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  • Giovedì 11 maggio 2017

Chi vince tra un maestro di arti marziali cinesi e un lottatore di MMA?

Un lottatore di MMA ha sfidato e battuto in pochi secondi un maestro di tai chi, per dimostrare la superiorità della sua tecnica: ma in Cina non l'hanno presa bene

Il maestro di tai chi Wei Lei, a sinistra, contro il lottatore di MMA Xu Xiaodong a Chengdu, in Cina, il 27 aprile 2017 (Imaginechina via AP Images)
Il maestro di tai chi Wei Lei, a sinistra, contro il lottatore di MMA Xu Xiaodong a Chengdu, in Cina, il 27 aprile 2017 (Imaginechina via AP Images)

In Cina si sta discutendo di nuovo della superiorità delle arti marziali miste (in inglese “mixed martial arts”, MMA) sulle arti marziali tradizionali cinesi, che tutte insieme vanno sotto il nome di “wushu”. La questione secondo molti è ormai chiusa, dato che più volte campioni di judo, kung fu e karate sono stati battuti da lottatori di MMA, ma si è riaperta quando il lottatore di MMA cinese Xu Xiaodong ha cominciato ad accusare i maestri di wushu di essere dei truffatori e degli ipocriti, sfidandoli per dimostrare che le loro tecniche di combattimento sono ormai solo delle inefficaci sceneggiate. Alla fine la sfida è stata raccolta dal maestro di tai chi Wei Lei: i due hanno combattuto il 27 aprile e Xu ha vinto, anzi ha stravinto, visto che è riuscito a battere Wei in circa dieci secondi.

L’incontro tra Xu Xiaodong e Wei Lei, avvenuto a Chengdu; la lotta inizia dopo il minuto 1:20 e finisce quasi subito:

La MMA è uno sport di lotta nato nel secondo dopoguerra e diventato popolare soprattutto dagli anni Ottanta che prende spunto da varie arti marziali: in sostanza ci si mena molto finché uno dei due contendenti va KO oppure perde ai punti. Anche se è molto violento ha comunque delle regole, per esempio non si può mordere l’avversario, sputargli addosso o cavargli gli occhi (c’è stato bisogno di esplicitarlo). Le arti marziali tradizionali cinesi – che sono centinaia – col tempo sono diventate più un’attività spirituale che di vero combattimento, soprattutto il tai chi, che comunemente viene associato agli esercizi di respirazione fatti nei parchi, e il qigong, un’altra disciplina che ha a che fare più con la meditazione che con la lotta.

Il video del combattimento tra Xu e Wei è girato moltissimo in Cina e ci sono state varie reazioni. L’Associazione cinese di wushu, che è gestita a livello statale, ha pubblicato sul suo sito un comunicato in cui ha detto che il combattimento «ha violato la morale delle arti marziali» e anche l’Associazione cinese di lotta ha fatto critiche simili, così come moltissime persone sui social network che sono intervenute in difesa delle arti marziali tradizionali e hanno accusato Xu di aver offeso la cultura cinese. Anche il miliardario Jack Ma, il presidente del grande sito di e-commerce Alibaba, è intervenuto contro Xu dato che nel suo tempo libero pratica le arti marziali: Ma ha detto che le arti marziali tradizionali hanno più a che fare con la filosofia e la disciplina che con il combattimento. Anche tra chi pensa che Xu avesse il diritto di sfidare i maestri di wushu ritiene che abbia esagerato con Wei, perché il tai chi e le altre arti marziali tradizionali non sono uno sport competitivo o comunque non nel modo in cui lo è la MMA. I sostenitori delle arti marziali tradizionali dicono anche che la sconfitta di Wei non significa nulla e in questo Xu è d’accordo: per questo ha sfidato anche i maestri di altre discipline.

Alcuni giorni dopo il combattimento con Wei, l’account di Xu su Weibo, uno dei principali social network cinesi, è stato cancellato dalle autorità per porre un limite alla controversia; peraltro in questo modo Xu è stato privato di una fonte dei suoi guadagni visto che era molto popolare sul social network e lo usava per comunicare con i suoi fan – più di 350mila – rispondendo alle loro domande a pagamento. Xu aveva detto a BBC di non sapere perché il suo account fosse stato cancellato, prima di rifiutarsi di rispondere a ulteriori domande, come ha fatto anche con il New York Times. In un messaggio circolato online, Xu ha detto di «aver perso tutto» e di essere stato frainteso dalle persone, che lo hanno accusato di essere un ciarlatano quando il suo intento era proprio smascherare degli impostori. Xu ha anche pubblicato un video di scuse in cui diceva di essere stato troppo arrogante verso le arti marziali tradizionali.

Intanto il multimilionario Xu Sheng, fondatore dell’azienda di bevande Tiandi No 1, ha scritto sul suo profilo Weibo che sta cercando dei maestri di arti marziali tradizionali per sconfiggere Xu Xiaodong: ha promesso un premio di 1,5 milioni di yuan per chi lo batterà e 500mila a chi ci proverà senza riuscirci. Molti lottatori hanno contattato l’imprenditore per accettare l’offerta, ma nel frattempo Xu Xiaodong, probabilmente spaventato dall’eccesso di critiche nei suoi confronti, è sparito dalla circolazione: se si prova a chiamare la palestra dove normalmente si allena, ai giornalisti viene detto che Xu non è disponibile per interviste, mentre chi è andato sul posto, come la giornalista del New York Times Didi Kirsten Tatlow, ha trovato la porta chiusa a chiave.