Il gran lavoro prezioso delle ong

Ne scrive il direttore di Repubblica per difenderle dal "discredito volgare" e "dalle insinuazioni" di queste settimane

La nave 'Vos Prudence'' di Medici Senza Frontiere arriva a Salerno. (ANSA)
La nave 'Vos Prudence'' di Medici Senza Frontiere arriva a Salerno. (ANSA)

Il direttore di Repubblica Mario Calabresi ha spiegato martedì in un editoriale le ragioni di un’intenzione del suo giornale di raccontare il lavoro generoso e prezioso che fanno molte ong italiane. Calabresi descrive con severità le falsificazioni demagogiche e strumentali che sono state diffuse nelle settimane scorse sull’immigrazione e su chi se ne occupa, mettendole in un contesto generale di calunnie e propaganda che sono diventate la gran parte del dibattito pubblico su ogni cosa, alimentando cinismi e grettezze ignoranti e presentuose: “Perché funzioni, il discredito va diffuso ad ampio raggio, va usato come un’accetta e nessuna distinzione è possibile. Se poi si condisce il tutto con una buona dose di volgarità e di insinuazione, allora si arriva al risultato di gettare il sospetto su un intero mondo”.

Un’onda melmosa, composta di false percezioni, di paure e di sconsiderata propaganda, sta sommergendo il nostro dibattito pubblico, rendendolo sterile e spaventoso. La razionalità è scomparsa da un pezzo, sostituita da emozioni, immagini forti e pericolose semplificazioni. È diventato molto complicato riuscire a ragionare chiamando le cose con il loro nome, rispettando la realtà e le sue sfumature.
Si sono persi di vista numeri e contesti: nessuno ha più il coraggio di far notare che 100mila persone che arrivano dalle coste africane sono certo tantissime e destano allarme (una richiesta di sicurezza che le Istituzioni troppo a lungo hanno sottovalutato) ma sono pur sempre quanto i tifosi di due partite della Roma o del Milan. Li si può contenere in uno stadio e mezzo di un Paese che di abitanti ne ha sessanta milioni. Questo non significa non condividere la necessità di provare a controllare e gestire i flussi migratori e il dovere di combattere i trafficanti di esseri umani, ma significa chiamare le cose con il loro nome e non accendere allarmi sociali che rischiano di devastare la nostra società. Che il senso della realtà sia smarrito lo racconta la percezione dei numeri: gli italiani sono convinti che ormai un quinto della popolazione sia di religione islamica, quando lo è meno di un trentesimo.

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