• Libri
  • Giovedì 8 giugno 2017

Com’è il nuovo libro di Edoardo Albinati

Lo scrittore che l'anno scorso ha vinto il Premio Strega con un romanzo di 1.300 pagine ha pubblicato ora un racconto di 130, "Un adulterio"

(KODIKARA/AFP/Getty Images)
(KODIKARA/AFP/Getty Images)

Edoardo Albinati, lo scrittore romano che l’anno scorso ha vinto il Premio Strega con La scuola cattolica, ha pubblicato un nuovo libro con Rizzoli: Un adulterio, da oggi in libreria. È un racconto di 130 pagine – La scuola cattolica ne aveva 1.300 ed è il secondo romanzo italiano più lungo di sempre – sulla storia di un uomo e una donna, entrambi sposati con altre persone, che a tre settimane dal loro primo incontro trascorrono insieme un weekend da amanti su un’isola. Barbara Stefanelli sul Corriere delinea i protagonisti e la loro relazione fatta di una «beatitudine transitoria»: «una tristezza insuperabile li punge mentre ancora sono gonfi ed estatici. La felicità è a portata di mano, basterebbe stendere il braccio, sporgersi per sentire se c’è».

adulterio

«Un uomo e una donna. Su un’isola, a fine stagione. Il sole è meno caldo, il mare meno increspato, le spiagge meno affollate, gli hotel e i ristoranti meno azzardati. «Tutto splende». Erri e Clem — quattro lettere per ciascuno nel modo di nominarsi l’uno all’altra — si conoscono da tre settimane e sono sposati con figli: si riservano 48 ore per rinchiudersi in una bolla d’aria e d’amore (d’aria o d’amore?), insieme, da soli. È stato lui a chiamare Clementina soltanto Clem, la prima volta che si sono amati. «Sei proprio bella, Clem». Sarà lei a chiamare Erri per esteso, alla fine del girotondo — «Eraldo» — riconsegnandolo all’araldica medievale. Il nome non è forse la parte più usurata della nostra identità? Tagliarlo/allungarlo, con un’invasione di campo festosa o seria, può scavare uno spazio nuovo nell’ordinarietà e nella conoscenza di sé? Chi saremo diventati, o sapremo di essere, una volta attraversato il mare con un biglietto di andata e ritorno?

Un adulterio. Lo abbiamo vissuto tutti. Fosse anche solo per averlo immaginato ed escluso. Per aver rimpianto di averlo o non averlo fatto. «Mentire, tradire, ingannare, non farsi bastare la vita, perché?». Che cosa ci spinge a conoscere un’altra persona, a cercare noi stessi in un’altra storia, a chiederci se lui è uno qualsiasi, se lei è speciale, se eravamo destinati da sempre e siamo arrivati troppo tardi, o troppo presto, se lui «è l’uomo per me», se lei è l’unica che ti saprà guarire dalla febbre…

Edoardo Albinati torna — dopo La scuola cattolica, un’opera di 1.300 pagine, premio Strega — con Un adulterio (sempre per Rizzoli), una novella di 128, dove quello che accade e ancora può accadere non è mai scontato, dove le ultime pagine sembrano ribaltare le premesse. O forse confermarle, depositandone il senso sotto una luce sfolgorante e tuttavia tagliente, che scompone i pezzi, riduce i corpi a figure geometriche, fa sfarfallare il paesaggio — dentro, fuori — “come dopo aver provato a guardare dritto nel sole»”».

(Continua a leggere su Corriere.it)