Google oggi ha un doodle per l’equinozio di primavera (e cos’è?)

Oggi inizia ufficialmente la primavera e Google le dedica un'animazione a tema

Oggi Google celebra l’equinozio di primavera con il solito doodle: quest’anno c’è un topo che si sveglia dal letargo, ed esce dalla sua tana. L’equinozio di primavera è uno dei quattro eventi astronomici che scandiscono il moto di rivoluzione annuale della Terra e segnano l’inizio delle stagioni, è ricordato oggi dal doodle di Google, che sostituisce nelle pagine del motore di ricerca il consueto logo colorato di Google. Nel doodle si vede un piccolo roditore svegliarsi dal letargo ed uscire dalla sua tana per cogliere un fiore appena sbocciato. Nell’emisfero australe il doodle, invece, rappresenta l’equinozio d’autunno e vede lo stesso roditore rientrare nella sua tana per riscaldarsi.

Cos’è l’equinozio di primavera e perché è oggi

L’equinozio di primavera, che è stato oggi alle 11.29, è uno dei due giorni dell’anno in cui notte e dì hanno la stessa durata più o meno in tutto il mondo. L’altro è l’equinozio di autunno. Anche se convenzionalmente si dice che le stagioni cominciano sempre il giorno 21 di marzo, giugno, settembre e dicembre, le date esatte di equinozi e solstizi dipendono dalla rivoluzione della Terra: fino al 2102 l’equinozio di primavera non sarà il 21 marzo, ma il 20 o, qualche volta, il 19.

Il significato del termine “equinozio” è chiaro per chi sa qualcosa di latino o è bravo a tirare a indovinare: la parola italiana deriva dal latino “aequinoctium“, composto da “aequus“, cioè “uguale” e “nox“, “notte”. Dopo l’equinozio di primavera il dì – cioè quella parte del giorno in cui c’è luce – continua ad allungarsi ogni giorno nell’emisfero boreale fino al solstizio d’estate: a quel punto le ore di luce cominciano a diminuire, tornando pari a quelle di buio nell’equinozio d’autunno, e ricominciando ad aumentare solo con il solstizio d’inverno. Estate e inverno iniziano nei giorni di solstizio, in cui le ore di luce sono rispettivamente al loro massimo o al loro minimo. Per quanto riguarda l’emisfero australe, cioè la parte della superficie della Terra a sud dell’Equatore, è tutto l’opposto.

Gli equinozi e solstizi (e le durate del dì e della notte) sono determinati dalla posizione della Terra nel suo moto di rivoluzione intorno al Sole. L’equinozio corrisponde ai momento in cui il piano dell’equatore celeste (la proiezione dell’equatore sulla sfera celeste) e quello dell’eclittica (il percorso apparente del sole nel cielo) si intersecano. Al solstizio invece raggiungono il massimo della distanza, e il Sole a mezzogiorno è alla massima o minima altezza rispetto all’orizzonte. Sia gli equinozi che i solstizi avvengono in un istante preciso, che è quello in cui astronomicamente inizia la stagione successiva (quindi non in un giorno): quell’istante può variare di anno in anno sull’arco di un paio di giorni a causa della diversa durata dell’anno solare e di quello del calendario (la stessa ragione degli anni bisestili).

Oltre alle stagioni astronomiche, ci sono anche le stagioni meteorologiche: iniziano in anticipo di una ventina di giorni rispetto a solstizi ed equinozi, e durano sempre 3 mesi (marmotta Phil permettendo). Indicano i periodi in cui si verificano le variazioni climatiche annuali, specialmente alle medie latitudini con climi temperati.