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  • Martedì 27 giugno 2017

In America c’è una caccia al tesoro che ha già ucciso due persone

Un collezionista d'arte dice di aver nascosto una cassa piena di cose preziose in mezzo al deserto, molti vanno a cercarla e si mettono nei guai

(Luis Sanchez Saturno/Santa Fe New Mexican via AP)
(Luis Sanchez Saturno/Santa Fe New Mexican via AP)

Domenica la polizia del New Mexico ha trovato il cadavere di un uomo che ritiene sia Paris Wallace, un pastore del Colorado scomparso da una settimana. Il corpo è stato trovato in una zona particolarmente impervia dello stato e, anche se le procedure di identificazione non sono ancora state completate, la polizia dice di essere sicura che si tratti di Wallace. L’uomo probabilmente è morto mentre partecipava a una caccia al tesoro organizzata da Forrest Fenn, un eccentrico collezionista d’arte, e che ha già provocato la morte di almeno un’altra persona.

Fenn, che è stato un pilota di caccia dell’aviazione militare degli Stati Uniti, ha dato inizio alla caccia al tesoro nel 2010, quando pubblicò le sue memorie: The Thrill of the Chase, “il brivido dell’inseguimento”. Nel libro diceva di aver nascosto una cassa piena di oro e altri tesori e di aver rivelato alcuni indizi sulla sua ubicazione nei 24 versi di un poema incluso nella sua autobiografia. Da allora, secondo Fenn, circa 65 mila persone hanno partecipato alla caccia al tesoro.

Fenn ha detto che il tesoro si trova in un luogo facile da raggiungere persino per un ottantenne, ma gli indizi contenuti nel suo libro hanno spinto centinaia di persone a setacciare alcune delle zone più impervie e pericolose del New Mexico. Il presunto tesoro si troverebbe tra le Montagne rocciose, a oltre 1.500 metri di altezza, in una zona non facile da raggiungere per i soccorritori. L’anno scorso ci vollero sette mesi per ritrovare il corpo di Randy Bilyeu, il primo escursionista a morire nel tentativo di trovare il tesoro di Fenn; i soccorritori trovarono soltanto le sue ossa e ai medici fu impossibile determinare le cause della sua morte.

Sua moglie, Linda Bilyeu, ha definito la caccia al tesoro «una cinica truffa» e ha detto che Fenn «mette a rischio la vita delle persone per i suoi fini egoistici». Ha raccontato che la caccia al tesoro era diventata un’ossessione per suo marito – «La sua mente era stata manipolata» – e ha aggiunto: «Dicono che è morto facendo quello che amava. Non è vero: quello che amava era stare con la sua famiglia e con i suoi amici». Dopo la morte del pastore Wallace, il capo della polizia del New Mexico Pete Kassetas ha chiesto a Fenn di interrompere la caccia al tesoro. Fenn ha rifiutato ma ha detto che nei prossimi giorni farà un annuncio con lo scopo di rendere la caccia più sicura per i partecipanti.

Fenn ha 86 anni e negli anni Settanta e Ottanta è divenuto famoso come collezionista e mercante d’arte delle star. Secondo un ritratto che gli dedicò la rivista People nel 1986, Fenn ha venduto opere d’arte a Gerald Ford, Jacqueline Kennedy, Robert Redford, Cher e Steve Martin. Quando alcuni anni fa gli fu diagnosticato un cancro al rene, Fenn pensò di farsi seppellire con un forziere contenente tutte le sue opere; poi guarì e decise di lanciare la caccia al tesoro. Ha raccontato di aver raggiunto da solo un luogo isolato sulle Montagne rocciose e di aver seppellito una cassa con gioielli e altri oggetti dal valore di circa due milioni di dollari. Fenn non sembra turbato dal fatto che qualcuno sia morto per il suo gioco e molti ci siano andati vicini: «Credo che la più grande tragedia della vita sia non viverla», ha detto in un’intervista al New York Times l’anno scorso.