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  • Lunedì 8 maggio 2017

Una fotografa di guerra ha scattato delle foto all’esplosione che l’ha uccisa

Faceva parte dell'esercito americano in Afghanistan: le immagini sono di quattro anni fa ma sono state diffuse solo recentemente

di Derek Hawkins – The Washington Post

L'esplosione che ha ucciso Hilda Clayton e altre quattro persone (U.S. Army/Hilda Clayton)
L'esplosione che ha ucciso Hilda Clayton e altre quattro persone (U.S. Army/Hilda Clayton)

Quasi quattro anni fa la fotografa di guerra dell’esercito americano Hilda Clayton stava documentando un’esercitazione in Afghanistan quando senza preavviso la canna di un mortaio le esplose accidentalmente davanti. Clayton, che aveva 22 anni, fu uccisa dall’esplosione insieme a un fotografo delle forze armate afghane che stava addestrando e tre soldati dell’esercito nazionale afghano. Altre undici persone vennero ferite.

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(U.S. Army)

Nell’istante prima dell’esplosione del mortaio Clayton scattò un’ultima foto, come fece anche il fotografo che stava addestrando. Lunedì scorso l’esercito americano ha pubblicato le immagini nel numero di maggio-giugno di Military Review, la rivista dell’esercito. Le foto, mai diffuse prima, forniscono la visione inquietante degli ultimi momenti della vita di una soldatessa, immortalando la frastornante esplosione di fuoco, fumo e detriti che ha ucciso cinque persone.

Nel breve articolo sull’episodio Military Review ha lodato il servizio prestato da Clayton, scrivendo che la soldatessa è morta documentando «un momento critico» della guerra in Afghanistan. «La storia non era il combattimento ma la collaborazione tra le forze americane e quelle afghane, che era necessaria per stabilizzare l’Afghanistan», ha scritto Military Review. «Clayton non ha soltanto contribuito a documentare le attività finalizzate a definire e rafforzare la collaborazione, ma ne ha anche condiviso il rischio partecipandovi», si legge nella rivista. «La morte di Clayton simboleggia come le soldatesse siano sempre più esposte a situazioni rischiose durante l’addestramento e in combattimento, allo stesso livello dei loro colleghi maschi».

Clayton è stata il primo caso di specialista nel settore della realizzazione di foto e filmati di guerra dell’esercito a essere uccisa in Afghanistan, ha detto l’esercito. Bill Darley, direttore di Military Review, ha raccontato a Time che a far notare le foto alla rivista è stato un membro dello staff che aveva prestato servizio con Clayton, secondo cui le immagini potevano essere un’occasione per renderle omaggio, dal momento che l’ultimo numero della rivista si occupa delle questioni di genere all’interno dell’esercito americano.

Dopo che le immagini hanno iniziato a circolare molto su internet, la rivista ha scritto: «Questo numero di Military Review si concentra sulla promozione dei concetti di uguaglianza di genere e queste fotografie illustrano i pericoli che gli uomini e le donne delle nostre forze armate devono affrontare sia durante l’addestramento che in combattimento». La famiglia di Clayton e l’unità della quale faceva parte hanno approvato la pubblicazione delle foto, ha riportato Stars and Stripes. Il lavoro dei fotografi di guerra è faticoso e spesso pericoloso. La missione principale è seguire i soldati dovunque siano impiegati e immortalare le loro operazioni «in qualsiasi ambiente», come ha sottolineato Miliary Review.

Clayton, originaria di Augusta, in Georgia, si trovava in servizio all’estero da meno di un anno quando è morta. Dopo essersi diplomata alla Defense Information School nel luglio 2012, fu assegnata come specialista dell’informazione visiva alla 55th Signal Company dell’esercito statunitense, l’unità militare conosciuta come “Combat Camera”, stando a quanto riportato dall’Augusta Chronicle. Si unì poi alla prima divisione di cavalleria del 4th Brigade Combat Team in Afghanistan, dove aveva la missione di documentare l’addestramento delle forze afghane. Il soprannome della brigata è “Long Knife”, “lungo coltello”.

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Hilda Clayton (U.S. Army)

Quando esplose il mortaio, nel luglio 2013, Clayton si trovava nella provincia di Laghman, nell’Afghanistan nordorientale, per fotografare alcuni suoi colleghi americani e afghani. L’esercito statunitense ha detto che il gruppo stava svolgendo «un’esercitazione di verifica dei mortai» nella base operativa avanzata di Gamberi.

Nel 2013 alcuni funzionari dell’esercito americano avevano raccontato all’Augusta Chronicle che diverse foto di Clayton erano già state pubblicate sul sito del Pentagono e su quello dell’esercito americano, oltre che su alcune pubblicazioni cartacee. La 55th Signal Company ha reso omaggio a Clayton intitolandole il suo concorso annuale di fotografia di guerra. «Clayton incarnava lo spirito della cavalleria. Era sempre disposta ad accettare qualsiasi missione e inseguiva ogni opportunità di raccontare la nostra storia con le sue immagini», ha scritto il colonnello Bill Benson, comandante del 4th Brigade Combat Team, in una lettera aperta poco dopo la morte di Clayton. Le sue foto, ha aggiunto Benson, «raccontavano la storia delle attività americane in Afghanistan» e la maturazione delle forze afghane. «Nel breve periodo in cui è rimasta con il Lungo Coltello si è guadagnata il rispetto e l’ammirazione di tutte le persone con cui è entrata in contatto», ha scritto Benson. «Nonostante nulla possa riempire il vuoto che ha lasciato, spero che sia di qualche consolazione sapere che Clayton era un membro prezioso della squadra del Lungo Coltello, che ha fatto la differenza in positivo ogni giorno che è stata con noi».

© 2017 – The Washington Post