Anche l’ANAC ha da dire sul caso CONSIP

Una nuova indagine sulla società degli appalti nella pubblica amministrazione – dopo quelle di Roma, Napoli e dell'antitrust – è stata raccontata dal Corriere

(ANSA/CIRO FUSCO)
(ANSA/CIRO FUSCO)

L’Autorità Nazionale Anti Corruzione (ANAC), guidata dal magistrato Raffaele Cantone, ha spedito alla procura di Roma i risultati di una lunga indagini che ha svolto su CONSIP, la società che si occupa di realizzare grandi gare d’appalto pubbliche, già al centro di una lunga e complicata indagine portata avanti dai magistrati della procura di Roma. La relazione è stata ottenuta da alcuni giornalisti del Corriere della Sera. L’ANAC ha successivamente confermato l’esistenza della relazione e alcuni particolari raccontati dal Corriere.

In sostanza l’autorità guidata da Cantone avrebbe rilevato alcune irregolarità o comportamenti sospetti da parte di tre aziende che hanno partecipato alle gare dell’appalto FM4, una gara per assegnare contratti di manutenzione e pulizia di edifici pubblici della durata tra i quattro e i sei anni. L’appalto è diviso in 18 lotti, cioè una serie di appalti più piccoli, che sommati portano il valore totale della gara a 2,7 miliardi di euro. CONSIP ha trenta giorni per rispondere ai rilievi dell’ANAC.

Secondo l’ANAC tre aziende avrebbero cercato di accordarsi per dividersi tra loro le gare, spartendosi i vari lotti a cui partecipare: non è chiaro però se questo sia di per sé un comportamento illegale (del caso si era già occupata l’antitrust, che aveva effettivamente rilevato come le imprese in questione avessero formato un “cartello” e le aveva condannate lo scorso dicembre). L’ANAC sospetta inoltre che le tre aziende abbiano ricevuto diversi tipi di favoritismi da alcuni manager di CONSIP, come informazioni riservate sui bandi di gara e prolungamenti dei tempi di assegnazione delle gare, in modo da consentirgli di mettersi in regola con i complicatissimi codici degli appalti in vigore in Italia.

La più nota delle tre aziende coinvolte è la Romeo Gestioni dell’imprenditore napoletano Alfredo Romeo, indagato per corruzione dalla procura di Napoli, che insieme a quella di Roma sta seguendo il caso CONSIP. Le altre due sono Manutencoop e CNS. La società di Romeo era già stata esclusa mesi fa dalle gare a cui aveva partecipato. CNS, in seguito ad un’altra condanna dell’antitrust (trovate tutta la vicenda spiegata qui), ha rinunciato alle sue offerte, mentre Menutencoop è stata esclusa, ma ha ottenuto una sospensione dell’esclusione facendo ricorso al TAR (la sentenza è ancora pendente).

Non è chiaro se il piano di spartizione delle tre società abbia avuto successo. Romeo Gestioni aveva partecipato a quattro gare vincendone tre, per un totale di 609 milioni di euro. Manutencoop aveva partecipato a cinque gare vincendone quattro, per un totale di 532 milioni di euro. CNS, come abbiamo visto, ha ritirato le offerte per tutte le sette gare a cui aveva partecipato in seguito alla condanna dell’antitrust.

L’autorità anticorruzione è un’autorità di nomina parlamentare con ampi poteri di indagine. Negli ultimi mesi è stata spesso criticata per l’eccessivo concentramento di potere che, secondo alcuni, avrebbe accumulato. Del caso CONSIP al momento si stanno già occupando le procure di Napoli e Roma, che tra le numerose segnalazioni hanno ricevuto anche quelle dell’Autorità antitrust, alle quali, negli ultimi giorni, si sono aggiunte anche quelle dell’ANAC.