Lo sciopero dei mezzi del 20 luglio si terrà solo a Roma e Napoli

I sindacati hanno trovato un compromesso col ministero, ma alcuni scioperi locali si faranno ancora

 ANSA / ETTORE FERRARI
ANSA / ETTORE FERRARI

Uno sciopero nazionale del trasporto pubblico era inizialmente previsto per domani, giovedì 20 luglio 2017. Lo sciopero principale è stato però sospeso dagli stessi sindacati che l’avevano convocato in seguito ad un incontro coi rappresentanti del ministero dei trasporti.

Gli scioperi a Roma e a Napoli

Per il 20 luglio erano previsti anche una serie di scioperi più piccoli che, a differenza di quelli indetti a livello nazionale, non risultano essere stati sospesi (ma potrebbero comunque essere annullati nelle prossime ore).

A Roma inizialmente erano stati indetti due scioperi, uno di 4 ore dal sindacato USB e uno di 24 ore dal sindacato Orsa: la durata di quest’ultimo è stata successivamente ridotta dal prefetto, per uniformare le due agitazioni. L’interruzione dei servizi durerà così solo 4 ore, tra le 8:30 e le 12:30. Gli scioperi riguarderanno sia la rete Atac che quella periferica gestita da Roma Tpl:nelle stazioni della metro che resteranno aperte potrebbero non essere garantiti i servizi di biglietteria o le scale mobili.

A Napoli è invece previsto uno sciopero di 24 ore indetto dal sindacato USB: i servizi sono garantiti tre le 5 e le 8 e tra le 17 e le 20. Qui si possono trovare ulteriori informazioni per gli orari della funicolare.

Come mai ci sono così tanti scioperi
Se non fosse stato annullato, lo sciopero di giovedì sarebbe stato il terzo di 24 ore in un breve periodo di tempo: gli stessi sindacati avevano indetto delle proteste già il 16 giugno e il 6 luglio scorsi. La causa dell’alto numero di scioperi del trasporto pubblico locale è la possibilità, discussa dal governo, di una riorganizzazione del settore. Questa potrebbe comportare la fusione e la privatizzazione di alcune aziende pubbliche di trasporto e, secondo i sindacati, potrebbe portare a numerosi esuberi. In particolare i sindacati protestano contro la possibilità dell’abolizione del Regio Decreto 148 del 1931, che è tutt’ora alla base della regolamentazione del trasporto pubblico locale.