Si sta votando per i ballottaggi

I seggi del secondo turno delle elezioni amministrative hanno aperto alle 7 in tutta Italia, alle 12 l'affluenza è stata del 14,9 per cento

(LaPresse - Tano Pecoraro)
(LaPresse - Tano Pecoraro)

Oggi, domenica 25 giugno, in diversi comuni d’Italia sono in corso le votazioni per il secondo turno delle elezioni amministrative, cioè i ballottaggi per eleggere il sindaco e i nuovi consiglieri comunali. I seggi sono aperti dalle 7 e lo saranno fino alle 23. L’affluenza alle 12 è stata del 14,9 per cento; al primo turno l’affluenza in quegli stessi comuni era stata del 18,65 per cento. Alle 19 l’affluenza è stata del 31,4 mentre al primo turno alla stessa ora era del 40,66.

I comuni in cui si vota sono 111, e le persone con diritto di voto sono più di quattro milioni. I ballottaggi di oggi servono per eleggere candidati che al primo turno, l’11 giugno, non hanno raggiunto la percentuale di voti necessaria per essere eletti direttamente. In quasi tutti i comuni in cui oggi si va al ballottaggio i candidati sono uno del centrodestra e uno del centrosinistra; il Movimento 5 Stelle è invece rimasto escluso quasi ovunque: l’unico capoluogo di provincia con un candidato del Movimento 5 Stelle è Asti, in Piemonte. A Verona entrambi i candidati sono invece di centrodestra. Qui sotto trovate un breve elenco dei Comuni più grandi che oggi scelgono il nuovo sindaco.

Comunali: ballottaggi / Infografica
(ANSA/CENTIMETRI)

Alessandria
Il ballottaggio sarà tra Maria Rita Rossa, sindaca uscente di centrosinistra che al primo turno ha ottenuto il 32 per cento, e Gianfranco Cuttica di Revigliasco appoggiato da Lega Nord, Forza Italia, Fratelli d’Italia e Alleanza Nazionale (30 per cento al primo turno). L’unico apparentamento è stato quello tra Maria Rita Rossa e Oria Trifoglio, candidata civica che al primo turno aveva ottenuto il 12 per cento. Gianfranco Cuttica di Revigliasco, invece, ha ottenuto – senza alcun apparentamento formale sulle liste – il sostegno da parte di Emanuele Locci, che aveva deciso di lasciare la coalizione di centrodestra e di presentarsi da solo ottenendo al primo turno l’8,2 per cento dei voti.

Asti
Il candidato di centrodestra Maurizio Rasero è stato il più votato al primo turno con il 47,6 per cento. Asti è l’unico capoluogo di provincia in cui il Movimento Cinque Stelle è passato al ballottaggio (dopo ricontrolli e verifiche dei verbali e delle schede di alcune sezioni) ottenendo il 15,3 per cento dei voti: il candidato si chiama Massimo Cerruti e ha superato la candidata del centrosinistra Angela Motta, per solo 6 preferenze. Il risultato di Asti è particolarmente significativo non solo per la differenze percentuali, ma perché la città negli ultimi cinque anni era stata amministrata dal PD.

Como
A Como al primo turno è arrivato primo il candidato di centrodestra, Mario Landriscina, con il 34,8 per cento. Maurizio Traglio, candidato del PD sostenuto anche da altre due liste civiche, si è fermato al 26,9 per cento. Il sindaco uscente era del PD. Uno dei problemi principali a Como durante il primo turno è stato l’astensionismo, che ha superato il 50 per cento. Landriscina ne ha parlato durante uno degli ultimi comizi a cui era presente Giorgia Meloni, di Fratelli d’Italia, e ha detto: «Se toccherà a noi, rappresenteremo le diverse anime della città, la mia da sempre. Mi circonderò di persone che riempiranno le mie lacune e non festeggerò di certo se saranno in pochi ad andare a votare».

