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  • Giovedì 1 giugno 2017

La libreria più inospitale e ospitale di Washington

È un'istituzione cittadina e spesso citata tra le più belle degli Stati Uniti: e il suo proprietario è un pezzo del suo fascino

Gli scaffali del seminterrato nella libreria Capitol Hill Books a Washington (foto Il Post)
Gli scaffali del seminterrato nella libreria Capitol Hill Books a Washington (foto Il Post)

La libreria di libri usati Capitol Hill Books è probabilmente la più famosa e fotografata di Washington, DC (e compare spesso nelle classifiche online delle librerie più belle degli Stati Uniti), grazie a un’idea disordinata e demodé dell’amore per i libri che trasmette in maniera palesemente sincera e spontanea: diversa dalla studiata ricercatezza di altre librerie della città più nuove o accoglienti (come Politics & Prose o Kramerbooks, per esempio). Ed è una specie di istituzione cittadina: il suo proprietario si chiama Jim Toole ed è un signore insieme burbero e cortese, ma incline alle battute laconiche, che a sua volta si mimetizza nell’immagine sbrigativa e poco leziosa della sua libreria. Comprò la libreria nel 1994 dopo che il suo fondatore era morto, pochi anni dopo averla aperta, e ne fece quello che si mostra oggi. Nel 2004 Toole stava per essere sfrattato e con grande imbarazzo e fastidio fu costretto a chiedere aiuti economici ai fans della sua libreria, e riuscì a comprarsi la casa.

La libreria – che si trova a Capitol Hill, il quartiere a est del Campidoglio e del centro della città – è disposta su due piani e un seminterrato di un vecchio edificio a schiera, e i libri (di ogni genere “salvo i romanzi rosa”) traboccano da ogni parete, scaffale, stanza e ripostiglio (“ci metto i libri di business, che non servono a niente”). Alcune sezioni sono persino nel bagno, altre nel buio seminterrato, strizzate tra contatori del gas, tubature e travi di rinforzo.

L’altro tratto peculiare del panorama sono le centinaia di biglietti affissi agli scaffali sia per indicare – spesso creativamente – le varie sezioni, sia per fornire ulteriori informazioni ma soprattutto sintesi del pensiero e dei gusti del proprietario. Il messaggio generale è “vi sto facendo un favore a ospitarmi nel mio posto, vedete di non disturbare, non rovinare niente e non chiedere cose cretine” (in questa intervista è ancora più chiaro).