L’Antartide sta diventando verde

Poco poco, e non è una buona notizia: i ghiacci si ritirano e al loro posto crescono muschi e altri vegetali, sintomi preoccupanti

di Chris Mooney - The Washington Post

(Matt Amesbury)
(Matt Amesbury)

In Antartide i ricercatori hanno scoperto formazioni di muschio in rapida crescita sulla penisola settentrionale del continente ghiacciato, a vistosa dimostrazione del cambiamento climatico in corso nelle parti più remote e fredde del pianeta. Col riscaldamento degli ultimi 50 anni, gli scienziati hanno individuato due diverse specie di muschio protagoniste di un’accelerazione nella crescita passata in media da meno di un millimetro all’anno a più di tre.

«Si pensa all’Antartide, abbastanza correttamente, come a un posto del tutto coperto di ghiaccio, ma il nostro lavoro mostra che ci sono superfici verdi e che in prospettiva lo diventeranno ancora di più», ha detto Matthew Amesvbury, un ricercatore dell’università britannica di Exeter che è l’autore principale del nuovo studio. «Anche questi ecosistemi piuttosto remoti, che si immaginano relativamente incontaminati dal genere umano, stanno mostrando gli effetti del cambiamento climatico prodotto dagli uomini».

Lo studio è stato pubblicato giovedì sulla rivista Current Biology da Amesbury e dai suoi colleghi della Cambridge University, della British Antarctic Survey e della University of Durham. Meno dell’1 per cento dell’Antartide odierna ospita vita vegetale. Ma in alcune parti della penisola il muschio cresce sul suolo ghiacciato durante il disgelo estivo, che riguarda solo una trentina di centimetri di terreno. Il muschio superficiale crea uno strato sottile durante l’estate, poi si congela durante l’inverno. Man mano che nuovi strati crescono sui precedenti, il vecchio muschio affonda nel terreno ghiacciato dove viene conservato dalla temperatura. Questo, spiega Ames, permette di avere un “archivio cronologico dei cambiamenti”.

Campioni di suolo da un’area larga 650 chilometri lungo la parte settentrionale della penisola hanno mostrato cospicui sviluppi nei cicli di crescita risalenti fino a 150 anni fa. La penisola antartica è stata protagonista di un rapido riscaldamento, con più giorni all’anno in cui le temperature salgono al di sopra della temperatura di congelamento. La consequenza, sostiene la ricerca, è stata un aumento tra le 4 e le 5 volte della crescita del muschio negli strati più recenti.

«È un altro indicatore che l’Antartide sta andando indietro nel tempo geologico: che è realistico, se si considera che i livelli di CO2 nell’atmosfera sono già cresciuti a livelli che il pianeta non conosceva dal Pliocene, 3 milioni di anni fa, quando lo strato di ghiaccio antartico era più sottile e il livello del mare più elevato», ha detto Rob DeConto, glaciologo della University of Massachusetts di Amherst, interpellato dal Washington Post sulla ricerca. «Se le emissioni di gas serra proseguono senza controlli, l’Antartide arretrerà ulteriormente nel tempo geologico, forse sulla penisola torneranno persino gli alberi, un giorno, come durante i climi del Cretaceo e dell’Eocene, quando il continente era libero dei ghiacci».

Gli autori concordano che i cambiamenti osservati oggi sono probabilmente solo l’inizio. «Uniti alle nuove aree liberate dal ritiro dei ghiacciai, porteranno ad alterazioni su larga scala del funzionamento biologico, dell’apparenza e del panorama della penisola antartica nel resto del XXI secolo e oltre».

La crescita del muschio è tuttora modesta rispetto a quanto sta avvenendo nella regione artica dove una tendenza alla crescita del verde su ampia scala è stata rilevata dai satelliti. Nell’Artide la crescita vegetale è tale che alcuni scienziati sperano che possa in parte compensare le emissioni di anidride carbonica generate dal disgelo del permafrost. Sono scenari probabilmente lontani in Antartide, ma è chiaro che il continente sta cambiando.

©2017 The Washington Post