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  • Martedì 28 febbraio 2017

Il tribunale di Trento ha riconosciuto una coppia di uomini come genitori di due bambini

Erano nati grazie alla maternità surrogata, è il primo caso in Italia che riguarda due uomini

(ANSA/MOURAD BALTI TOUATI)
(ANSA/MOURAD BALTI TOUATI)

Per la prima volta un tribunale italiano ha riconosciuto legalmente come genitore di due bambini nati grazie alla gestazione per altri anche il partner che non ha alcun legame genetico con i bambini. La decisione è stata presa dalla Corte d’appello di Trento lo scorso 23 febbraio, ma solo oggi l’associazione Articolo 29 ha pubblicato il testo dell’ordinanza sul suo sito. In particolare, la Corte ha riconosciuto un provvedimento straniero che stabiliva l’esistenza di un legame genitoriale tra due minori nati grazie alla gestazione per altri e il loro padre non genetico all’interno di un legame omosessuale.

La gestazione per altri (GPA), o maternità surrogata, è quel procedimento in cui una terza persona rispetto alla coppia porta avanti la gravidanza. Esistono vari tipi di GPA: da quella tradizionale, che prevede l’inseminazione artificiale dell’ovulo della madre surrogata, che è quindi anche madre biologica del bambino; a quella gestazionale, in cui la madre surrogata si limita a portare avanti la gravidanza dopo che le viene impiantato nell’utero un embrione realizzato in vitro, che può essere geneticamente imparentato con i genitori committenti o provenire da donatori.

Sul suo sito, l’associazione Articolo 29 ha scritto: «Si tratta di una pronuncia di assoluta rilevanza, in quanto per la prima volta un giudice di merito applica, in una coppia di due padri, i principi enunciati dalla Corte di cassazione, con la sentenza n. 19599/2016, in tema di trascrizione dell’atto di nascita straniero recante l’indicazione di due genitori dello stesso sesso».

La sentenza – la numero 19599 del 30 settembre 2016 – riguardava un caso molto simile e aveva portato al riconoscimento della legittimità di un certificato di nascita che riportava i nomi di due madri. La situazione in esame in quel caso era però leggermente diversa. Riguardava due donne che avevano entrambe un legame “naturale” con il figlio: una delle due lo aveva partorito (era la madre biologica), l’altra aveva un legame genetico, dato che aveva donato l’ovulo da cui il bambino era nato. Nel caso di Trento, invece, solo uno dei due genitori ha un legame biologico con il figlio.

Quello di Trento è un caso simile a quello avvenuto lo scorso dicembre, a Napoli, quando due donne sono state entrambe riconosciute madri di un bambino anche se una delle due non aveva legami biologici con lui. Il caso di Trento, quindi, è il primo in cui un tribunale riconosce a due maschi il ruolo di genitori, includendo anche quello che non ha legami biologici con il bambino. Come scrive l’associazione Articolo 29:

«Dalla Corte d’Appello di Trento giunge così una significativa conferma – per la prima volta a proposito di una famiglia omogenitoriale con due padri, e sempre mettendo al centro la salvaguardia dell’interesse del minore – che madri e padri si diventa non soltanto grazie al corpo, o ai geni ma anche e soprattutto grazie all’intenzione, dunque al desiderio che sappia tradursi in consapevole assunzione di responsabilità»

Poche settimane fa, in un caso simile, la Corte d’appello di Milano aveva trascritto i certificati di nascita di due bambini nati tramite gestazione per altri negli Stati Uniti. I due genitori, una coppia omosessuale, sono rispettivamente il padre di uno e dell’altro gemello, mentre la madre è la donna che ha portato avanti la gestazione per altri. In altre parole, in questo secondo caso la Corte non aveva riconosciuto la genitorialità congiunta della coppia omosessuale, considerando la madre dei bambini la donna che li ha partoriti.