Lodi
Andranno al ballottaggio Carlo Gendarini di centrosinistra (30,6 per cento al primo turno) e Sara Casanova, di centrodestra (27,3 per cento). Il centrosinistra ha amministrato la città negli ultimi cinque anni. I giornali locali spiegano che Lorenzo Maggi, arrivato terzo al primo turno e di centrodestra, ha dato il proprio sostegno formale alla coalizione di Casanova che risulterebbe dunque favorita per la vittoria finale. Il centrosinistra, invece, ha più volte ribadito di non voler cercare «apparentamenti vincolati» e sta lavorando per convincere gli indecisi, cercando soprattutto di guadagnare il consenso degli elettori che hanno votato progetti civici. Giuliana Cominetti (7 per cento al primo turno) ha dichiarato: «Siamo civici veri e non possiamo accettare una candidatura imposta da segreterie regionali. Sono certa che gli elettori, che hanno votato le liste civiche e la sottoscritta, sapranno indirizzare le loro scelte consapevolmente attribuendo la loro fiducia al candidato che più si avvicinerà e si impegnerà a realizzare i principi e le linee guida che hanno caratterizzato il nostro programma».

Monza
Il sindaco uscente di centrosinistra Roberto Scanagatti è arrivato primo domenica 11 giugno per soli 35 voti in più rispetto al candidato di centrodestra Dario Allevi. Pierfranco Maffè, candidato vicino a Comunione e Liberazione che al primo turno era arrivato terzo con il 5,2 per cento dei voti, ha annunciato l’apparentamento al secondo turno con il candidato di Forza Italia. Ma parte dei componenti della sua lista ha protestato: hanno scritto una lettera in cui si dissociano dalla decisione. La lista civica che aveva candidato Paolo Piffer al primo turno arrivando al 4,8 per cento (“Civicamente”) ha invece deciso di non dare alcuna indicazione di voto al ballottaggio: «Non è una decisione di comodo, abbiamo preso in considerazione tutte le diverse variabili. Civicamente cercherà di dialogare con chiunque vinca». Negli ultimi giorni, Scanagatti è stato sostenuto da Giuliano Pisapia, ex sindaco di Milano, mentre Allevi ha organizzato comizi e incontri pubblici con Stefano Parisi, Giorgia Meloni, Mariastella Gelmini e Matteo Salvini.

Belluno
I candidati che andranno al ballottaggio sono sostenuti entrambi da liste civiche: domenica 11 giugno al primo posto era arrivato con un buon distacco il sindaco uscente Jacopo Massaro (46,2 per cento), al secondo posto Paolo Gamba (25,1 per cento). Il primo è di area centrosinistra, il secondo di centrodestra. Nessuno dei due candidati ha concluso un apparentamento in vista del secondo turno, nonostante Gamba sia stato in trattative con la Lega Nord per un sostegno formale. Negli ultimi giorni di campagna elettorale entrambi i candidati hanno parlato della possibile composizione della loro giunta: Gamba ha annunciato la volontà di nominare alcune personalità esterne e ha fatto i nomi di Tiziano Baggi, segretario generale alla programmazione in Regione durante il primo mandato di Luca Zaia, per il Bilancio e del critico d’arte Philippe Daverio alla Cultura. Il problema è che già Carlo Gendarini, candidato sindaco a Lodi, aveva annunciato l’intenzione di affidare la delega alla Cultura a Daverio. Quando è stato chiesto a Gamba se lui sapesse del possibile coinvolgimento di Daverio anche a Lodi, lui ha risposto «In ogni caso non ci vedo nessun problema nel fatto che lui faccia l’assessore in due Comuni: a Belluno sarebbe affiancato da una persona del luogo, e il suo ruolo qui sarebbe quello di farci conoscere nel mondo, di aprirci le porte verso l’Italia e l’Europa». Massaro, se diventerà sindaco, ha invece dichiarato che farà «una giunta composta da rappresentanti del territorio, nati e cresciuti nel segno del progetto civico portato avanti negli ultimi cinque anni».

Padova
A Padova, al primo turno, ha vinto il centrodestra con Massimo Bitonci, già sindaco della città, che ha ottenuto il 40,2 per cento dei voti. Il centrosinistra, sostenuto però anche da parte del centrodestra (e cioè da Alleanza Popolare di Angelino Alfano e da alcuni ex bitonciani), era stato distanziato di molto: Sergio Giordani si era fermato al 29,25 per cento. In vista del ballottaggio Giordani ha deciso per un apparentamento formale con Arturo Lorenzoni, candidato di sinistra, che si era presentato con una serie di liste civiche e che aveva ottenuto il 22,8 per cento. Negli ultimi giorni la campagna elettorale è stata piuttosto aggressiva: il candidato della Lega Bitonci ha attaccato il programma di Lorenzoni parlando di “stranieri privilegiati” e “regolarizzazione dei clandestini”. Lorenzoni e Giordani hanno risposto insieme dicendo che sono tutte “falsità” e “mistificazioni” e che circolando anche dei volantini anonimi “stracolmi di balle e offese” che sarebbero legati allo stesso Bitonci.

