Sala: «Renzi è un po’ indisponente»

Il sindaco di Milano sul PD, il suo segretario e il futuro complicato della sinistra italiana

Matteo Renzi e Beppe Sala al Forum Nazionale del Pd, a Milano il 30 giugno 2017 (ANSA / MATTEO BAZZI)
Matteo Renzi e Beppe Sala al Forum Nazionale del Pd, a Milano il 30 giugno 2017 (ANSA / MATTEO BAZZI)

Dalla sua privilegiata posizione di sindaco di Milano – città relativamente tranquilla e poco problematica, e anzi in grande crescita economica e di attenzioni e centralità nazionale e non solo – Beppe Sala ha commentato in un’intervista con Aldo Cazzullo per il Corriere della Sera la situazione del centrosinistra italiano, parlando dei problemi di Renzi e di quelli che molti hanno con Renzi, e dicendosi pessimista sulla possibilità che si formi una nuova grande alleanza delle forze di sinistra italiane.

Sindaco, lei sta con Renzi o con Pisapia?
«Sto col Pd. Il weekend mi consegna due consapevolezze, una bella una brutta».

La bella?
«Vasco è un mito».

La brutta?
«Non si arriverà a nessuna intesa tra Pd e Insieme prima delle elezioni».

Perché dice questo?
«Lo dico con rammarico, ma vedo qualcosa che si avvicina molto a un’ostilità. Non sarebbe logica; ma il sentimento è questo, e a volte i sentimenti non sono logici. Anch’io ho tentato di richiamare la necessità di un accordo. Si può continuare a provare; ma nella vita tutto ha un tempo. Temo che l’unica soluzione sia che ognuna di queste componenti sfidi non solo l’altra ma tutto l’arco costituzionale, in termini di proposte. Gli elettori decideranno».

Per quale motivo è impossibile un’alleanza vasta di centrosinistra?
«In parte è legato alla personalità di Renzi. Ma onestamente non ho visto segni di convergenza. Ho sentito buone idee, in entrambi i campi. Ripeto: io sto col Pd. Ma nel discorso di Bersani mi è piaciuto ad esempio il passaggio sulla necessità di nuovi investimenti».

Cosa c’è che non va in Renzi?
«Come sempre si torna a lui. Io lo apprezzo, perché non è afflitto dalla tipica voluttà della sconfitta che caratterizza la sinistra italiana. Le primarie gli hanno dato ragione, e le primarie si rispettano. Detto questo, Renzi è un po’ indisponente. Lo sa anche lui. Resta da capire se questo suo modo d’essere fa arrabbiare solo i compagni di viaggio della politica, o anche gli elettori. Lo vedremo presto, alla resa dei conti. Io all’assemblea dei circoli Pd, con la libertà di uno che non ha la tessera, mi sono sentito di fargli presente che le amministrative sono state un campanello d’allarme».

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