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  • Venerdì 18 agosto 2017

Come funziona il VAR

Guida alla cosiddetta "moviola in campo", che sarà utilizzata fin dalla prima giornata in ogni campo di Serie A (e si dice il VAR o la VAR?)

La postazione video del Mapei Stadium di Reggio Emilia (LaPresse)
La postazione video del Mapei Stadium di Reggio Emilia (LaPresse)

L’utilizzo della Video Assistenza Arbitrale (VAR) in Serie A a partire dalla stagione 2017/2018 è stato annunciato lo scorso aprile durante la riunione del consiglio federale della Federazione Italiana Gioco Calcio dal presidente dell’Associazione Italiana Arbitri (AIA) Marcello Nicchi, con un anno di anticipo rispetto a quanto previsto. La notizia è stata poi ufficializzata dalla FIGC e dalla stessa AIA e successivamente la Lega Serie A e le venti squadre del campionato hanno adeguato gli stadi all’utilizzo del VAR, che richiede specifiche telecamere puntate sul campo di gioco e un locale in cui posizionare la postazione video. Nelle ultime settimane il responsabile del progetto VAR Roberto Rosetti e il nuovo designatore arbitrale Nicola Rizzoli sono stati nei centri di allenamento dei club di Serie A per spiegare ai giocatori e agli staff tecnici i modi in cui verrà impiegata la tecnologia nel corso delle partite.

Oggi, durante l’annuale incontro organizzato dall’AIA in vista dell’inizio della Serie A presso il Centro Tecnico Federale di Coverciano, il VAR è stato presentato anche alla stampa; nel pomeriggio Rosetti e Rizzoli hanno poi tenuto un’apposita lezione sul suo utilizzo a giornalisti e telecronisti.

Prima di tutto: “il VAR” o “la VAR”?
Il nome originale della tecnologia – fornita esclusivamente dalla società inglese Hawk-Eye Innovations – è “Video Assistant Referee” e nei documenti ufficiali della FIFA e della Lega Serie A viene abbreviato con l’acronimo “VAR”: in italiano, quindi, “il Video Assistant Referee” o “il VAR”. Si può trovare anche scritto con la variante al plurale “Video Assistant Referees” – abbreviato in “VARs” – ma in questo caso ci si riferisce ai due arbitri addetti alla revisione delle immagini e non alla tecnologia. La corretta traduzione in italiano del nome della tecnologia è quindi la “Video Assistenza Arbitrale”.

Quando viene usato il VAR?
Il VAR potrà essere usato per rivedere quattro specifici casi di gioco, stabiliti dal protocollo internazionale della FIFA valido in tutti i campionati del mondo in cui verrà adottato:

– per stabilire la regolarità di un gol
– per decidere se espellere un giocatore
– per decidere se dare un rigore
– per correggere l’ammonizione o l’espulsione del giocatore sbagliato

I falli di gioco – se non commessi in area di rigore, se non giudicati da espulsione o non decisivi per l’assegnazione di un gol – non saranno oggetti di revisione arbitrale data l’impossibilità di farlo senza interrompere troppo frequentemente le azioni, con il rischio di snaturare il gioco. I quattro casi in cui verrà utilizzato il VAR, tuttavia, comprendono numerose dinamiche di gioco e la maggior parte delle situazioni più delicate che si verificano durante una partita.

Nel periodo in cui il VAR è stato sperimentato offline nel campionato italiano (60 incontri in tutto) si è verificato in media un intervento ogni 3,8 partite.

Chi rivede le immagini, e dove
Ogni società ha allestito all’interno del proprio stadio una stanza (la “Video Operation Room”) dove verranno ospitati gli operatori della Hawk-Eye e i due arbitri addetti al VAR, denominati VAR e AVAR. Se una società non ha potuto organizzare un locale all’interno dell’impianto sportivo, durante il campionato avrà il compito di allestire una postazione esterna allo stadio dotata degli stessi requisiti tecnologici.

Le uniche persone a cui è consentito comunicare con l’arbitro in campo sono i due arbitri addetti al VAR: possono farlo di propria iniziativa (per alcuni azioni, come quelle da gol, è sempre prevista la revisione) o su richiesta dell’arbitro in campo.

A bordo campo ci sarà invece la zona riservata alla revisione arbitrale (la “Referee Review Area”), posizionata tra le due panchine, nei pressi della postazione del quarto ufficiale di gara (il quarto uomo). Da quella postazione l’arbitro in campo potrà decidere di riguardare o meno i replay delle azioni: dopodiché potrà mantenere o modificare la propria decisione. Durante la revisione a bordocampo il gioco sarà ovviamente fermato e non esiste un limite di tempo entro il quale l’arbitro deve far riprendere gioco: spetterà a lui farlo il più rapidamente possibile.

Quali immagini sono sottoposte alla revisione arbitrale?
I due arbitri addetti al VAR avranno a disposizione tutte le immagini prodotte per ogni partita di campionato, raccolte da un minimo stabilito di 12 telecamere. La videoripresa di una partita è affidata al club che la ospita. In Serie A otto squadre producono da sé le immagini delle proprie partite casalinghe (Juventus, Torino, Inter, Milan, Roma, Napoli, Sassuolo, Benevento) mentre tutte le altre hanno affidato la produzione alla Lega Serie A.

L’arbitro in campo vedrà le stesse immagini dei due addetti al VAR, ma su richiesta e una alla volta.

Il livello di tracciamento delle linee del campo – tecnologia necessaria per stabilire i fuorigioco – non ha niente a che vedere con quello che vediamo solitamente alla televisione: è molto più accurato e permette di prendere rapidamente una decisione. Sarà più o meno così (ma lo vedranno solo gli addetti al VAR):

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I due arbitri addetti al VAR avranno a disposizione le stesse immagini, ma con un ritardo di qualche secondo l’uno dall’altro per permettere una revisione più rapida ed efficiente.

Infine, se la tecnologia del VAR dovesse non funzionare per qualsiasi motivo, dalla mancanza di corrente ad altri problemi tecnici, non si verrebbe a creare nessuna interruzione nel gioco e l’arbitro continuerebbe a dirigere la partita con l’aiuto degli assistenti in campo.