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  • Sabato 1 aprile 2017

Al Parlamento del Venezuela sono stati ridati i poteri

Lo ha deciso il più alto tribunale del paese (lo stesso che glieli aveva tolti) su richiesta del presidente Maduro, dopo molte proteste dei cittadini e di altri paesi

Il palazzo dell’Assemblea Nazionale, il Parlamento unicamerale venezuelano, a Caracas, il 30 marzo 2017 (FEDERICO PARRA/AFP/Getty Images)
Il palazzo dell’Assemblea Nazionale, il Parlamento unicamerale venezuelano, a Caracas, il 30 marzo 2017 (FEDERICO PARRA/AFP/Getty Images)

Il Tribunale Supremo di Giustizia venezuelano, il massimo organo del sistema giudiziario del Venezuela, ha restituito il potere legislativo all’Assemblea Nazionale, il Parlamento del paese, a cui lo aveva tolto il 29 marzo. Il Tribunale ha agito su richiesta del presidente Nicolás Maduro, dopo giorni di proteste, sia da parte dei cittadini sia dei rappresentanti dei governi di altri paesi, tra cui gli Stati Uniti e molti paesi sudamericani: la Colombia, il Cile e il Perù avevano richiamato i loro ambasciatori in Venezuela come forma di protesta. La decisione del Tribunale era stata un colpo durissimo per i partiti politici che si oppongono a Maduro: dal 2015 il parlamento venezuelano è controllato dalle opposizioni ed è l’unico organo che contrasta le politiche del presidente, responsabili di avere alimentato la già grave crisi economica che aveva colpito il Venezuela qualche anno fa. Il Tribunale è controllato dal governo e la rimozione dei poteri del Parlamento era stata letta e descritta dalla stampa internazionale come l’ultima mossa di Maduro per accentrare ancora di più i suoi poteri e ridurre al minimo quelli dell’opposizione.

Dopo una riunione del Consiglio Nazionale per la Sicurezza (a cui i membri del Parlamento si sono rifiutati di partecipare), Maduro ha chiesto al Tribunale di ridare i poteri al Parlamento «per mantenere la stabilità istituzionale» e ha paragonato la precedente decisione del Tribunale a un «linciaggio politico»; ha però anche detto che sono stati gli oppositori del governo «di destra e fascisti» a cercare di rompere l’ordine costituzionale criticando la decisione del Tribunale e organizzando le manifestazioni degli scorsi giorni.

I partiti di opposizione, che hanno la maggioranza all’Assemblea Nazionale, avevano detto che la rimozione del potere legislativo subita dal Parlamento rappresentava un colpo di stato. Anche se ora l’Assemblea Nazionale ha di nuovo i suoi poteri, è difficile che la crisi politica del Venezuela, strettamente legata a quella economica, si risolva. Lo scontro tra Tribunale Supremo di Giustizia e Assemblea Nazionale andava avanti da più di un anno: nel gennaio 2016 il Tribunale aveva già definito la situazione «una ribellione e un oltraggio» e aveva annunciato che tutti gli atti del Parlamento erano da considerare nulli. L’episodio che aveva dato inizio allo scontro era stata una sentenza del mese precedente – non accettata dall’Assemblea Nazionale – che definiva “sospesa temporaneamente” l’elezione di tre deputati dello stato venezuelano di Amazonas, nel sud del paese.