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  • Martedì 28 febbraio 2017

Anche la Cina ha perso la pazienza con la Corea del Nord

Dopo l'ultimo test missilistico e l'uccisione di Kim Jong-nam il governo cinese ha deciso di sospendere le importazioni di carbone, eliminando un'importante fonte di entrate per il suo storico alleato

di Simon Denyer – The Washington Post

Un militare e un civile nordcoreani vicini a un cumulo di carbone a Siniuju, una città al confine con la Cina, nel 2012 (WANG ZHAO/AFP/Getty Images)
Un militare e un civile nordcoreani vicini a un cumulo di carbone a Siniuju, una città al confine con la Cina, nel 2012 (WANG ZHAO/AFP/Getty Images)

La Cina sospenderà tutte le importazioni di carbone dalla Corea del Nord fino alla fine dell’anno, ha detto sabato il ministero del Commercio del paese. La decisione, inaspettata, chiuderebbe un importante canale finanziario per la Corea del Nord, aumentando in modo significativo l’efficacia delle sanzioni delle Nazioni Unite. Il carbone è il prodotto più esportato in Corea del Nord, ma anche la maggiore leva che la Cina può esercitare sul regime del paese. Il ministero del Commercio cinese ha detto che il divieto, entrato in vigore domenica, durerà fino al 31 dicembre.

La Cina ha detto che l’obiettivo del divieto è applicare la risoluzione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite di novembre, che ha rafforzato le sanzioni contro il regime della Corea del Nord dopo l’ultimo test nucleare. Secondo gli esperti, però, la decisione riflette anche la profonda frustrazione del governo cinese nei confronti della Corea del Nord per il recente test missilistico del paese e per l’uccisione in Malesia di Kim Jong-nam, il fratellastro del dittatore che governa il paese, Kim Jong-un. Kim Jong-nam era stato accolto e protetto dalla Cina per molti anni: se venisse dimostrato che ad ordinarlo è stato il governo nordcoreano, il suo omicidio sarebbe visto come un affronto diretto al governo cinese, sostengono gli esperti.

Le pressioni perché la Cina faccia di più per limitare i programmi della Corea del Nord sugli armamenti nucleari e i missili balistici stanno aumentando in modo significativo, e sembra che il presidente cinese Xi Jinping sia sempre più irritato dal comportamento di Kim Jong-un. La Corea del Nord è il quarto fornitore di carbone della Cina. Nonostante ad aprile avesse annunciato che avrebbe vietato le importazioni di carbone nordcoreane, la Cina aveva già fatto delle eccezioni nel caso di forniture che avevano come obiettivo «il benessere del popolo» e non erano collegate ai programmi missilistici della Corea del Nord. Di fatto, le eccezioni erano un espediente per permettere che il carbone continuasse ad attraversare il confine tra i due paesi in grandi quantità. L’anno scorso le importazioni di carbone nordcoreano – esclusa la lignite – sono cresciute del 14,5 per cento, raggiungendo 22,5 milioni di tonnellate. L’agenzia di stampa sudcoreana Yonhap News Agency ha però riportato che lunedì la Cina ha rifiutato un carico di carbone nordcoreano dal valore di quasi un milione di euro, il giorno dopo il test di un missile balistico a medio raggio da parte della Corea del Nord, dimostrando che la pazienza del governo si stava esaurendo.

Per molto tempo la Cina è stata restia a qualsiasi azione che averebbe potuto minacciare la stabilità del regime nordcoreano, soprattutto per i timori sulla possibilità che un’eventuale riunificazione della penisola coreana porti la Corea del Sud – che è un alleato degli Stati Uniti e ospita truppe americane – al confine con il paese.
Dal momento che un divieto totale alle importazioni di carbone potrebbe avere effetti destabilizzanti, resta da capire con quanta fermezza la Cina manterrà il suo impegno. D’altra parte il rifiuto da parte della Corea del Nord di considerare gli interessi cinesi ha danneggiato gravemente – se non addirittura distrutto – il rapporto di fiducia tra i due storici alleati. «La Cina continua a dare grande valore alla stabilità, ma Xi Jinping è sempre più frustrato nei confronti di Kim Jong-un», ha detto Paul Haenle, direttore del Carnegie-Tsinghua Center di Pechino, aggiungendo che i test missilistici e l’omicidio di Kim Jong-nam sono stati visti come delle «violazioni gravi». «Il governo cinese ha preso l’assassinio come un affronto diretto. Oggi Xi è meno disposto a tollerare queste provocazioni», ha detto Haenle, «la Cina sta chiudendo il suo rubinetto economico per mandare un messaggio al governo della Corea del Nord».

Wang Weimin, un professore che insegna Relazioni internazionali alla Fudan University, ha detto che il governo cinese non ha più comprensione per i timori sulla sicurezza nazionale della Corea del Nord e che «i legami di sangue» tra i due paesi sono stati spezzati quando è diventato chiaro che il regime nordcoreano non poteva essere tenuto sotto controllo. «Se scegliamo un alleato che non può essere tenuto sotto controllo potremmo essere noi quelli ci perdono di più», ha detto Weimin, «è per questo che siamo sempre più rigidi con la Corea del Nord. Ora la priorità è l’interesse della Cina. Non ci preoccuperemo più degli interessi della Corea del Nord».

Anche il presidente americano Donald Trump ha esortato la Cina ad aumentare le pressioni sulla Corea del Nord affinché il paese interrompa il suo programma nucleare, ed è possibile che questo mese l’argomento sia emerso durante una conversazione telefonica tra Trump e Xi. La Cina ha «un controllo totale sulla Corea del Nord», ha detto Trump in un’intervista al programma televisivo Fox & Friends di inizio gennaio. «La Cina dovrebbe risolvere il problema. Se non lo risolvono, noi dovremmo far diventare il commercio con la Cina molto complicato», ha aggiunto Trump.

Lunedì il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha criticato duramente l’ultimo test missilistico della Corea del Nord, esortando i suoi membri a «raddoppiare nuovamente gli sforzi» per applicare le sanzioni. L’appello è arrivato dopo una riunione di emergenza a New York, convocata da Stati Uniti, Giappone e Corea del Sud.

© 2017 – The Washington Post