Verona
A Verona andranno al ballottaggio Federico Sboarina (29,26 per cento) del centrodestra e Patrizia Bisinella (23,54 per cento) che si è presentata con una serie di liste civiche e con il sostegno di Fare!, il movimento politico del sindaco uscente Flavio Tosi. In vista del ballottaggio non c’è stato alcun apparentamento formale, ma Sboarina ha ottenuto l’appoggio di Michele Croce, candidato sindaco della lista civica Verona Pulita (4,9 per cento al primo turno), mentre Bisinella ha ottenuto il supporto dell’ex assessore tosiano Marco Giorlo, uscito dalla giunta tre anni fa. Giorlo si era candidato sindaco con la propria lista “Tutto Cambia” e aveva ottenuto l’1,2 per cento. Il Movimento 5 Stelle, arrivato quarto con il 9,5 per cento, non ha dato alcuna indicazione di voto per il secondo turno e Michele Bertucco, il candidato della sinistra che aveva ottenuto il 4,6 per cento, ha invitato i suoi elettori ed elettrici a non andare a votare. I maggiori problemi in vista del secondo turno sono all’interno del PD la cui candidata Orietta Salemi era arrivata terza con il 22,5 per cento: parte del partito, anche a livello nazionale, ha dato l’indicazione di «votare contro la Lega» e quindi di appoggiare Bisinella (Tosi ha votato sì, come il PD, al referendum sulle riforme del 4 dicembre e negli ultimi giorni un circolo del PD ha inviato Bisinella a esporre il suo programma) e il segretario del PD Matteo Renzi il 23 giugno ha espresso il suo sostegno specificando che Bisinella rappresenta «l’alternanza credibile a Salvini»; alcuni esponenti di una lista molto votata a sostegno di Salemi, “Verona Civica”, hanno invece spiegato di non avere intenzione «di siglare adesioni strategiche». Il vescovo di Verona Giuseppe Zenti, che più volte in passato aveva dato il suo esplicito appoggio a dei candidati alle elezioni, è ancora una volta intervenuto in vista del ballottaggio chiedendo l’istituzione di un assessorato alla Famiglia e spiegando che a livello locale «la Lega Veneta è rappresentata da Zaia, o anche dai leghisti di Verona, che conosco bene, che non sono identificabili con le posizioni e le sparate di Salvini. Sono dei moderati e attenti al sociale vero».

Genova
Domenica 11 giugno a Genova è arrivato primo Marco Bucci del centrodestra con il 38,8 per cento dei voti, seguito da Giovanni Crivello con il 33,4 per cento, sostenuto dal centrosinistra: saranno questi due candidati ad andare al ballottaggio. Negli ultimi giorni si è tenuto un confronto pubblico tra i due, tra fischi, contestazioni, interruzioni continue. Durante il confronto un sostenitore di Bucci sotto il palco ha detto qualcosa a Crivello, che si è alzato, rosso in volto: «Volete sapere cosa mi ha detto? Mi ha chiamato finocchio». Il centrosinistra a Genova appare in lieve difficoltà, considerato che ha amministrato la città per quasi 50 anni e si giocherà l’opportunità di continuare a farlo al ballottaggio. Nel 2012 le elezioni erano state vinte dal centrosinistra di Marco Doria.

La Spezia
Il candidato di centrodestra, Pierluigi Peracchini, era arrivato primo con il 32,6 per cento, mentre il centrosinistra di Paolo Manfredini era arrivato secondo con il 25,07 per cento. Nel 2012 le elezioni erano state vinte dal candidato sostenuto dal PD. Manfredini è sostenuto da PD, PSI, IDV e da tre liste civiche: tra il primo e secondo turno ci sono stati appelli e trattative, ma non è stato raggiunto nessun accordo con i partiti e le liste di centrosinistra che al primo turno si erano presentate da sole. In vista del ballottaggio, Peracchini ha trovato invece l’apparentamento con le liste civiche di Giulio Guerri che, scrivono i giornali locali, «si erano presentate al primo turno con il sostegno del critico d’arte Vittorio Sgarbi e al cui interno trovano posto anche diversi fuoriusciti dal movimento di Beppe Grillo». Guerri, al primo turno, aveva ottenuto il 6,2 per cento.

