Cosa sono gli “stati” di WhatsApp

Sono come le Storie di Instagram (e di Facebook, e di Snapchat): sequenze di foto, video e gif che scompariranno dopo 24 ore

WhatsApp, la diffusissima applicazione per mandarsi messaggi, comincerà da domani a distribuire un nuovo aggiornamento che renderà possibile fare gli “Stati”, sequenze di foto, gif e video che assomigliano molto alle Storie di Instagram e a quelle più recentemente introdotte da Facebook. Anche WhatsApp, come Instagram, è stata comprata negli anni scorsi da Facebook. Il nuovo aggiornamento, che sarà distribuito a partire da mercoledì 22 febbraio, sarà disponibile per iPhone e telefonini Android.

Uno dei cofondatori di WhatsApp e attuale CEO della società, Jan Koum, ha detto di considerare le storie come l’evoluzione dell’idea originale di WhatsApp, che nacque come piattaforma per scambiarsi aggiornamenti di stato e che si evolvette successivamente quando fu chiaro che gli utenti usavano prevalentemente la marginale opzione di messaggistica istantanea. Gli stati che si potevano condividere con le prime versioni di WhatsApp erano brevi frasi di testo – cose come “sono a scuola”, “Batteria scarica” – mentre gli stati che si potranno fare con il nuovo aggiornamento possono essere messi insieme con video, gif, foto e testo.

whatsapp

Come funzionano gli Stati di WhatsApp
Gli stati di WhatsApp si costruiscono montando insieme foto, video, gif e testo: possono comporsi di una o più sequenze video o fotografie, che si possono aggiungere anche in momenti diversi della giornata. Come le Storie di Instagram e Facebook, anche gli Stati di WhatsApp si cancelleranno dopo 24 ore dalla loro prima creazione e, dal punto di vista di chi li guarderà, avranno lo stesso funzionamento delle Storie di Instagram: si potrà toccare lo schermo per avanzare alla sequenza successiva dello Stato, seguendo una timeline posizionata in alto, sopra alle immagini. Gli Stati saranno visibili a tutti gli amici di WhatsApp, ma ci sarà la possibilità di regolare le impostazioni di privacy e limitarne la disponibilità solo a una cerchia più ristretta di persone, in modo da non dover condividere fatti privati con colleghi di lavoro o persone conosciute alla lontana. Anche gli aggiornamenti di stato saranno protetti dalla crittografia end-to-end, che li rende leggibili solo da chi li manda e riceve, non da chi potesse intercettare le comunicazioni o da WhatsApp stessa.