Cos’è e come funziona Sarahah

È un'app che permette di mandare messaggi completamente anonimi, ed è molto popolare tra gli adolescenti

Da qualche settimana una nuova app è comparsa nelle classifiche delle app per smartphone gratuite più scaricate in diversi paesi del mondo, e sta generando discussioni anche in Italia: si chiama Sarahah, è stata sviluppata in Arabia Saudita e permette di mandare a chi vi abbia un account messaggi in forma completamente anonima, senza che il destinatario possa rispondere e senza che possa risalire al mittente. Nonostante fosse stata inizialmente pensata per permettere ai dipendenti di mandare messaggi sinceri ai propri datori di lavoro, oggi viene usata per lo più dagli adolescenti solo per mandare e ricevere messaggi anonimi (però occhio alla privacy della vostra rubrica).

Sarahah – parola araba che significa “onestà” – è un servizio creato dal 29enne sviluppatore saudita Zain al Abidin Tawfiq nel 2016. Inizialmente era solo un sito internet che Tawfiq aveva condiviso con alcuni amici, con l’obiettivo di arrivare almeno a un migliaio di messaggi. In pratica si potevano mandare messaggi anonimi conoscendo l’indirizzo dell’account di Sarahah della persona che si voleva raggiungere (nome.Sarahah.com): che naturalmente deve appunto avere un account. Alla fine del 2016, però, i messaggi scambiati sul sito di Sarahah erano ancora circa duecento. Tawfiq decise così di provare qualcosa di nuovo e chiese a un suo amico molto popolare sui social network di cominciare a usare il servizio, creandosi un suo account. Nel giro di pochi giorni il numero degli utenti di Sarahah crebbe in maniera significativa: dai 70 che erano, gli utenti diventarono più di un migliaio. Tawfiq ha raccontato a Mashable che Sarahah cominciò a «diffondersi come un virus» in diversi paesi arabi, e all’inizio del 2017 arrivò anche in Egitto, dove il mercato era più ampio.

Visto il successo di Sarahah nel mondo arabo, Tawfiq decise di fare un passo ulteriore: creare una app che potesse essere usata facilmente sugli smartphone. Contattò una società terza che lo aiutò a svilupparla e il 13 giugno Sarahah arrivò su App Store, per la prima volta con una versione in inglese. Cominciò a essere scaricata in Canada, e poi anche negli Stati Uniti e in Australia: si diffuse soprattutto tra gli adolescenti, che iniziarono a mettere il link del loro account di Sarahah nella descrizione del proprio profilo di Instagram. La svolta, ha raccontato Tawfiq, arrivò però con un aggiornamento di Snapchat, a inizio luglio, grazie al quale è diventato possibile mettere i link all’interno degli snap. Oggi è possibile scaricare Sarahah sia da Apple Store che da Google Play Store. La app è molto semplice da usare: si crea un proprio account, si cerca la persona a cui si vuole mandare il messaggio anonimo, si scrive e si invia.

Molti hanno sottolineato come Sarahah sia un servizio che potrebbe essere usato in maniera molto diversa da come era stato pensato dal suo sviluppatore: cioè per mandare messaggi d’odio e minacce di ogni tipo, alimentando la violenza verbale e il bullismo tra i giovani (qualcosa di simile a quello accaduto con Ask.fm). Da quando ha raggiunto grande diffusione, sui social network sono stati raccontati diversi episodi di cosiddetto “cyber-bullismo” avvenuti attraverso Sarahah. Tawfiq ha spiegato che sono già state prese alcune misure per cercare di limitare il fenomeno e che ne verranno studiate di nuove, ma non ha voluto specificare quali.

Tag: sarahah