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  • Sabato 11 marzo 2017

Cosa dice il regolamento sul rigore dato alla fine di Juventus-Milan

Insomma, il rigore che ha fatto vincere la Juventus c'era o non c'era? Cosa prevede il regolamento, e cosa se ne è detto

(ANSA/FERMO IMMAGINE SKY)
(ANSA/FERMO IMMAGINE SKY)

L’episodio che sta facendo più discutere di Juventus e Milan, il primo anticipo della 28esima giornata di Serie A, è il rigore assegnato alla Juventus poco dopo il 94esimo minuto, che le ha permesso di vincere la partita. Fino a quel momento Juventus e Milan erano ferme sull’1.1 grazie ai gol segnati da Medhi Benatia per la Juventus e da Carlos Bacca per il Milan.

Il rigore è stato dato dopo che il difensore del Milan Mattia De Sciglio ha toccato la palla con il braccio sinistro su un cross dalla fascia destra di Stephan Lichtsteiner. De Sciglio si trovava a circa due metri di distanza da Lichtsteiner e si sta discutendo molto se ci fosse il tempo e lo spazio necessario perché potesse spostare il braccio. Un’altra cosa che ha fatto discutere è stato il prolungamento di 30 secondi dei 4 minuti di recupero (in seguito all’espulsione di Josè Sosa per il Milan) senza cui la partita sarebbe potuta terminare prima dell’azione del rigore. Nel primo caso il regolamento è interpretabile a discrezione dell’arbitro, mentre nel secondo caso le proteste del Milan sono infondate.

Cosa dice il regolamento?
Stando al regolamento dell’AIA, l’associazione italiana degli arbitri, il fallo di mano “implica un atto intenzionale di un calciatore che con la mano o il braccio viene a contatto con il pallone” e nel segnalarlo l’arbitro deve tenere contro di questi fattori:

• il movimento della mano verso il pallone (non del pallone verso la mano)
• la distanza tra l’avversario e il pallone (pallone inaspettato)
• la posizione della mano non significa necessariamente che ci sia un’infrazione
• toccare il pallone con un oggetto tenuto nella mano (indumenti, parastinchi, ecc.) è considerato come un’infrazione
• colpire il pallone lanciando un oggetto (scarpa, parastinchi, ecc.) è da considerarsi un’infrazione

Per quanto riguarda il prolungamento del recupero, una precisazione introdotta quest’anno nel regolamento arbitrale sul recupero da assegnare raccomanda che “ciascun periodo di gioco deve essere prolungato dall’arbitro per recuperare tutto il tempo perduto” per una serie di motivi, fra cui anche i “provvedimenti disciplinari” – quindi l’espulsione di Sosa, avvenuta al 93esimo – e in generale “qualsiasi altra causa, compreso ogni significativo ritardo in occasione delle riprese di gioco”, e quindi le proteste di Sosa con l’arbitro. Il recupero aggiuntivo era quindi legittimo.

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L’interpretazione del regolamento
Sui giornali di oggi il rigore è stato interpretato come irregolare dalla Gazzetta dello Sport per due motivi: “la distanza minima (187 centimetri) tra il rossonero e Lichtsteiner (autore del cross); il pallone che va verso il braccio e non il contrario”. Sul Corriere della Sera il giornalista Mario Sconcerti, invece, sostiene che il rigore sia stato assegnato correttamente: “l’assistente dell’arbitro è molto colpito dall’intervento perché tutto capita a un metro da lui, è come se lo vedesse in un televisore grande come lo stadio, ma nemmeno così è tutto automatico. Il fallo c’era, ma fischiarlo era discrezione di chi arbitrava. Non c’è la distanza per la volontarietà, è più un fallo di confusione (tre giocatori in un metro, colpire un braccio è quasi naturale) che una colpa da punire con il massimo della pena, ma per regolamento l’arbitro ha tutto il diritto di fischiarlo“.