Gli sbagli della diretta Rai su Vasco Rossi

Antonio Dipollina spiega su Repubblica che si sapeva che il concerto non sarebbe stato integrale, e lo si è spiegato male

Vasco Rossi durante il concerto a Modena 
(ANSA/ALESSANDRO DI MEO)
Vasco Rossi durante il concerto a Modena (ANSA/ALESSANDRO DI MEO)

La sera del primo luglio c’è stato il super-concerto di Vasco Rossi a Modena a cui hanno assistito le 220mila persone che avevano comprato il biglietto e le moltissime altre che hanno seguito la diretta su Rai 1 condotta da Paolo Bonolis. La diretta è stata criticata parecchio sui social network per le continue interruzioni di Bonolis tra una canzone e l’altra. In realtà la Rai non ha potuto trasmettere il concerto per intero perché l’evento era stato venduto ad altri; ma per qualche ragione ha deciso di non dare informazioni precise al riguardo, creando delle aspettative che non sono state mantenute, ha spiegato Antonio Dipollina su Repubblica.

La tempesta non perfetta è quella in tv. E con numeri grandiosi, su Rai1 nel sabato sera migliore dell’anno. Cinque milioni e 600 mila spettatori in media, share del 36 %, numeri che fanno sembrare piccoli i 230mila sul posto, ma è stata tutta un’altra storia. Ovvero la storia di una serata partita con grandi chiacchiere e poche canzoni, con Paolo Bonolis a riempire spazi in qualche modo, con i social a dare in escandescenze da subito per la musica negata, a insultare Bonolis e la Rai, a reclamare i soldi del canone e così via. Un bailamme incontrollabile che solo a mezza sera, quando si è capito che il gruppo di canzoni in onda era invece piuttosto robusto è calato d’intensità. Ma nemmeno tanto. Il senso, da trovare, era che l’evento è stato venduto, dagli organizzatori, a pacchetti: l’intero concerto senza interruzioni era riservato ai cinema e inoltre andava salvaguardato il futuro dvd. Ovvero, la Rai non poteva dare tutto il concerto. Che la soluzione sia stata quella di dare in mano a Bonolis gli spazi vuoti è altra scelta non-Rai, ma soprattutto ha messo Bonolis stesso e gli altri nella situazione più difficile del mondo.

E va detto che: ancora pochi minuti prima dell’inizio nessuno sapeva con precisione cosa sarebbe andato effettivamente in onda. Secondo, a milioni erano convinti che sarebbe passato l’intero concerto. Terzo, c’erano anche spiriti raziocinanti che del concerto in realtà si aspettavano pochissimo, magari quattro o cinque canzoni e temevano che il resto sarebbe stato show tv arrabattato in qualche modo (tanto che alla fine questi ultimi sono stati contentissimi delle 28 canzoni trasmesse).

Continua a leggere su Cinquantamila.it