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  • Venerdì 5 maggio 2017

I favoriti per il Giro d’Italia

Vincenzo Nibali e Nairo Quintana prima di tutti, ma ci sono almeno altri sette-otto ciclisti che vanno tenuti d'occhio

(Ferrari - LaPresse)
(Ferrari - LaPresse)

Il Giro d’Italia è iniziato oggi ad Alghero, in Sardegna, e finirà, dopo 21 tappe, il 28 maggio a Milano, con una tappa a cronometro che partirà dall’autodromo di Monza. I chilometri totali a cronometro saranno quasi 70 e ci saranno cinque arrivi in salita e molte montagne. La tappa più lunga sarà la 12esima (di 229 chilometri) e il punto più alto – la Cima Coppi – sarà sul Passo dello Stelvio, dove durante la 16esima e difficilissima tappa con oltre cinquemila metri di dislivello i ciclisti arriveranno fino a 2758 metri. I ciclisti alla partenza erano 195 e quelli di loro che arriveranno al traguardo di Milano lo faranno dopo aver percorso più di 3.600 chilometri. A quel punto tra il primo classificato – che si prenderà l’ultima Maglia rosa e il Trofeo senza fine –  e l’ultimo ci saranno almeno quattro-cinque ore di distacco.

I principali favoriti per la vittoria del centesimo Giro d’Italia sono soprattutto due: l’italiano Vincenzo Nibali – e per lui sarebbe la terza vittoria, cosa riuscita solo a pochi grandi campioni della storia del ciclismo – e il colombiano Nairo Quintana, che ha vinto il Giro del 2014 e che quest’anno vuole provare a vincere prima il Giro e poi il Tour: una cosa riuscita a pochi grandi campioni della storia del ciclismo. Il primo a riuscirci fu Fausto Coppi, l’ultimo fu Marco Pantani. Per esperienza, stato di forma e cose fatte vedere nella loro carriera e nei primi mesi del 2017, Nibali e Quintana sono i principali favoriti, ma sono una decina quelli con la legittima ambizione di poter vincere il Giro d’Italia. Gli altri corridori saranno invece in gara per puntare a una tappa, a una maglia che non sia rosa (e quindi bianca, ciclamino o azzurra), per fare esperienza, per farsi notare o per aiutare i propri capitani.

Vincenzo Nibali

Ha 32 anni, che per un ciclista che punti a vincere il Giro iniziano a essere tanti: il più anziano vincitore di un Giro fu Fiorenzo Magni, che nel 1955 lo vinse a 34 anni. Nibali è uno dei cinque ciclisti che sono riusciti a vincere il Giro d’Italia, il Tour de France e la Vuelta di Spagna (i tre grandi giri del ciclismo) e ha già vinto il Giro nel 2013 e nel 2016, dopo una gran rimonta finale, in due tappe che si faranno ricordare, anche per il grande contributo dato a Nibali dal suo compagno di squadra Michele Scarponi, morto il 22 aprile. Nibali va forte in salita – c’è da vedere se tanto quanto Quintana – e se la cava anche a cronometro, dove dovrebbe andare meglio di Quintana. È poi uno dei migliori in discesa, dove potrebbe guadagnare secondi (o minuti) sugli avversari, o recuperarne se dovesse staccarsi in salita. Rispetto a tutti i suoi avversari è anche quello che ha fatto vedere di essere più capace di rischiare, provare attacchi da lontano, inventarsi cose in grado di cambiare la classifica generale. Il sito Cycling Weekly ha scritto di avere qualche dubbio riguardo al fatto che Nibali abbia ancora la forma dei tempi migliori ma che è già successo che Nibali dimostrasse di stare molto meglio di quanto si credesse.

Da quest’anno Nibali corre con una nuova squadra, la Bahrain Merida, dopo essere stato diversi anni con l’Astana. Con lui ci sono molti italiani e quelli che potrebbero aiutarlo di più sono Franco Pellizzotti, Enrico Gasparotto, Valerio Agnoli e Giovanni Visconti. È una squadra con diversi ciclisti oltre i trent’anni: il punto di forza è l’esperienza, c’è da vedere se tutti riusciranno a reggere per tutto il Giro. Sono ormai diversi anni che Nibali parte come uno dei favoriti dei grandi giri a cui partecipa e nelle gare del 2017 è andato male alla Tirreno-Adriatico (quando ancora doveva entrare in forma) e meglio al Giro di Croazia, che ha corso – e vinto – ad aprile, per prepararsi al Giro. È l’unico italiano tra i principali favoriti per la Maglia rosa. Ci sarebbe dovuto essere anche Fabio Aru, che ha dovuto saltare il Giro per una brutta botta al ginocchio presa qualche settimana fa.