Parma
A Parma il sindaco uscente Federico Pizzarotti aveva ottenuto il 34,78 per cento dei voti e andrà al ballottaggio con Paolo Scarpa del centrosinistra, che ha raccolto il 32,73 per cento. Pizzarotti era stato eletto alle precedenti comunali con il M5S, di cui ora non fa più parte: si è presentato con una propria lista civica e ha ottenuto un buon successo. Tra il primo e il secondo turno alcuni leader nazionali di centrodestra hanno invitato a votare contro il PD e dunque implicitamente per Pizzarotti: Giorgia Meloni (Fratelli d’Italia-An) ha detto: «Tra la sinistra PD e Pizzarotti non ho dubbi: voterei sempre contro la sinistra e ai miei elettori di Parma direi di sostenere Pizzarotti». Anche la Lega Nord locale ha fatto sapere di voler confermare la linea di Salvini. «Quello che facciamo è invitare al voto che da parte nostra sarà contro il Pd». Il candidato sindaco del Movimento 5 Stelle, Daniele Ghirarduzzi, ha invece invitato a votare per Paolo Scarpa.

Piacenza
La candidata di centrodestra Patrizia Barbieri andrà al ballottaggio con Paolo Rizzi, di centrosinistra: la prima ha ottenuto il 34,8 per cento, il secondo il 28,2 per cento. Repubblica scrive che «a Piacenza, la città di Bersani, la sua candidata Sandra Ponzini sosterrà solo tiepidamente Paolo Rizzi». Ponzini aveva ottenuto il 4 per cento al primo turno. Né Patrizia Barbieri né Paolo Rizzi hanno comunque stipulato alleanze, così sulla scheda di domenica 25 giugno ci saranno solo i simboli delle liste che li hanno sostenuti al primo turno. Il segretario federale della Lega Nord, Matteo Salvini, è stato molto attivo nella campagna elettorale di Piacenza dove è stato tra volte in un mese a sostegno di Patrizia Barbieri.

Lucca
Il ballottaggio sarà tra il sindaco uscente Alessandro Tambellini di centrosinistra (37,5 per cento) e Remo Santini di centrodestra (35 per cento). Tambellini è sostenuto dal Partito Democratico e da alcune liste civiche, Santini è invece sostenuto da Forza Italia, Lega Nord, Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale e liste civiche. Alla scadenza dei termini stabiliti non è stato raggiunto nessun apparentamento ufficiale: a preoccupare il centrosinistra, scrivono i giornali locali potrebbero essere i voti ottenuti da Fabio Barsanti di Casapound, che ha raggiunto quasi l’8 per cento. Barsanti non ha dato alcuna indicazione esplicita, ma viene considerato più vicino, ovviamente, al candidato di centrodestra. Al primo turno il divario tra i due candidati arrivati al ballottaggio è stato di poco meno di mille voti. L’astensione è stata poi molto alta, l’esito finale è dunque molto incerto.

Pistoia
A Pistoia domenica 11 giugno al primo posto è arrivato il candidato di centrosinistra Samuele Bertinelli (37,5 per cento), sindaco uscente della città, che andrà al ballottaggio con Alessandro Tomasi, di centrodestra (arrivato al 26,7 per cento). I due sono stati separati da 4 mila voti e l’esito finale è molto incerto, considerando anche l’affluenza del 55,6 per cento al primo turno. La Nazione scrive che «al centro ci sono tantissimi voti liberi visto che i candidati civici (fra cui un ex Pd) non hanno dato indicazioni di voto dopo la prima tornata». Negli ultimo giorni Bertinelli ha scritto una lettera ai cittadini in cui riconosce alcuni errori commessi durante il primo mandato e in cui promette di migliorare il rapporto con la città e di essere più presente.

Rieti
Il ballottaggio sarà tra il candidato di centrodestra Antonio Cicchetti (47,3 per cento) e Simone Petrangeli, di centrosinistra (che è arrivato al 41,8 per cento). Petrangeli è il sindaco uscente e tra il primo e il secondo turno ha raggiunto l’apparentamento con la lista “Rieti Merita” di Giosuè Calabrese, arrivato al terzo posto con il 5 per cento.

L’Aquila
Nel 2012 aveva vinto il centrosinistra. Domenica 11 giugno il candidato di una coalizione di centrosinistra, di cui fanno parte anche alcune liste civiche e movimenti, Americo Di Benedetto è arrivato al primo posto con il 47,1 per cento dei voti, mentre il candidato del centrodestra Pierluigi Biondisi è fermato al 35,8 per cento. Entrambi si presentano al secondo turno appoggiati dalle liste che li hanno sostenuti al primo turno.

