Jeff Bezos spende un miliardo di dollari all’anno per lo Spazio

Per finanziare gli ambiziosi progetti della sua società spaziale Blue Origin, che entro la fine del 2018 vuole avviare i primi voli turistici spaziali

Il CEO di Amazon, Jeff Bezos (Blue Origin)
Il CEO di Amazon, Jeff Bezos (Blue Origin)

Jeff Bezos, il CEO di Amazon, ha grandi piani per la sua società spaziale Blue Origin, e per realizzare le sue ambizioni legate all’esplorazione dello Spazio è disposto a spendere notevoli quantità del suo patrimonio personale. In un recente intervento allo Space Symposium di Colorado Springs (Colorado, Stati Uniti), Bezos ha detto che per finanziare Blue Origin sta spendendo all’incirca un miliardo di dollari ogni anno, ottenuti attraverso la vendita delle sue azioni di Amazon. Bezos è uno degli uomini più ricchi al mondo e il suo patrimonio è stimato intorno ai 78 miliardi di dollari, quindi può facilmente permettersi di spendere un miliardo all’anno per la sua impresa spaziale.

Blue Origin esiste dal 2000, ma l’azienda ha iniziato a testare in modo continuativo i suoi razzi solo a partire dall’aprile del 2015 e, nel complesso, è ampiamente indietro rispetto ai risultati ottenuti da SpaceX, la società spaziale di Elon Musk che porta rifornimenti verso la Stazione Spaziale Internazionale e satelliti in orbita con il suo razzo riutilizzabile Falcon 9. Bezos non si considera però in concorrenza diretta con Musk, almeno per ora: Blue Origin mira alla creazione di un sistema per voli turistici nello Spazio come primo obiettivo, mentre sta ancora valutando come entrare nel mercato del trasporto in orbita di satelliti o di missioni spaziali più elaborate.

In due anni di test, Blue Origin ha sperimentato un solo razzo riutilizzabile costituito da un solo stadio e che si chiama New Shepard. Rispetto ai Falcon 9 (costituiti da due stadi) è più piccolo e molto meno potente, ma ha anche sistemi di propulsione e di manovra più semplici, che lo rendono affidabile per i lanci poco sopra la linea di Kármán, che si trova a circa 100 chilometri di altitudine e che segna per convenzione il confine tra l’atmosfera terrestre e lo Spazio esterno.

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Secondo Bezos, i primi voli turistici spaziali potrebbero essere realizzati già il prossimo anno, ma molti esperti e analisti sono scettici sul fatto che Blue Origin riesca in tempi così brevi a perfezionare tutti i suoi sistemi compresi quelli di sicurezza. I passeggeri saranno ospitati in una piccola capsula spaziale, montata sopra New Shepard, che fornirà la spinta necessaria per portarli al confine tra atmosfera e Spazio esterno. Il giorno prima del lancio, i clienti di Blue Origin riceveranno un breve addestramento e parteciperanno a un’esercitazione, anche perché nella capsula saranno soli, senza personale dell’azienda.

New Shepard assolverà più o meno alla funzione di un ascensore: spingerà la capsula poco oltre la linea di Kármán, per poi staccarsi e compiere un atterraggio controllato sulla Terra. La capsula, che può ospitare un massimo di sei persone, resterà nello Spazio esterno per 5 minuti circa, nei quali i passeggeri potranno sperimentare la parziale assenza di gravità e osservare il pianeta dalle finestre panoramiche. In seguito il sistema effettuerà una manovra per rientrare sulla Terra, con i classici paracadute per rallentare la sua corsa verso il suolo.

Blue Origin ha progettato sia la capsula sia New Shepard in modo che possano essere riutilizzati per più voli spaziali, condizione indispensabile per ridurre i costi di ogni lancio. Bezos non ha però ancora fatto sapere quanto costerà un viaggio sulla capsula spaziale, secondo gli analisti sarà nell’ordine di alcune centinaia di migliaia di dollari. Virgin Galactic, l’azienda spaziale privata di Richard Branson dedicata esclusivamente ai voli spaziali turistici, chiede circa 250mila dollari per un biglietto, ma non ha ancora dimostrato di avere un sistema completo e sicuro per l’apertura al pubblico.

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Al momento SpaceX è l’unica azienda spaziale privata ad avere ottenuto risultati concreti, con il lancio di razzi molto più complessi di New Shepard, per il trasporto di materiale sulla Stazione Spaziale Internazionale, grazie ad alcuni contratti miliardari con la NASA. L’azienda di Musk invia inoltre regolarmente satelliti nell’orbita terrestre per conto dei suoi clienti, a migliaia di chilometri di distanza dalla Terra, cosa che New Shepard non può fare.

Bezos confida comunque di recuperare nei confronti di SpaceX nei prossimi anni, con la costruzione di New Glenn, un razzo più potente che consentirà di portare i satelliti in orbita. Il nuovo lanciatore è però ancora in fase di progettazione e ci sono dubbi sul fatto che possa essere pronto entro il 2020 come ha annunciato l’azienda. Blue Origin ha comunque stretto un contratto con il produttore di satelliti per telecomunicazioni Eutelsat, che dovrebbe essere il suo primo cliente a sfruttare il nuovo razzo. Dopo il 2020, dovranno comunque passare diversi anni prima che New Glenn possa essere utilizzato per il trasporto di persone.