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  • Sabato 24 giugno 2017

Ci siamo abituati a Messi?

Oggi compie trent'anni, ma ultimamente sembra essere passato un po' in secondo piano nelle chiacchiere di giornalisti e appassionati di calcio

(JOSEP LAGO/AFP/Getty Images)
(JOSEP LAGO/AFP/Getty Images)

Quella appena conclusa è stata una delle stagioni migliori dal punto di vista dei numeri per Lionel Messi, considerato da molti il giocatore più forte nella storia del calcio. Ha segnato 54 gol in 52 partite – cioè più di uno a partita, cosa che non gli capitava da due anni – e col Barcellona è arrivato a giocarsi sia la Liga sia la Champions League quasi fino in fondo. Con l’Argentina, è stato decisivo nelle vittorie delle qualificazioni Mondiali contro rivali storiche come Cile, Uruguay e Colombia. Oggi ha compiuto 30 anni, l’età in cui i giocatori vengono considerati nel fiore della loro carriera e celebrati di conseguenza. Eppure, ultimamente sembra essere passato un po’ in secondo piano: non è più considerato il giocatore più forte del momento – ci arriviamo – probabilmente non vincerà il Pallone d’Oro di quest’anno, e in generale sui giornali sportivi italiani si parla sempre meno di lui.

La prima ragione, piuttosto intuitiva, è che il suo rivale storico Cristiano Ronaldo viene da un anno difficilmente replicabile. Dopo aver vinto gli Europei un po’ a sorpresa col Portogallo, la squadra di cui è capitano, ha vinto anche la Liga e la Champions League col Real Madrid, nonostante all’inizio della stagione in pochi li dessero favoriti (soprattutto per la seconda competizione).

Ronaldo, inoltre, ha vinto questi trofei nel modo più visibile in assoluto: segnando in tutte le gare decisive, su tutte la finale di Champions League contro la Juventus. A meno di clamorose sorprese, il Pallone d’Oro di quest’anno lo vincerà lui, ed è lui che in questi mesi viene definito come il giocatore più forte e decisivo del momento (quando si è parlato della possibilità che lasciasse il Real Madrid, qualche settimana fa, si parlava di un prezzo nell’ordine dei 200 milioni di euro, il doppio del record attuale per il trasferimento più costoso nella storia del calcio). Messi, al contrario, quest’anno non ha giocato meglio di altre stagioni, e non ha vinto nessun trofeo.

Argentina v Chile: Championship - Copa America Centenario

(Elsa/Getty Images)

Un’altra delle ragioni per cui Messi è passato un po’ in secondo piano è proprio questa: Messi ha posto così in alto l’asticella di quello che può fare in campo che tutte le volte che fa qualcosa di meno viene percepito come in crisi, in declino, o meno in forma di Ronaldo. Segnare 54 gol al posto di 73 – il suo record storico – significa fare qualcosa di meno; giocarsi un torneo fino in fondo senza vincerlo è qualcosa di meno rispetto a vincere tutto, come ha fatto in diverse stagioni; segnare in alcune partite decisive, ma non in tutte, è qualcosa di meno rispetto alle sue annate migliori.

Quest’anno ha effettivamente giocato alcune partite in maniera meno brillante e decisiva rispetto agli anni scorsi: e forse c’entra anche la stagione così così del Barcellona, che non è riuscito a replicare i successi degli anni scorsi (e che poche settimane fa ha cambiato allenatore). Nel frattempo, però, lui continua a fare gol del genere, e probabilmente continuerà a farli per diversi anni ancora.