Perché c’era l'”aula deserta” durante la discussione della legge sul testamento biologico

Secondo diversi giornali è stata una "fuga" sintomo di disinteresse, ma i deputati si difendono dando spiegazioni regolamentari e tecniche

(ANSA/GIUSEPPE LAMI)
(ANSA/GIUSEPPE LAMI)

Lunedì 13 marzo, a più di un anno dall’inizio della discussione in Commissione e dopo quattro rinvii, alla Camera dei Deputati è iniziata la discussione generale del progetto di legge sul cosiddetto testamento biologico. La discussione generale ha regole ben precise e consiste in una spiegazione generale di un testo che è il risultato di un lavoro (in questo specifico caso durato molto a lungo) svolto in commissione. Durante lo svolgimento della seduta, sui social network sono cominciati a circolare dei video che mostravano l’aula vuota accompagnati da commenti molto critici. La “notizia” è stata poi ripresa dai tg e oggi le foto dei banchi vuoti sono finite sulle prime pagine di alcuni giornali accompagnate da titoli che parlano in modo negativo di “aula deserta”.

Repubblica, per esempio, dice che erano presenti solo 22 deputati, parla di “fuga” e poi spiega che al disegno di legge (che è il risultato dell’unione di più proposte presentate dai vari partiti e sul quale, almeno alla Camera, dovrebbe esserci un’ampia maggioranza) sono stati presentati 750 emendamenti. La Stampa dice che «c’era più gente fuori da Montecitorio, che nella sua austera aula» e che «la battaglia così sentita sui media era solo un’eco attutita dal silenzio che può fare una stanza del genere quando dentro ci sono venti deputati al massimo».

All’interno di alcuni articoli si trova però qualche spiegazione che di fatto ridemensiona sia le foto che i titoli: La Stampa precisa che lunedì 13 marzo è iniziata solo la discussione generale e che «chi conosce le procedure sa che a presenziare sono tenuti solo coloro che, di ogni partito, hanno lavorato alla legge». Repubblica riporta una parte della spiegazione di Roberto Giachetti, che presiedeva la seduta, e che ha detto: «Girano video che mostrano l’aula vuota, ma è una cosa che si verifica sempre in occasione delle discussioni generali che coinvolgono solo i deputati chiamati a intervenire mentre nelle fasi successive c’è un coinvolgimento pieno dell’aula».

Anche diversi parlamentari sono intervenuti dando delle spiegazioni. Giuditta Pini, parlamentare del Partito Democratico, ha scritto un post su Facebook criticando media e giornali: dice che di solito durante una discussione generale possono parlare solo i deputati iscritti dal gruppo nei giorni precedenti, che il lunedì non si vota e che il lunedì i parlamentari spesso non vanno in aula perché usano quella giornata per incontri sul territorio, giri nei ministeri e lavori d’ufficio.

Una spiegazione simile è stata data da Ileana Piazzoni, ex Sinistra Ecologia Libetà e attualmente nel gruppo del PD:

Oltre le spiegazioni tecniche sui regolamenti e le procedure qualcuno ha fatto però notare che l’assenza in aula per la discussione di una legge di questo tipo è stata comunque un segnale, non positivo. Tommaso Labate sul Corriere della Sera scrive per esempio:

«La foto dell’aula di Montecitorio deserta, per giunta durante la discussione di una legge che potenzialmente riguarda la vita vera di ciascun cittadino italiano, è l’infamante spia di una politica assente, distratta, che sa come voltarsi dall’altra parte. E che ha fatto sentire la propria voce solo quando Dj Fabo ha scelto di morire. Molti dei parlamentari che quel giorno hanno riempito le loro bacheche di Facebook e Twitter di promesse rigonfie di retorica oggi non erano al loro posto. Diranno che era «solo» l’inizio della discussione, che quando si tratterà di votare «ci saremo». Ma per costoro, evidentemente, nessuna legge merita di spezzare il ritmo di quel calendario dei lavori che ufficiosamente, per chi siede nel Parlamento, va dal martedì al giovedì. Neanche quella che può dare a ciascuno il diritto di decidere fino a che punto, e a che condizioni, sottoporsi a cure che possono tenerti in vita. Nemmeno quella».

La discussione generale della proposta di legge sul testamento biologico è cominciata nel pomeriggio di lunedì 13 marzo ed è durata circa 4 ore: sono intervenuti la relatrice per la maggioranza Donata Lenzi, del PD, e il relatore per la minoranza Raffaele Calabrò di Area Popolare. Hanno poi preso parola altri 18 deputati. Il regolamento della Camera spiega che «i deputati che intendono parlare in una discussione devono iscriversi entro il giorno in cui questa ha inizio e hanno la parola nell’ordine dell’iscrizione, alternativamente contro e a favore. Se è stato approvato il calendario dei lavori (…) le iscrizioni a parlare nella discussione sulle linee generali di un argomento compreso nel calendario stesso devono intervenire non meno di un’ora prima dell’inizio della discussione». Si dice anche che «la discussione sulle linee generali di un progetto di legge consiste negli interventi dei relatori per la maggioranza e di quelli di minoranza, per non più di venti minuti ciascuno, del Governo e di un deputato per gruppo». I limiti di tempo degli interventi per la discussione generale del progetto di legge sul testamento biologico erano stati stabiliti venerdì 10 marzo: 20 minuti per il relatore di maggioranza, 10 per quello di minoranza, 20 minuti per il governo, 1 ora e 41 minuti per gli interventi a titolo personale con il limite massimo di 15 minuti per ciascun deputato.