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  • Mercoledì 19 luglio 2017

Gli scontri alla Spianata delle Moschee di Gerusalemme

Sono iniziati tre giorni fa dopo la decisione di Israele di installare dei metal detector all'ingresso, solo ieri sera ci sono stati 36 feriti

Un gruppo di fedeli palestinesi poco dopo essere stata allontanata dalle autorità isreliane dal centro di Gerusalemme, 18 luglio 2017 (AHMAD GHARABLI/AFP/Getty Images)
Un gruppo di fedeli palestinesi poco dopo essere stata allontanata dalle autorità isreliane dal centro di Gerusalemme, 18 luglio 2017 (AHMAD GHARABLI/AFP/Getty Images)

Martedì sera ci sono stati nuovi scontri fra palestinesi e poliziotti israeliani nei pressi della Spianata delle Moschee di Gerusalemme, uno dei luoghi più sacri per l’Islam, che si trova nella parte della città assegnata dalla comunità internazionale ai palestinesi ma occupata da Israele. Secondo la versione della polizia israeliana, gli scontri sono iniziati quando un gruppo di palestinesi ha iniziato a tirare pietre e bottiglie ai poliziotti, che hanno reagito lanciando granate stordenti e sparando proiettili di gomma per disperdere la folla. In tutto ci sono stati 36 feriti, compresi due poliziotti.

È stata la terza serata consecutiva di scontri. La tensione è tornata piuttosto alta da domenica, quando Israele ha deciso di riaprire la Spianata dopo l’attentato di venerdì scorso nella città vecchia di Gerusalemme, ma con una misura di sicurezza in più: sono stati installati dei metal detector obbligatori per i fedeli che vogliono entrare, rendendo l’accesso ancora più lungo e complicato del solito. Questo perché secondo le autorità israeliane le armi utilizzate per l’attentato di venerdì erano state nascoste proprio all’interno della Spianata.

– leggi anche: la divisione di Gerusalemme, spiegata

https://twitter.com/LukeReuters/status/887395000182599680

Diversi leader palestinesi hanno criticato la decisione di Israele di installare dei metal detector: il primo ministro Rami Hamdallah ha invitato la comunità internazionale e gli altri paesi arabi e musulmani ad «assumersi la responsabilità […] di fermare le misure della potenza occupante che sono in contravvenzione con tutte le leggi e i trattati internazionali».

Fatah, il partito palestinese moderato di cui fa parte il presidente Mahmoud Abbas, ha indetto per oggi quello che ha chiamato il “giorno della rabbia” (cioè una giornata in cui vengono organizzate proteste e manifestazioni in diverse città palestinesi). Le manifestazioni vere e proprie nei pressi della Spianata delle Moschee sono state invece organizzate dall’associazione islamica che gestisce gli affari religiosi del sito, che ha incoraggiato i fedeli a pregare appena fuori dalla Spianata, in segno di protesta. Non è chiaro se questa forma di protesta proseguirà anche nei prossimi giorni.