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  • Sabato 8 aprile 2017

No, la bambina indiana trovata nella giungla non è stata allevata dalle scimmie

Era la protagonista di una notizia girata molto negli ultimi giorni, che però è probabilmente falsa

Nei giorni scorsi diversi giornali indiani – ripresi da diversi quotidiani italiani – hanno riportato la notizia del ritrovamento di una bambina di otto anni che apparentemente viveva nella giungla insieme a un gruppo di scimmie. La notizia è comparsa su alcuni giornali indiani solitamente piuttosto affidabili come il Times of India, ma è stata ripresa ed esagerata da diversi quotidiani italiani, che hanno parlato ad esempio di bimba-Mowgli (un riferimento al popolare film Disney Il libro della giungla). Diverse autorità indiane ritengono che la storia sia falsa.

Secondo il capo dell’autorità forestale del distretto dove è avvenuto il ritrovamento, nella regione dell’Uttar Pradesh, è probabile che la bambina sia stata abbandonata nella giungla piuttosto di recente, e che quindi non sia stata “allevata da un gruppo di scimmie”. Lo stesso funzionario ha raccontato al Guardian che la bambina è stata ritrovata su una strada, e non nella giungla profonda, e che sebbene vicino a lei ci fossero delle scimmie i ranger locali «non l’hanno mai vista vivere insieme a loro». Quel tratto di giunga inoltre è sorvegliato da ranger e telecamere, e sarebbe stato difficile non accorgersi della presenza di una bambina fra gli animali selvatici.

Ankur Lal, un funzionario medico locale, ha raccontato che la bambina è stata scambiata per una selvaggia perché «quando è stata trovata si comportava in maniera violenta, non comunicava e non era abituata a usare i servizi sanitari. Per questo si è pensato che vivesse da tempo nella giungla». In realtà la bambina ha diversi problemi fisici e mentali, e l’ipotesi principale è che sia stata abbandonata proprio perché per la sua famiglia era diventato troppo impegnativo occuparsi di lei: Ranjana Kumari, un’attivista locale per i diritti delle donne, ha spiegato che nella società locale «alcune famiglie preferiscono avere un maschio piuttosto che una femmina», e che la disabilità della bambina ha probabilmente comportato un ulteriore problema.