Come Giphy vuole fare i soldi

Il famoso motore di ricerca per le GIF è usato ogni giorno da 150 milioni di persone e ha dei piani per non essere più in perdita

Ogni giorno 150 milioni di persone usano Giphy per creare, cercare e condividere GIF animate su siti, social network e applicazioni per scambiarsi messaggi, scegliendo in un catalogo ormai sterminato di miliardi di animazioni e in continua crescita. Solo nell’ultimo anno Giphy ha più che raddoppiato il suo numero di utenti (erano 65 milioni nell’aprile del 2016) ed è il motore di ricerca per GIF più conosciuto e utilizzato online. Eppure, nonostante i suoi numerosi successi, a oggi è ancora in perdita e si mantiene grazie ai finanziamenti di alcuni investitori, speranzosi che un giorno Giphy possa diventare grande e profittevole. Nel complesso Giphy ha raccolto finora 150 milioni di dollari ed è valutato intorno ai 600 milioni di dollari. Ottenuta una solida base di utenti, ora i suoi responsabili vogliono iniziare a produrre ricavi e utili, ma la ricerca di un modello sostenibile non sarà semplice.

Alex Chung, il cofondatore di Giphy, ha spiegato a Business Insider che il suo gruppo di lavoro (70 persone) negli ultimi mesi ha iniziato a esplorare una decina di modelli di business, che potrebbero consentire di produrre nuovi ricavi. Chung iniziò a pensare a Giphy circa quattro anni fa, mentre lavorava in un incubatore di nuove startup. Cercando alcune GIF online attraverso Google e Tumblr, si era reso conto che non esisteva un modo per trovarle facilmente, soprattutto se era necessario cercare GIF su un determinato tema e non un’animazione specifica, per esempio da un film o una serie tv. Le GIF erano inoltre di scarsa qualità, poco definite e sgranate. Chung pensò quindi di elaborare un nuovo sistema per indicizzare le GIF già esistenti online, ma in modo più accurato e creando un motore di ricerca dedicato, che divenne poi Giphy.

Da esperimento, il progetto di Chung in pochi anni è diventato una società vera e propria e il punto di riferimento per milioni di persone. Buona parte del suo successo è dovuta alla catalogazione delle GIF per aree tematiche, oltre che per ciò che mostrano. Se si cerca la parola “felice”, tra i risultati ci sono centinaia di GIF basate su film, serie tv e altri tipi di video. A chi le cerca interessa trovare un’animazione che mostri il proprio stato d’animo, per condividerlo con qualcuno, mentre è secondario che quella GIF sia basata su uno spezzone di un determinato film.

Come gli emoji, le GIF sono diventate un modo rapido e più creativo per mostrare uno stato d’animo o una reazione a qualcuno, soprattutto all’interno delle applicazioni per scambiarsi messaggi o sui social network. Messenger, WhatsApp e iMessage integrano al loro interno sistemi per cercare le GIF rapidamente e condividerle con un messaggio, sfruttando il servizio offerto da Giphy e dai suoi concorrenti. Twitter consente di cercare e inserire una GIF nei tweet con un sistema analogo. Tutte queste soluzioni hanno favorito enormemente la crescita di Giphy, ma finora non hanno portato a grandi opportunità di ricavo per l’azienda.

Chung dice che considerare Giphy un motore di ricerca per le GIF è riduttivo: “Siamo una piattaforma per i contenuti di breve durata, dalla comunicazione all’intrattenimento. Nel futuro il nostro modello sarà alternare queste due identità”. Giphy ha stretto accordi con molti dei principali produttori di contenuti tradizionali e online come HBO, Netflix e le emittenti televisive per creare milioni di GIF che mostrano brevi scene dalle loro serie e programmi televisivi più conosciuti. Sono raccolte in canali tematici, suddivisi in base ai produttori, e possono essere cercate normalmente insieme a tutte le altre GIF e usate senza particolari problemi di diritti. Queste sezioni sono molto frequentate e ormai un utente su due le utilizza per proprio divertimento, non per trovare la giusta GIF da condividere con gli amici. Ogni giorno su Giphy vengono visualizzati l’equivalente di 4 milioni di ore di contenuti. C’è quindi una grande opportunità per aggiungere annunci pubblicitari o forme di promozione con i produttori di contenuti, per indurre per esempio i visitatori di Giphy ad attivare un abbonamento su Netflix.

I responsabili di Giphy stanno comunque lavorando a soluzioni di vario tipo per produrre qualche ricavo: vogliono sperimentare il più possibile e non si rassegnano all’idea di usare solo sistemi tradizionali come i banner pubblicitari, a oggi la principale fonte di ricavo per tutti i grandi servizi online. Giphy ha per esempio messo insieme un gruppo di grafici e creativi che si occupa della produzione di GIF originali, che possono essere vendute a chi vuole promuovere i suoi prodotti.

Giphy ha anche iniziato a sperimentare applicazioni di vario tipo per smartphone, per creare GIF con la loro fotocamera e condividerle facilmente attraverso le applicazioni per i messaggi, o sui social network. Lo scorso anno ha anche acquisito Imoji, per inserire adesivi e altri elementi sopra le GIF. Giphy Says, un’altra app, serve invece per realizzare GIF con sottotitoli, che si creano automaticamente grazie a un sistema di riconoscimento vocale mentre si gira un video con lo smartphone. Nessuna di queste app ha però ottenuto molto successo, anche perché ci sono società molto più grandi che offrono servizi simili direttamente all’interno delle loro applicazioni, come Instagram e Snapchat.

La risorsa più importante per Giphy per ora continua a essere la sua presenza nelle applicazioni degli altri. Il resto sono esperimenti che potrebbero portare in futuro a nuovi servizi e a opportunità di produrre qualche ricavo in più. Il problema è che nel frattempo potrebbero nascere motori di ricerca concorrenti: Google nell’ultimo anno ha lavorato molto per migliorare i sistemi per cercare le GIF e certo non gli mancano le risorse per fare ancora meglio. Chung non sembra essere comunque preoccupato: “Siamo avanti anni luce rispetto a tutti gli altri e abbiamo un marchio e molti accordi con altre aziende. In questo contesto Google siamo noi”.