due figure più popolari e discusse degli sport da combattimento. Lo statunitense Mayweather è considerato una leggenda della boxe ed è il secondo pugile nella storia ad aver vinto 49 incontri su 49 disputati: sabato avrà l’opportunità di fare 50 su 50 e superare così il record del famoso pugile italoamericano Rocky Marciano. Ma ha anche 40 anni, si è ritirato nel 2015 ed è tornato in attività solamente per combattere il match di sabato. L’irlandese McGregor, il suo sfidante, ha ben undici anni in meno di lui, ma il pugilato non è il suo sport: è un campione di MMA, dov’è stato finora il lottatore più forte della UFC — la principale lega di MMA al mondo — e il primo e unico a vincere il titolo mondiale della lega in due categorie di peso differenti.

Per l’incontro di sabato Mayweather e McGregor riceveranno più o meno 100 milioni di dollari ciascuno. Anche per questo l’evento è stato parecchio criticato da alcuni noti pugili in quanto ritenuto una mera operazione commerciale e uno show che non ha niente a che vedere con il vero pugilato. Ma sabato sera, dopo tutto quello che si è detto, Mayweather e McGregor saliranno finalmente sul ring e combatteranno, e questa sembra essere la cosa che conta davvero: se sarà un incontro vero o uno show lo si vedrà durante il combattimento.

I dubbi più persistenti — e legittimi — sull’incontro non riguardano tanto l’età e la condizione fisica di Mayweather ma principalmente McGregor, che combatterà in una disciplina diversa dalla sua e che conosce molto meno del suo sfidante, il quale ha dalla sua parte una carriera ventennale interamente dedicata alla boxe: McGregor potrà sostenere un incontro di pugilato quando negli ultimi anni è stato abituato ai ben più brevi combattimenti di MMA? Con la sua tecnica pugilistica poco sviluppata e scarsamente disciplinata riuscirà a tenere testa a uno dei pugili con le qualità difensive migliori che si siano mai viste?

È difficile farsi un’idea di quanto McGregor sia migliorato nella boxe negli ultimi mesi di allenamento, anche perché sono trapelate poche e selezionate riprese delle sue sessioni di allenamento: ha ottenuto la licenza da pugile nel novembre del 2015 ma a rigor di logica nemmeno un talento innato per la boxe avrebbe potuto colmare la differenza tecnica che esiste con un grande campione in così poco tempo. I suoi allenatori e i membri del suo entourage, quando interpellati per delle previsioni in vista del match, hanno citato come punti di forza l’età, la condizione atletica e le caratteristiche fisiche. McGregor è infatti più alto di almeno tre centimetri e più pesante di un paio di chili di Mayweather. Per il resto si è parlato soprattutto del carattere e della sua rapida e per molti versi inaspettata ascesa nel mondo delle arti marziali miste.

Nato nel 1988 a Dublino, McGregor è l’attuale campione dei pesi leggeri e lo scorso novembre ha dovuto lasciare il titolo dei pesi piuma della UFC per inattività. Buona parte della sua popolarità – enorme, anche tra chi non segue le arti marziali – la deve al personaggio stravagante e strafottente che si è creato negli anni. Ha iniziato da giovane nella boxe, della quale ha conservato lo stile dei pugili irlandesi — rapidi, resistenti e poco disciplinati — poi è passato al taekwondo, al kickboxing e anche al grappling, disciplina di sottomissione. A 16 anni ha iniziato a dedicarsi principalmente all’MMA, esordendo tra i professionisti nel 2008. L’impressionante velocità con cui fra il 2011 e il 2013 si è affermato non solo come uno dei più forti e promettenti combattenti di arti marziali miste in attività, ma anche come uno dei più spettacolari, è stata sorprendente anche a detta di molti atleti che erano solito allenarsi con lui e che fin lì erano ben più popolari. Ma gran parte dell’esperienza maturata da McGregor in tutti questi anni servirà a poco o nulla nella sfida di Las Vegas.

L’irlandese ha sostenuto più volte di voler battere Mayweather entro la quarta ripresa, e questa sembra la strategia più logica: McGregor, più giovane e prestante, avrà più possibilità di mettere in difficoltà Mayweather a inizio incontro puntando tutto sulla superiorità fisica. Diversamente, più il match andrà avanti più le possibilità di vittoria di McGregor diminuiranno. Mayweather, dal canto suo, potrebbe difendersi dagli assalti iniziali di McGregor sfruttando soprattutto i clinch, ossia cercando continui corpo a corpo per diminuire la potenza dell’avversario e portare l’incontro il più avanti possibile.

Un’altra ipotesi a vantaggio di McGregor è che in quanto lottatore di MMA non ha un profilo da pugile ben definito e quindi nemmeno conosciuto. Mayweather potrebbe quindi trovarsi in difficoltà a combattere contro un pugile da cui non sa bene cosa aspettarsi perché non ha potuto studiarlo più di tanto. Tuttavia, anche i più esperti sono rimasti cauti nelle previsioni, perché ci si può aspettare di tutto. Una delle incognite maggiori di sabato sera sarà proprio l’imprevedibilità di McGregor, dovuta al fatto che fin dal giorno in cui l’incontro è stato annunciato sa bene che le maggiori difficoltà nella sfida le avrà lui.