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  • Giovedì 23 marzo 2017

Dove si terranno le Olimpiadi del 2024

Le uniche città ancora candidate sono Parigi e Los Angeles, e il CIO sta pensando a un modo per accontentarle tutte e due

di Tariq Panja - Bloomberg

L'evento di presentazione della candidatura di Parigi alle Olimpiadi del 2024 a Parigi, il 17 febbraio 2016 (FRANCOIS GUILLOT/AFP/Getty Images)
L'evento di presentazione della candidatura di Parigi alle Olimpiadi del 2024 a Parigi, il 17 febbraio 2016 (FRANCOIS GUILLOT/AFP/Getty Images)

Uno dei capi del Comitato per l’organizzazione delle Olimpiadi di Parigi 2024 si è fermamente opposto all’idea di aspettare fino al 2028 per ospitare i Giochi olimpici, e ha comunicato al Comitato olimpico internazionale (CIO) che per la città il momento è «adesso o mai più». «Non è possibile», ha detto a Londra ad alcuni giornalisti Tony Estanguet, co-presidente del Comitato organizzatore di Parigi 2024. «Se il CIO non decide di selezionare Parigi per il 2024, non torneremo per il 2028». Parigi e Los Angeles sono le uniche due città ancora candidate a ospitare le Olimpiadi del 2024. Il CIO sta pensando di trovare un compromesso, assegnando contemporaneamente le due edizioni dei Giochi a Parigi e Los Angeles in occasione del voto che avverrà all’incontro dell’organizzazione a settembre. Normalmente il CIO assegna una sola edizione delle Olimpiadi alla volta, ma con il calo delle città disposte a competere per ospitare i Giochi, il presidente del CIO Thomas Bach intravede l’opportunità di assicurarsi due sedi valide in un colpo solo. Questo, però, priverebbe i membri del CIO della possibilità di esercitare la loro influenza in un’elezione.

Parigi ha evidenziato un problema tecnico che renderebbe difficile per la città ospitare le Olimpiadi nel 2028. I diritti sul terreno che è stato proposto per il villaggio degli atleti – uno degli elementi fondamentali delle Olimpiadi – non sono estendibili oltre il 2024. «Il progetto è possibile e garantito solo per il 2024», ha detto Estanguet, «in secondo luogo, crediamo ancora di essere il socio migliore per il 2024. Parigi è la città giusta al momento giusto». Il sindaco di Los Angeles, Eric Garcetti, è altrettanto freddo circa la possibilità di ospitare le Olimpiadi nel 2028. «Noi gareggiamo per il 2024. Punto», ha detto a Inside the Games, un sito commerciale molto seguito dal movimento olimpico. «Sarei molto contento di andare a trovare i miei amici a Parigi nel 2028».

Negli ultimi tempi Parigi si è candidata diverse volte a organizzare le Olimpiadi, che non ospita dal 1924. Los Angeles, tuttavia, è l’ultima città degli Stati Uniti a candidarsi, un paese che dal punto di vista finanziario ha una grandissima importanza per il CIO. L’accordo per la trasmissione dei Giochi che il CIO ha con la società di media statunitense NBCUniversal garantisce un contributo superiore al totale degli accordi con i media per le Olimpiadi nel resto del mondo. Sei dei tredici maggiori sponsor dei Giochi sono società statunitensi.

Sia Parigi che Los Angeles hanno pubblicizzato le infrastrutture già pronte nelle due città. Los Angeles ha detto di non avere intenzione di costruire strutture permanenti e si è impegnata a non spendere più di 4,9 miliardi di euro per le Olimpiadi. A Parigi il 95 per cento delle infrastrutture è già pronto, a esclusione del villaggio degli atleti, e la città ha detto che non spenderà oltre 6,2 miliardi di euro per i Giochi e le opere collegate.

Trovare città così desiderose di ospitare le Olimpiadi non è stato facile. Los Angeles, che ha organizzato i Giochi per l’ultima volta nel 1984, si è candidata solo dopo il ritiro di Boston, preoccupata dalla prospettiva che a finanziare un evento sportivo che dura poco meno di tre settimane sarebbero stati i cittadini locali. Anche Amburgo si era ritirata dopo un sondaggio tra i suoi cittadini. Il sindaco di Roma Virginia Raggi ha scartato il suo piano iniziale dopo essere stata eletta, dicendo che le Olimpiadi «porteranno solo debiti». Il CIO ha avuto solo due candidate tra cui scegliere anche per le Olimpiadi invernali del 2022, finendo per preferire Pechino ad Almaty, in Kazakistan.

© 2017 – Bloomberg