Due mostre per conoscere Franco Grignani

A Londra, per la prima volta da 60 anni, saranno esposti i lavori dell'artista e grafico italiano che disegnò il logo di Pura lana vergine

Franco Grignani,Dissociazione dal bordo, 1967
(M&L Fine Art)
Franco Grignani,Dissociazione dal bordo, 1967 (M&L Fine Art)

Quest’estate si tengono a Londra due importanti mostre dedicate a Franco Grignani, pittore e grafico italiano, esponente della Op Art – cioè la corrente artistica che studia e gioca con le illusioni ottiche – e famoso per aver disegnato il logo di Woolmark, “Pura lana vergine”. È da 60 anni che nel Regno Unito non ci sono mostre su Grignani, nato a Pieve Porto Morone, in provincia di Pavia. nel 1908 e morto a Milano nel 1999: la prima sarà fino al 28 luglio alla M&L Fine Art, ed esporrà una ventina di dipinti realizzati tra gli anni Cinquanta e Settanta; dal 5 luglio al 10 settembre la Estorick Collection ospiterà invece una retrospettiva con ulteriori dipinti e lavori di grafica.

Un po’ di opere dalla M&L Fine Art

Oltre che come artista sperimentale e astratto, Grignani è famoso per i suoi lavori da graphic designer con aziende come Pirelli e lo stampatore Alfieri & Lacroix, e soprattutto per aver disegnato nel 1964 il logo di Woolmark, anche se lo riconobbe come suo soltanto negli anni Ottanta. Nel 1963 l’International Wool Secretariat, l’associazione che rappresenta i produttori di lana di oltre 30 paesi, aveva indetto un concorso per scegliere il logo per certificare la qualità della sua lana e Grignani fu invitato a far parte della giuria. La sezione italiana dell’associazione gli chiese di visionare le opere degli artisti italiani in anteprima, le giudicò deludenti e chiese a Grignani di disegnare anonimamente una sua proposta per rimediare. Grignani accettò e il logo, che rappresenta un gomitolo stilizzato e che è allo stesso tempo un’illusione ottica tridimensionale, venne ufficialmente attribuito al designer milanese Francesco Saroglia. Il logo vinse però il concorso e a quel punto Grignani non poté più rivendicarlo; lo fece solo dagli anni Ottanta, quando il suo tocco divenne evidente. La figlia raccontò in seguito che, come vuole il copione in questi casi, lo disegnò una sera a cena.

Woolmark-logo-and-wordmark

Grignani fece parlare di sé anche come direttore artistico della rivista Bellezza d’Italia: ci lavorò negli anni Cinquanta e la cosa lo fece conoscere in Italia e a livello internazionale per le scelte tipografiche neo-futuriste e per le belle copertine.

Copertina-Bellezza-dItalia-1953_m

Ottenne molte commissioni grafiche aziendali e industriali e disegnò le copertine di una serie di libri di fantascienza della casa editrice britannica Penguin. È stato molto prolifico, come si dice: stando al conto della figlia Manuela Grignani si parla di: «14mila lavori sperimentali e fotografie; circa 1.200 dipinti; migliaia di lavori di graphic design, copertine e cose simili». I suoi lavori fanno parte delle collezioni del MoMA di New York, dello Stedelijk Museum di Amsterdam, del Museo d’arte moderna di Varsavia e del Victoria and Albert Museum di Londra.

Un po’ di opere esposte alla Estorick Collection