Taranto
Il centrosinistra è arrivato secondo con Rinaldo Melucci, che ha ricevuto il 17,9 per cento dei voti, mentre la candidata di centrodestra Stefania Baldassari ha ottenuto il maggior numero di preferenze al primo turno: il 22,2 per cento. Negli ultimi giorni Melucci ha ottenuto il sostegno di Franco Sebastio, ex procuratore della Repubblica e colui che aveva condotto le indagini sull’inquinamento dell’ILVA. Sebastio si era candidato con alcune liste civiche di sinistra e al primo turno era arrivato sesto con il 9,2 per cento dei voti. Alcune liste e candidati a sostegno di Sebastio si sono però dissociati dalla sua decisione di appoggiare Melucci con il favore di Nicola Fratoianni, segretario di Sinistra Italiana. Scrive il Sole 24 Ore: «Dietro il sostegno di Sebastio a Melucci, così come dietro l’irrobustimento, rispetto al primo turno, della coalizione di quest’ultimo, c’è la regia del governatore pugliese Michele Emiliano, interessato a non far perdere il Comune di Taranto al centrosinistra». Il sindaco uscente di Taranto è Ipazio Stèfano, che era sostenuto tra gli altri anche dal PD.

Lecce
Al primo turno al primo posto è arrivato con un netto vantaggio il candidato di centrodestra Mauro Giliberti con il 45,3 per cento dei voti e andrà al ballottaggio con il candidato di centrosinistra Carlo Maria Salvemini fermo al 28,9 per cento. In vista del ballottaggio c’è stato un accordo piuttosto controverso, tra Salvemini e Alessandro Delli Noci, ex assessore della giunta di centrodestra che aveva governato dal 2012. Delli Noci si era candidato anche al primo turno arrivando terzo con il 16,9 per cento. L’accordo, scrivono i giornali locali, «passa attraverso il riconoscimento politico da parte di Salvemini del ruolo di Alessandro Delli Noci ed è stato annunciato ufficialmente che nel caso di elezione a sindaco di Salvemini, Delli Noci sarà il vicesindaco». Tra i due ci sarà un apparentamento formale sulla scheda elettorale.

Catanzaro
Il candidato di centrodestra Sergio Abramo, già sindaco dal 2012, è arrivato primo con il 39,7 per cento e andrà al ballottaggio con Antonio Vincenzo Ciconte, che si è fermato al 31 per cento. «Sul risultato dell’11 giugno» spiega il Sole 24 Ore «ha influito in maniera pesante il voto disgiunto: il candidato civico Nicola Fiorita (prima della campagna elettorale dato proprio come possibile candidato del centrosinistra) ha ottenuto 10 punti in più rispetto alle liste che lo appoggiavano, strappando voti a Ciconte, che ha ottenuto 13 punti in meno delle liste a suo sostegno». Tra il primo e il secondo turno Ciconte ha lanciato un appello a Fiorita (che in tutto ha preso il 23,2 per cento) per una possibile alleanza, ma Fiorita ha rifiutato.

Oristano
Andrea Lutzu, di centrodestra, è primo con il 29,6 per cento e andrà al ballottaggio con Maria Obinu, di centrosinistra, che si è fermata per ora al 21,84 per cento. Il sindaco uscente era sostenuto dal PD. Entrambi i candidati hanno deciso di non fare alcun apparentamento con altre liste o forze politiche.

Trapani
Al primo turno, il candidato di centrodestra Girolamo “Mimmo” Fazio, sostenuto da alcune liste civiche e dall’UdC, era arrivato primo con il 32 per cento. Dopo essere stato praticamente irrintracciabile per molte ore, ha infine deciso di non presentare entro il termine previsto la lista degli assessori della sua eventuale giunta, requisito necessario per essere ammessi al ballottaggio. Per questo, Fazio di fatto si è escluso volontariamente, lasciando come unico candidato soltanto Pietro Savona del Partito Democratico, che al primo turno aveva preso il 26 per cento dei voti. Al ballottaggio dovrà votare almeno il 50 per cento degli aventi diritto perché l’elezione di Savona sia valida: sarà una percentuale difficile da raggiungere, visto che al primo turno ha votato poco meno del 59 per cento degli elettori. Se voteranno meno persone, Savona non potrà essere eletto e il comune sarà commissariato.