Che cos’è la “APE social”

È l'anticipo pensionistico per disoccupati e per chi fa lavori usuranti o assiste persone in difficoltà: chi può prenderla e come

(GIORGIO BENVENUTI/ANSA /TO)
(GIORGIO BENVENUTI/ANSA /TO)

Ieri il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto attuativo della cosiddetta “APE social” (o, più correttamente, “sociale”), cioè la norma che consente a disoccupati e altre persone che si trovano in una situazione difficile di ricevere un assegno mensile che faccia da ponte fino al raggiungimento dei requisiti per ricevere una pensione. APE è un acronimo che sta per “anticipo pensionistico”. L’APE sociale è in vigore dal primo maggio, ma a causa di ritardi tecnici il decreto che la attua è stato definitivamente approvato soltanto ieri. Chi vuole fare domanda per ricevere l’APE sociale ha tempo fino al 15 luglio e riceverà retrodatati gli assegni dei mesi tra maggio e la data di approvazione della domanda.

Chi può ricevere l’APE sociale

Sul sito dell’INPS è possibile vedere la lista di chi ha diritto all’APE sociale. Possono riceverla coloro che hanno compiuto 63 anni di età (i nati fino al 1954, quindi) e che non ricevono già un’altra pensione se sono stati licenziati e sono al momento disoccupati, oppure se assistono persone in difficoltà o se hanno svolto lavori particolarmente usuranti. Grazie all’APE sociale queste persone avrebbero un sostegno al loro reddito che potrebbe arrivare fino ai 1.500 euro lordi mensili finché non raggiungano l’età per ricevere la pensione. Come spiega l’INPS:

L’indennità è pari all’importo della rata mensile di pensione calcolata al momento dell’accesso alla prestazione (se inferiore a 1.500 euro) o pari a 1.500 euro (se la pensione è pari o maggiore di detto importo). L’importo dell’indennità non è rivalutato.

L’APE sociale è la prima norma del pacchetto sull’anticipo pensionistico a essere approvata. L’anticipo pensionistico, o APE appunto, è la norma che permette a chi ha almeno 63 anni ma non ha i requisiti necessari a ricevere l’APE social, di andare in pensione in maniera anticipata rinunciando a parte del suo assegno pensionistico: dovrebbe essere il 4,6 per cento per ogni anno di pensione anticipata rispetto all’entrata in vigore naturale della pensione di vecchiaia. Questa “APE volontaria”, come si chiama in gergo, non è stata ancora approvata definitivamente dal Consiglio dei ministri e il decreto attuativo dovrebbe arrivare nelle prossime settimane.