Ora in Svizzera è più semplice ottenere la cittadinanza per gli immigrati di terza generazione

È stato deciso attraverso il referendum del 12 febbraio e permetterà ai nipoti di migranti "originali" di ottenere la cittadinanza in tempi più rapidi e sostenendo meno spese

Passaporti svizzeri del tipo in uso dal 2010
Passaporti svizzeri del tipo in uso dal 2010

Il 12 febbraio il 60,4 per cento dei cittadini svizzeri che hanno partecipato al referendum costituzionale ha votato a favore della modifica che prevede un accesso agevolato alla cittadinanza per gli immigrati di terza generazione (cioè i nipoti di migranti). Nel 2004 un referendum analogo non era passato, avendo ricevuto un voto favorevole solo dal 29 per cento dei votanti.

La riforma è rivolta agli immigrati di terza generazione: per esserlo almeno uno dei nonni del richiedente deve essere nato in Svizzera o aver acquisito il «diritto di dimora». L’approvazione della riforma non determina il passaggio a un sistema di naturalizzazione automatica e i richiedenti dovranno comunque dimostrare di avere una serie di requisiti: avere meno di 25 anni, essere nati in Svizzera, aver frequentato la scuola svizzera per almeno cinque anni, condividere i valori culturali dello stato, parlare una delle lingue ufficiali e non dipendere dagli aiuti statali. La riforma si rivolge a circa 24 mila persone che sono per il 60 per cento di origine italiana, poi balcana e turca, su una popolazione totale di otto milioni di abitanti. Prima, una procedura di naturalizzazione agevolata era prevista solo per i coniugi di cittadini svizzeri sposati da almeno sei anni e potevano accedervi anche coloro che non avevano mai vissuto nel paese. Rispetto alla naturalizzazione ordinaria, quella agevolata prevede tempi più certi (circa un anno e mezzo) e la possibilità di presentare ricorso in caso di rifiuto da parte Confederazione.

Come ha spiegato il Guardian, circa un terzo dell’intera popolazione svizzera è straniera. Il governo e il parlamento erano a favore del Sì, mentre la destra svizzera ha fatto campagna per il No. In particolare gli attivisti legati al partito populista UDC/SVP hanno affisso poster nei quali era disegnata una donna con indosso il niqab e sotto lo slogan “no alla naturalizzazione senza controlli”. Il dibattito, che in un primo momento non aveva nulla a che fare con la religione, è stato spostato sul piano del rischio della perdita dei valori svizzeri dal partito che è stato spesso accusato di demonizzare l’Islam. L’SVP non è stato il diretto responsabile dei manifesti, predisposti da attivisti a esso legati, ma i suoi esponenti hanno comunque fatto campagna contro il referendum utilizzando come ragioni il fatto che presto gli immigrati di terza generazione non saranno di origine europea ma “figli della primavera araba, originari dell’Africa subsahariana, del corno d’Africa, della Siria o dell’Afghanistan”. In alcuni casi sui poster sono state apposte altre scritte come “Attenzione: fake news” da persone contrarie al messaggio.

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