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  • Lunedì 20 febbraio 2017

Il presidente della Nigeria è all’estero per curarsi e non si sa bene quando tornerà

L'assenza di Muhammadu Buhari ha aumentato i timori sull'instabilità del paese: e nel paese ci sono già passati

di Yinka Ibukun – Bloomberg

Il presidente nigeriano Muhammadu Buhari (Xaume Olleros/Bloomberg)
Il presidente nigeriano Muhammadu Buhari (Xaume Olleros/Bloomberg)

Un presidente che va all’estero per farsi curare senza comunicare la data esatta del suo ritorno: la Nigeria ci è già passata. Il 19 gennaio il 74enne Muhammadu Buhari, presidente della Nigeria, è volato nel Regno Unito per sottoporsi a degli esami medici; il suo rientro era previsto per il 5 febbraio. Buhari non è ancora tornato e nelle ultime tre settimane non si è fatto vedere né ha parlato in pubblico, da quando cioè ha chiesto ai parlamentari nigeriani un congedo per malattia. Lunedì Buhari ha parlato al telefono con il presidente americano Donald Trump, rassicurando i suoi sostenitori sul fatto che le sue condizioni di salute non sono serie come invece è stato ampiamente riportato. Ciononostante la sua assenza ha aumentato i timori sulla paralisi del governo del paese, in un periodo in cui l’economia è in recessione e il mercato azionario in calo.

A molti nigeriani la situazione ricorda il mandato dell’ex presidente Umaru Musa Yar’Adua. Come Buhari, anche Yar’Adua era un musulmano del nord della Nigeria che aveva scelto come vicepresidente un cristiano del sud, in un paese che spesso ha mostrato di avere divisioni settarie molte nette. Nel novembre 2009 Yar’Adua era andato in Arabia Saudita per curare una patologia cardiaca. Il parlamento nigeriano ci mise circa tre mesi per nominare l’allora vicepresidente Goodluck Jonathan come presidente provvisorio, perché i collaboratori di Yar’Adua cercarono di nascondere la gravità della sua malattia. Yar’Adua alla fine morì durante il suo mandato, il 5 maggio 2010. A differenza di Yar’Adua, prima di lasciare il paese Buhari ha formalmente trasferito i suoi poteri al vicepresidente Yemi Osinbajo.

«In Nigeria continua ad aleggiare l’esperienza del 2010», ha detto Antony Goldman, capo della società di consulenza di Londra PM Consulting, «anche per questo il governo si è impegnato a fare quello che non fu fatto nel 2010». Nel caso in cui Buhari non fosse in grado di proseguire il mandato, la costituzione nigeriana prevede che Osinbajo diventi presidente e scelga un nuovo vice. Questo però non ha fermato le voci riguardo alle manovre in atto da parte di alcuni politici nigeriani per la successione di Buhari, un ex comandante militare. Gli uffici della presidenza nigeriana hanno comunicato soltanto che Buhari si sta sottoponendo a dei controlli medici, senza dare ulteriori informazioni sul suo stato di salute.

Lunedì Buhari ha detto a Trump che la Nigeria ha bisogno di maggiore sostegno per affrontare una delle sue peggiori crisi, la battaglia contro il gruppo di miliziani islamisti di Boko Haram nel nordest del paese, dove migliaia di persone sono state uccise e oltre due milioni sono scappate dalle loro case, spingendo le Nazioni Unite a parlare del rischio di una crisi umanitaria su larga scala. Buhari, inoltre, sta affrontando anche altre difficoltà. Nonostante sul mercato ufficiale la Banca Centrale nigeriana mantenga il cambio con il dollaro a circa 315 naira, sul mercato nero la moneta nazionale è crollata raggiungendo un record negativo, 1 a 507 sul dollaro, in un periodo in cui gli investimenti stranieri scarseggiano e aumenta la mancanza di cambi con valute straniere. Il prezzo della benzina, che sembrava sul punto di scendere di due terzi, è invece aumentato di circa il 67 per cento da quando Buhari è diventato presidente.

Per la Nigeria, che è la seconda economia africana, il 2016 è probabilmente stato il primo anno di contrazione economica negli ultimi venticinque anni, mentre l’inflazione è ai livelli massimi da 11 anni a oggi. Dalla partenza di Buhari le azioni nigeriane sono scese del 4,6 per cento raggiungendo la quota più bassa in nove mesi. In generale quest’anno sono calate del 7 per cento, il risultato peggiore a livello mondiale tra i 96 indici rilevati da Bloomberg.

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«I timori potrebbero riguardare l’efficacia del governo», ha detto Olusegun Sotola, un ricercatore del centro studi di Lagos Initiative of Public Policy Analysis, «stando alla costituzione Osinbajo può fare quasi tutto, ma nella pratica le cose potrebbero stare diversamente».

Per attenuare i timori sullo stato di salute di Buhari il governo nigeriano ha diffuso alcune sue foto, mentre diversi membri del governo hanno riportato delle conversazioni avute con il presidente. «Il problema non è che il presidente sia fuori dal paese, visto che ha rispettato tutte le procedure costituzionali», ha detto Goldman, «il punto è quando il presidente tornerà nel paese per dimostrare di essere in salute e in grado di continuare il mandato».

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