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  • Lunedì 26 giugno 2017

Sulla portacontainer che si è scontrata con la nave da guerra statunitense dormivano tutti?

È un'ipotesi concreta, ma non spiega perché la nave da guerra non sia riuscita a evitare la collisione in cui sono morti 7 marinai

La USS Fitzgerald con il danno causato dalla collisione con la portacontainer Crystal ( The Yomiuri Shimbun via AP Images )
La USS Fitzgerald con il danno causato dalla collisione con la portacontainer Crystal ( The Yomiuri Shimbun via AP Images )

Gli Stati Uniti e il Giappone stanno indagando sull’incidente del 17 giugno scorso a sud-est della penisola di Izu, dove la nave portacontainer ACX Crystal si è scontrata con il cacciatorpediniere statunitense USS Fitzgerald, causando la morte di sette membri del suo equipaggio. Le informazioni sulle indagini per ora sono riservate e saranno probabilmente necessarie molte settimane prima di avere ricostruzioni affidabili, ma stando alle notizie raccolte dai media statunitensi sembra che la Crystal stesse navigando con il pilota automatico e che nessuno fosse sveglio sulla nave.

Non è invece ancora chiaro come sia stato possibile che nessuno si sia accorto per tempo della portacontainer sulla Fitzgerald, considerato che i protocolli prevedono che ci siano almeno tre uomini di vedetta in diversi punti della nave e altri impegnati a tenere sotto controllo i radar.

L’incidente
La Crystal era partita dal porto giapponese di Nagoya alle 17:30 di venerdì 16 giugno, ed era diretta verso Tokyo a una velocità media di circa 35 chilometri orari. Intorno all’1:30 della notte di sabato 17 giugno, la portacontainer si è scontrata con la Fitzgerald. Subito dopo la collisione, la Crystal ha virato a destra quasi di 90 gradi e poi ha ripreso la navigazione verso est. Solo dopo 30 minuti, la nave ha fatto manovra per tornare indietro e raggiungere nuovamente la Fitzgerald in difficoltà.

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L’equipaggio della Crystal ha segnalato l’incidente alla guardia costiera giapponese quando erano ormai le 2:25, quasi un’ora dopo la collisione. Due ore dopo, la nave ha ripreso la sua navigazione raggiungendo nel pomeriggio di sabato il porto di Tokyo. Gli spostamenti della Fitzgerald non sono invece noti, perché le navi militari non condividono le loro rotte e i dati GPS per il loro tracciamento come fanno le navi commerciali. Sulla base del danno subito dal cacciatorpediniere, lungo la fiancata destra (tribordo), è ipotizzabile che la nave militare stesse seguendo una rotta verso sud.

Le indagini
Le indagini sull’incidente sono numerose. La Marina degli Stati Uniti ne ha avviate due, un’altra è condotta dalla guardia costiera statunitense e almeno un’altra dalla sua controparte giapponese. La compagnia di assicurazioni della Crystal ha avviato inoltre una propria indagine. La portacontainer è registrata a Manila, nelle Filippine, ed è di proprietà di una società di trasporto merci filippina: è lunga 222 metri e può portare fino a 2.858 container. La Fitzgerald è utilizzata dal 1994 ed è lunga 154 metri. Le responsabilità per l’incidente sembrano essere condivise da entrambe le imbarcazioni.

Cosa è successo sulla Fitzgerald
Sulla Fitzgerald al momento dell’incidente ci sarebbero dovuti essere un marinaio di vedetta a babordo, uno a tribordo e uno a poppa, incaricati di scrutare l’orizzonte con i binocoli e di segnalare stranezze ed eventuali avvistamenti via radio, al resto dell’equipaggio all’interno della nave. Sul ponte di comando e nell’area di combattimento radar e altre strumentazioni avrebbero dovuto fornire ulteriori dati su ciò che la Fitzgerald aveva intorno. Il capitano della nave, il comandante Bryce Benson, doveva essere svegliato e attivo per gestire l’imprevisto passaggio ravvicinato. Stando alle informazioni raccolte finora dai media statunitensi, nulla di tutto ciò è accaduto: il cacciatorpediniere navigava normalmente, in una notte tranquilla e con buone condizioni meteo.

USS Fitzgerald

L’improvvisa collisione ha danneggiato la parte centrale della nave, dove c’era anche la cabina del comandante Benson, rimasto ferito nell’incidente. Nei ponti inferiori, l’acqua ha iniziato a entrare dalle falle causate dall’urto con lo scafo della Crystal, allagando due camerate dove stavano dormendo 116 marinai. Hanno lavorato per un’ora nel tentativo di fermare l’acqua, poi hanno inviato un segnale con una richiesta di aiuto. I corpi dei sette marinai morti annegati sono stati trovati ore dopo in altre sezioni della nave, che si era deciso di chiudere con le porte a tenuta stagna per evitare che l’inondazione si propagasse causando l’affondamento del cacciatorpediniere.

Esperti ed ex membri della Marina statunitense hanno espresso in questi giorni il loro stupore, in alcuni casi indignazione, per come sono state gestite le cose sulla Fitzgerald. Le procedure e le regole di bordo rendono praticamente impossibile un incidente di questo tipo, se l’equipaggio segue le indicazioni e sorveglia ciò che accade intorno alla nave e cosa potrebbe incrociare lungo la sua rotta. Un cacciatorpediniere ha inoltre la potenza e le capacità di manovra per cambiare repentinamente rotta in pochi minuti ed evitare una collisione. Le indagini dovranno chiarire perché ciò non sia avvenuto o se ci siano stati tentativi di manovre evasive all’ultimo istante, quando ormai era troppo tardi.

Cosa è successo sulla Crystal
Molte cose restano da chiarire sul comportamento della Crystal. Stando ai dati pubblici sulla rotta seguita quella notte, la portacontainer non ha effettuato nessuna manovra per evitare la Fitzgerald e non ha nemmeno ridotto la velocità di navigazione. Secondo Steffan Watkins, esperto di sistemi di sicurezza marittimi, è molto probabile che la Crystal stesse navigando con il pilota automatico e che non ci fosse nessuno sveglio a bordo, per lo meno non sul ponte di comando. I sistemi automatici dopo l’urto avrebbero corretto la rotta, proseguendo ad alta velocità verso est. Solo in un secondo momento qualcuno a bordo dev’essersi accorto del danno subito dalla nave e dei problemi alla Fitzgerald, decidendo di tornare indietro.

Crystal

La società proprietaria della Crystal ha espresso le proprie condoglianze alle famiglie dei marinai statunitensi, ma non ha fornito altre informazioni sull’incidente. Non ha per esempio confermato o smentito le notizie sul fatto che non ci fosse nessuno sul ponte di comando, o che la nave stesse proseguendo con una rotta preimpostata e con i sistemi di guida automatica attivi.