Il quadro più pagato di sempre che non lo era

Grazie a una causa tra il mediatore e l'ex proprietario si è saputo che costò circa 90 milioni di dollari meno di quanto si pensava

Grazie a una disputa legale presso l’Alta corte del Regno Unito si è scoperto che quello che si credeva essere il quadro più pagato di sempre, in realtà non lo è. Il quadro in questione è “Nafea Faa Ipoipo” (“Quando mi sposerai?”), dipinto dal francese Paul Gauguin nel 1892 mentre era sull’isola di Tahiti. Si credeva, come scrisse anche il Post, che nel 2014 fosse stato venduto per circa 300 milioni di dollari. Grazie alla disputa legale si è invece saputo che fu venduto per circa 210 milioni di dollari.

Il quadro di Gauguin  – che raffigura due donne locali, una accanto all’altra con uno sguardo enigmatico e sullo sfondo un paesaggio polinesiano – fu venduto in una transazione privata: a venderlo fu Rudolf Staechelin, collezionista svizzero ed ex dirigente della casa d’aste Sotheby’s; a comprarlo fu, dopo quasi due anni di complicate trattative, lo sceicco Tamim bin Hamad al Thani, l’emiro del Qatar.

gauguin(Wikimedia: Paul GauguinBeyeler Foundation)

Non è raro che i dettagli di importanti acquisti di opere d’arte vendute da un privato all’altro rimangano poco chiari, perché non è quasi mai nell’interesse né di chi vende né di chi compra far sapere il valore di una transazione. Il vero prezzo del quadro di Gauguin si è saputo a fine giugno, quando è iniziato il processo in cui il noto banditore d’aste svizzero Simon de Pury, che fece da intermediario per la vendita del quadro, ha fatto causa a Staechelin sostenendo che, per quell’intermediazione, gli furono promessi circa 10 milioni di dollari che non gli sono stati dati.

De Pury, che nel mondo dell’arte è noto come “il Mick Jagger delle vendite all’asta“, mise in contatto e gestì le trattative tra Staechelin e una società del commerciante d’arte Guy Bennett, che trattò a nome dell’emiro del Qatar. De Pury sostiene che gli spettino 10 milioni di dollari in base a un “gentlemen agreement”: un accordo concluso con una stretta di mano e senza la firma di un documento ufficiale. Il suo avvocato Jonathan Cohen ha scritto, in un documento consegnato all’Alta Corte: «È insolito trovare accordi orali, ma nel mondo del mercato d’arte non è così: si continua a operare da gentiluomini, basandosi sulla fiducia reciproca».

Staechelin sostiene invece che de Pury lo ingannò, facendogli credere che l’emiro del Qatar fosse interessato a comprare il quadro per un prezzo ancora più alto di quello a cui fu poi effettivamente venduto. Secondo la versione di Staechelin lui e de Pury, ex compagni di scuola, si incontrarono nel 2012, quando de Pury gli chiese se fosse interessato a vendere “Nafea Faa Ipoipo”, ottenendo come risposta qualcosa di simile a un “sì, ma solo per almeno 250 milioni di dollari”. Sempre secondo la versione di Staechelin dopo quella risposta le trattative si bloccarono e ripresero poi quando de Pury tornò dicendo che l’emiro del Qatar era interessato a pagare circa 230 milioni di dollari. Secondo Staechelin, de Pury mentì sapendo che se avesse detto che l’emiro era disposto a pagare non più di 210 milioni di dollari, la trattativa non sarebbe nemmeno iniziata. Staechelin sostiene che de Pury lo “assillò” per far sì che vendesse quel quadro. «Non l’ho mai assillato», ha detto de Pury.

Il processo è comunque ancora in corso e il New York Times ha scritto che una decisione potrebbe arrivare già entro luglio. Ora che “Nafea Faa Ipoipo” non è più il quadro più pagato di sempre, il suo posto in cima alla classifica è al momento occupato da “Interchanged”, dipinto nel 1955 da Willem de Kooning e venduto nel 2015 per, si pensa, circa 300 milioni di dollari. Ma anche in questo caso non c’è niente di sicuro.