Forse le api sono più intelligenti di quanto pensassimo

E forse anche molti altri insetti: uno studio ha dimostrato che sanno imparare comportamenti innaturali per ottenere del cibo

I ricercatori Olli J. Loukola e Clint Perry hanno pubblicato sulla rivista scientifica Science un articolo per illustrare i loro recenti studi sul funzionamento del cervello dei bombi (gli insetti grossi e pelosi della famiglia delle api) che sembra mettere in discussione la maggior parte delle cose che credevamo di sapere sull’intelligenza degli insetti, o almeno di alcuni insetti. Loukola e Perry, che lavorano alla Queen Mary University di Londra, hanno insegnato a dei bombi a spostare una pallina appoggiata su un piano verso un buco, posto al centro: i bombi hanno dimostrato di saper imparare e ripetere il gesto per ottenere in cambio del nettare.

Spostare una pallina in un buco non assomiglia a niente che le api facciano in natura, quindi il comportamento è stato acquisito “da zero” dai bombi, un processo che richiede una qualche forma di apprendimento. Per insegnarlo ai bombi, sono stati utilizzati due sistemi: all’inizio è stato fatto capire loro che nel centro del piano poteva comparire del nettare; poi è stata utilizzata un’ape di plastica, sistemata in punta a un bastoncino, per mostrare come spostare la pallina nel buco, oppure un magnete fatto scorrere sotto il piano per spostare le pallina. Una volta che alcuni bombi hanno imparato a spostare la pallina, è intervenuto il cosiddetto “apprendimento sociale”: i bombi hanno imparato osservando i propri simili. Solitamente, l’apprendimento sociale è un comportamento associato ad animali con cervelli molto più sviluppati.

Dopo aver visto un altro bombo spostare la pallina e ottenere il nettare, il 99 per cento dei bombi ci sono riusciti al primo tentativo, e in quelli successivi ci hanno impiegato meno tempo. Al contrario, solo il 78 per cento dei bombi ha imparato a spostare la pallina osservando il magnete. Il 34 per cento invece ci è riuscita senza alcun tipo di dimostrazione, ma solo osservando un piano in cui una pallina era già nel buco. È stato poi osservato che i bombi hanno generalmente preferito spostare nel buco la pallina più vicina, anche se nelle dimostrazioni era stata spostata quella più lontana. Questo particolare comportamento potrebbe suggerire che i bombi hanno agito non per pura imitazione, ma hanno elaborato le informazioni per risolvere il problema.

Da tempo gli scienziati suggeriscono che i cervelli degli insetti siano più complessi di quanto pensiamo, capaci proprio di risolvere problemi e imparare cose, e non solo di elaborare istinti puri. Vivek Jayaraman, ricercatore allo Janelia Research Campus dello Howard Hughes Medical Institute che studia i sistemi di orientamento tra le mosche e i moscerini, ha sostenuto che quella di molti insetti sia «una forma di cognizione». E mentre i moscerini hanno circa 250mila neuroni nel cervello, le api ne hanno un milione: è infatti già conosciuta la loro capacità di comunicare ai propri simili dove si trova il nettare e quanto è buono scuotendo l’addome. Alcuni scienziati hanno addirittura ipotizzato che le api possano avere un certo grado di consapevolezza di “esistere come api”, anche se si tratta soprattutto di speculazioni, molto difficili da dimostrare. In passato era stato dimostrato che le api erano in grado di imparare a tirare un cordino o a spingere degli oggetti per ottenere del cibo, ma erano tutti comportamenti in qualche modo paragonabili a quelli naturali, ha spiegato Loukola.