È successa una cosa importante sui Bitcoin

Da un paio di giorni c'è una nuova versione della valuta virtuale, nata dall'esigenza di aumentarne il volume: ma non si sa se sopravviverà

(KAREN BLEIER/AFP/Getty Images)
(KAREN BLEIER/AFP/Getty Images)

Dopo mesi di dibattiti e scontri tra gli utenti della valuta virtuale Bitcoin, lunedì ne è stata creata una nuova versione, chiamata Bitcoin Cash, ideata per superare alcuni limiti tecnologici su cui si basa la versione originale. Prima dell’operazione si temeva che l’introduzione della nuova versione della moneta virtuale creasse grandi sconvolgimenti nel valore della valuta, che però perlopiù non si sono verificati.

Alla base della creazione di Bitcoin Cash, che dall’altro ieri è quindi una versione di Bitcoin parallela a quella originale, c’è la necessità di aumentare la portata delle transazioni che si possono fare con la valuta virtuale, e quindi potenzialmente il suo bacino di utenti. Per provare a risolvere la questione la comunità di utenti di Bitcoin – che prende lei stessa le decisioni sulla valuta, visto che non esiste un’autorità centrale – aveva discusso a lungo varie alternative, arrivando a introdurre la settimana scorsa un nuovo aggiornamento del software chiamato SegWit2x, che però non aveva soddisfatto tutti gli utenti della moneta. Capire come mai, tuttavia, non è facilissimo.

Come funzionano i Bitcoin
Semplificando molto: il Bitcoin è una moneta che funziona sulla base di un protocollo peer-to-peer – simile quindi a quello usato per scaricare e condividere i file online – in cui il conio della moneta e le transazioni avvengono e sono garantite da una rete formata dai computer delle persone che usano la moneta. In pratica, su ogni computer è installato un software che gestisce la moneta e non esiste un’autorità centrale che abbia maggiore controllo sul suo valore o sulla sua emissione, come invece succede con le valute normali.

I Bitcoin vengono creati attraverso un processo informatico molto lungo e complicato chiamato mining, cioè “estrazione”. La rete genera e distribuisce monete in modo casuale a intervalli regolari a chi ha attivo sul proprio computer il software. Semplificando, ai dispositivi collegati viene sottoposto un problema crittografico che richiede un enorme numero di prove per essere risolto: dal computer che per primo trova una soluzione parte un avviso per gli altri e la richiesta per avere la proprietà di un nuovo blocco di bitcoin. Tutto questo avviene “all’oscuro” delle persone davanti al computer, è un calcolo che il programma fa autonomamente seguendo input casuali generati dal protocollo. Una volta che un utente è entrato in possesso di un Bitcoin (tramite estrazione con il procedimento appena descritto, oppure comprando Bitcoin con valute reali, oppure ottenendolo come pagamento per vendite o servizi) può depositarlo in un portafoglio virtuale e spenderlo sul web sui siti che accettano questo tipo di valuta.

Che problema hanno i Bitcoin?
Le transazioni economiche su Bitcoin vengono registrate su dei file chiamati blocchi, che messi insieme formano la cosiddetta blockchain – l’ossatura del sistema Bitcoin – che traccia e verifica le informazioni su tutte le transazioni in atto. Ciascuno di questi blocchi, nella tecnologia dei Bitcoin tradizionali, ha una dimensione di circa 1 megabyte e viene confermato ogni 10 minuti: permette di registrare un totale di 1.700 transazioni per blocco, a una frequenza di circa sette al secondo. Sono poche, se paragonate per esempio al sistema VISA, che ne gestisce migliaia e migliaia ogni secondo. Il problema dei limiti alle transazioni su Bitcoin è stato avvertito soprattutto di recente, perché il valore della valuta è aumentato tantissimo, dai circa 750 dollari per unità di gennaio ai 3.000 dollari di giugno, con il risultato di un conseguente aumento nel numero delle transazioni.

Che soluzione è stata trovata
Questo problema nella tecnologia era secondo molti utenti uno dei principali limiti alla diffusione dei Bitcoin: per questo è stato sviluppato SegWit2x, che promette di aumentare le dimensioni dei singoli blocchi a 2 megabyte entro novembre. Il software è un compromesso raggiunto dagli utenti di Bitcoin, che soddisfa chi riteneva fosse necessario aumentare le dimensioni dei blocchi e chi voleva spostare all’esterno della blockchain principale le transazioni più piccole, per liberare spazio (un’operazione a sua volta prevista da SegWit2x). Tra le ragioni per cui molti utenti e sviluppatori sono scettici riguardo all’aumento eccessivo delle dimensioni dei blocchi ci sono i rischi di esporsi maggiormente agli attacchi informatici e quello di doversi affidare a enti esterni per la certificazione delle operazioni.

Ma un’organizzazione cinese di “mining” – cioè che si occupa di produrre bitcoin – che non è rimasta soddisfatta dal compromesso ha sviluppato Bitcoin Cash, un sistema alternativo che sfrutta una blockchain diversa, con blocchi che hanno una capacità di 8 megabyte. Dopo l’hard fork, come è stato chiamato il processo con cui è stata creata la nuova valuta, i possessori di bitcoin che li conservano attraverso gli operatori che hanno aderito al nuovo sistema si sono ritrovati a disposizione sul proprio conto un numero equivalente di Bitcoin Cash, la cui singola unità ha però un valore molto più basso di quella dei Bitcoin: i Bitcoin valgono circa 2700 dollari mentre il valore dei Bitcoin Cash, dopo diverse oscillazioni, è ora intorno ai 440 dollari. Questo è ancora un valore soprattutto speculativo, che non ha senso paragonare con quello della valuta tradizionale. Esistono ora più o meno lo stesso numero di unità di Bitcoin e di Bitcoin Cash, con una leggera discrepanza di poche centinaia su 16,5 milioni che si è creata durante l’hard fork.

Il problema è che solo alcuni dei siti per usare Bitcoin permetteranno di usare i Bitcoin Cash: gli altri hanno detto che non lo faranno perché per ora non c’è certezza che la nuova valuta sopravviverà. La permanenza di Bitcoin Cash dipenderà da quanti utenti decideranno di usare la nuova valuta e da quanti finanziatori decideranno di investirci. Per ora, sembra stia andando comunque bene: Bitcoin Cash è la terza valuta virtuale per valore totale – ammonta a circa 7,6 miliardi di dollari – dopo Bitcoin (44,4 miliardi) e Ethereum (21 miliardi).