Nairo Quintana

Cycling Weekly ha scritto che è «nettamente favorito» per la vittoria finale, ed è d’accordo anche SNAI, la principale società italiana di scommesse sportive: una eventuale vittoria finale di Nibali farebbe vincere 6 euro per ogni euro scommesso; una di Quintana solo due euro. Quintana ha 27 anni e ha vinto il Giro nel 2014, la Vuelta di Spagna nel 2016 e al Tour de France ha fatto due secondi posti e un terzo posto, dimostrando più volte di essere l’unico in grado di tenere il passo in salita di Chris Froome, che ha vinto tre degli ultimi quattro Tour. È alto un metro e 67 centimetri e pesa circa 55 chili: l’ideale per andare benissimo in salita. Alla Tirreno-Adriatico è andato molto forte e ha vinto la classifica generale, poi si è perlopiù allenato da solo – in Colombia, in altura – e non ci sono molti elementi per sapere il suo reale stato di forma. È di certo difficile, soprattutto per i ritmi del ciclismo attuale, puntare al Giro e al Tour restando in forma da maggio a fine luglio: potrebbe pagare al Tour o potrebbe essere al Giro non al massimo della forma e, di certo, dovrà cercare di non strafare mai per conservare le energie (cosa difficile quando l’obiettivo è vincere il Giro).

Le tantissime salite del Giro sono l’ideale per Quintana, ma dovrà cercare di guadagnare sugli avversari i secondi (più probabilmente i minuti) che perderà nelle tappe a cronometro. Di solito entra in forma nella terza e decisiva settimana di gara: potrebbe però soffrire un po’ le salite dei primi giorni. Quintana corre per la squadra spagnola Movistar, che non sembra essere fortissima e in grado di, come si dice, controllare la corsa (dare cioè il necessario supporto al proprio capitano, evitando per esempio attacchi o situazioni sfavorevoli). Se Nibali è molto creativo e amante del rischio, Quintana corre in modo difensivo: raramente attacca e ancora più raramente ha mostrato di saper improvvisare cose diverse dal pedalare meglio di tutti gli altri quando si arriva alla salita decisiva. Nibali correrà con il numero 1 (perché ha vinto l’anno scorso); Quintana con il numero 111.

Steven Kruijswijk

Ha 29 anni, è olandese e nonostante da quelle parti di salite ce ne siano pochine, se la cava sia in salita che a cronometro. L’anno scorso nessuno lo mise tra i favoriti per la vittoria del Giro d’Italia perché fino a quel momento aveva vinto una tappa al Giro di Svizzera e la classifica generale dell’Arctic Race of Norway che, per ovvi motivi orografici, è molto meno difficile del Giro d’Italia. Eppure andò benissimo, restò in Maglia rosa per alcuni giorni e perse il Giro per via di una caduta, con conseguenti acciacchi fisici e problemi alla bicicletta, nella tappa del 27 maggio, da Pinerolo a Risoul. Visto quanto fatto l’anno scorso – in cui alla fine arrivò quarto – è da considerarsi tra i favoriti anche quest’anno, anche se è difficile possa tenere il passo di Quintana (che non corse il Giro l’anno scorso) su certe salite. Corre per la Lotto Jumbo, che viene descritta come piuttosto debole. Nei primi mesi del 2017 ha fatto molto allenamento e poche gare (i ciclisti possono scegliere a quali gare partecipare e molti scelgono di puntare solo sui grandi giri) e gran parte di quello che si dice su di lui – molto forte a cronometro, forte in salita, forse qualche problema in discesa – dipende da quanto si è visto al Giro di un anno fa.

Geraint Thomas (e Mikel Landa)

È britannico, ha 30 anni e corre per il Team Sky, una squadra piena di gente che potrebbe dargli un grande contributo. In carriera ha vinto molto nelle gare di ciclismo su pista (compresi due ori olimpici) e ultimamente ha fatto quello che qualche anno fa aveva fatto Bradley Wiggins, che passò dal ciclismo su pista a quello su strada, vincendo anche un Tour de France (anche lui correndo nel Team Sky). Nella pratica significa cambiare radicalmente allenamento e perdere peso, perché altrimenti in salita si fa troppa fatica a portarsi dietro tutti quei chili di muscoli. L’anno scorso Thomas ha vinto la Parigi-Nizza (una corsa a tappe di qualche giorno) e quest’anno è arrivato secondo alla Tirreno-Adriatico e ha vinto il Tour of Alps che è ovviamente pieno di salite. Andrà bene a cronometro ma potrebbe non reggere il ritmo degli altri in certe tappe con tante e difficili salite. C’è poi da vedere se riuscirà a reggere tre settimane di corsa senza mai andare fuori giri o incappare in una giornata negativa (capitano spesso, a molti, visti i ritmi dei grandi giri). In squadra ha alcuni ottimi scalatori: Diego Rosa, Sergio Henao e Mikel Landa.

