Un febbraio da italiani

Il sit-in e le iniziative social che nel mese di febbraio sono state organizzate dalla campagna L'Italia sono anch'io e dal movimento Italiani senza cittadinanza

Un momento del sit-in per l'approvazione della riforma della legge di cittadinanza il 7 febbraio 2017 in Piazza del Pantheon, a Roma
(ANSA/ GIUSEPPE LAMI)
Un momento del sit-in per l'approvazione della riforma della legge di cittadinanza il 7 febbraio 2017 in Piazza del Pantheon, a Roma (ANSA/ GIUSEPPE LAMI)

Un impegno molto insistente per il riconoscimento dei diritti agli stranieri senza cittadinanza è stato preso dalla campagna L’Italia sono anch’io e dal movimento Italiani senza cittadinanza. Oltre a informare l’opinione pubblica, tra il 2011 e il 2012 l’attività della campagna aveva raccolto le firme necessarie per depositare in Parlamento due leggi di iniziativa popolare: una riguardante la cittadinanza per i ragazzi nati o cresciuti in Italia da genitori stranieri e una relativa al diritto di voto alle amministrative per cittadini che lavorano e vivono in Italia regolarmente da più di cinque anni.

Nel febbraio di quest’anno, le associazioni promotrici della campagna hanno intensificato la loro attività con una serie di iniziative, individuate sui social con lo hashtag #FebbraioDellaCittadinanza: per tutti i martedì del mese è stato organizzato un sit-in in piazza del Pantheon a Roma, nel quale i manifestanti hanno esposto dei grandi passaporti cartonati; tra 21 e il 24 febbraio sono state organizzate manifestazioni anche in altre città, come Milano e Torino, mentre il 28 c’è stata la manifestazione organizzata a livello nazionale.

Come si legge dal loro comunicato, l’obiettivo di quest’ultima mobilitazione riguarda l’approvazione della legge sulla cittadinanza, in particolare la calendarizzazione della sua discussione in Senato:

Chiediamo che il testo, approvato alla Camera più di un anno fa, venga presentato direttamente in aula saltando il passaggio in commissione Affari Costituzionali, tuttora priva di presidente dopo lo spostamento della senatrice Finocchiaro al governo. Questo accelererebbe i tempi e rappresenterebbe finalmente il segno di un impegno concreto verso quel milione di giovani di origine straniera italiani di fatto ma non di diritto. Favorirebbe i processi d’inclusione delle loro famiglie ed eviterebbe di approfondire la distanza già grande tra le istituzioni italiane e i cittadini.

“L’Italia sono anch’io” è una campagna promossa a livello nazionale da più di venti associazioni, tra cui Libera, Acli, Arci, il Razzismo è una brutta storia, Caritas Italiana e altre. All’epoca della sua creazione nel 2011 era stato nominato portavoce l’allora sindaco di Reggio Emilia Graziano Delrio, poi diventato ministro e sostituto nel ruolo di portavoce della campagna dall’ex sindaco di Milano Giuliano Pisapia e dall’editore Carlo Feltrinelli. Il movimento Italiani senza cittadinanza è nato invece a ottobre 2016 da giovani cresciuti in Italia. Dopo un anno dal voto della Riforma della legge sulla cittadinanza alla Camera, il movimento organizzò i flash mob “fantasmi per legge” a Roma, Palermo, Reggio Emilia, Padova, Napoli e Bologna, ai quali i manifestanti parteciparono coperti da un lenzuolo bianco.

Questo febbraio invece, oltre ai sit-in in piazza, è stata lanciata un’iniziativa durante il Festival di Sanremo, più leggera e molto legata al Festival stesso: i promotori hanno chiesto di inviare alla pagina Facebook del movimento dei video nei quali i protagonisti – bambini, ragazzi o genitori con figli, tutti in attesa di ottenere la cittadinanza italiana – cantassero la canzone L’italiano con la quale Toto Cutugno partecipò al Festival nel 1983.

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