Proprio Landa potrebbe essere un grande aiuto o un grande problema per Thomas: è spagnolo, ha 27 anni e nel 2015 arrivò terzo al Giro. Lui è uno scalatore puro e sembra che il Team Sky voglia puntare su entrambi, considerandoli entrambi capitani. Almeno per i primi giorni dovrebbe essere così, poi bisognerà vedere chi sarà messo meglio in classifica e se, nel caso, uno dei due si metterà ad aiutare l’altro. Puntare su due corridori può essere utile tatticamente ma potrebbe anche diventare un problema per la difficoltà di gestione di due corridori con uguali ambizioni.

Thibaut Pinot 

Ha 26 anni, è uno scalatore, è francese e nel 2014 arrivò terzo al Tour de France. I francesi preferiscono spesso il Tour snobbando un po’ il Giro ma quest’anno Pinot – che non aveva mai corso il Giro – ha fatto il contrario. Tra i motivi sembra esserci anche il fatto che a luglio soffre di una forma d’allergia che ne complica le prestazioni, e il Tour si corre proprio a luglio. Il ragionevole obiettivo di Pinot è un podio finale, ma potrebbe anche fare meglio. La sua squadra, la FDJ, è considerata buona ma non ottima e negli ultimi tempi è migliorato a cronometro (dove andava piuttosto piano) ma nel farlo ha perso un po’ della sua bravura in salita. Resta però uno dei meno bravi in discesa, almeno tra i favoriti per la vittoria finale.

Quelli da tenere d’occhio

Bisogna tenere d’occhio lo statunitense Tejay van Garderen (della BMC), gli olandesi Bauke Mollema (della Trek-Segafredo) e Tom Dumoulin (del Team Sunweb) e il russo Ilnur Zakarin (Katusha-Alpecin). Mollema, van Garderen e Dumoulin sono tre ottimi corridori che però non hanno ancora ottenuto nemmeno un podio a uno dei tre grandi giri, e c’è da vedere se riusciranno a farlo in uno così pieno di salite. Zakarin ha 27 anni e nemmeno lui ha mai raggiunto il podio finale di un Grande Giro, ma sono anni che se ne parla come grande promessa. Finora i risultati sono però stati al di sotto delle attese. Una delle nuove grandi promesse è Adam Yates, che è australiano e ha 24 anni: l’anno scorso è arrivato quarto al Tour ed anche lui fa parte di quelli che potrebbero sfruttare situazioni favorevoli, attacchi rischiosi e stati di forma eccellenti per puntare alla Maglia rosa finale. Sono comunque tutti corridori che puntano a una posizione tra le prime dieci, che si potrebbero far notare in qualche tappa e che i veri favoriti come Nibali o Quintana dovranno per forza di cose tener d’occhio.

Le tappe che potrebbero cambiare la classifica

Tutte: perché una foratura, il vento forte, un mal di pancia, un gran caldo o una gran pioggia, una salitella, una strada stretta o un attacco imprevisto potrebbero cambiare le cose. Le tappe candidate a cambiare la classifica generale sono però le due a cronometro – il 16 e il 28 maggio – e gran parte di quelle della terza e ultima settimana, sulle Alpi. Anche una sola di quelle tappe potrebbe stravolgere la classifica, con distacchi anche di un paio di minuti tra i migliori. E a tutti questi favoriti per la vittoria basterebbe un momento-no in una delle salite di quelle tappe per compromettere il proprio Giro d’Italia.

Nelle prime tre tappe in Sardegna ci sono salite ma mai all’arrivo e mai lunghe o ripide. La prima tappa per capire chi ne avrà più di altri in salita sarà la quarta, con arrivo sull’Etna: dopo una salita di quasi 20 chilometri, con pendenza media al 6 per cento. Un altro arrivo in salita non alpino sarà il 14 maggio in Abruzzo, sul Blockhaus. Seguirà un giorno di riposo e poi la prima delle due cronometro: chi sarà ben messo in classifica dopo quella cronometro (e dopo i primi due arrivi in salita) potrà legittimamente considerarsi in grado di puntare alla Maglia Rosa. Basta però quest’immagine per capire che nelle ultime tappe sarà strapieno di possibilità per cambiare la classifica generale.

TAPPE-GIRO