“Moonlight” è piaciuto molto ai critici

Esce oggi, se la giocherà con "La La Land" agli Oscar: è costato poco, è diviso in tre episodi ed è ambientato nella periferia di Miami

(Da "Moonlight")
(Da "Moonlight")

Moonlight esce oggi nei cinema italiani e secondo le previsioni di chi se ne intende è il film che potrebbe giocarsi l’Oscar al Miglior film con La La Land, che resta comunque strafavorito. Moonlight è un film drammatico diviso in tre episodi che raccontano tre momenti nella vita di Chiron, un bambino nero (poi adolescente e uomo) cresciuto a Liberty City, un quartiere di Miami. Oltre a quello per il Miglior film, Moonlight è candidato ad altri sette premi Oscar  – regia, attore non protagonista, attrice non protagonista, sceneggiatura non originale, fotografia, montaggio e colonna sonora – e ha anche vinto il Golden Globe per il Miglior film drammatico; Mahershala Ali ha vinto invece il premio come Miglior attore non protagonista assegnato dallo Screen Actors Guild, il sindacato degli attori.

Per essere un film che potrebbe vincere l’Oscar più importante, e che è considerato in corsa per vincerne altri, Moonlight è atipico: il regista Barry Jenkins non aveva fatto cose famose, prima, e gli attori più noti – Mahershala Ali e Naomi Harris – lo sono solo relativamente. Ali – che ha parlato di questo personaggio come di quello che più gli manca tra tutti quelli che ha interpretato – è famoso soprattutto perché interpreta Remy Danton in House of Cards e per ruoli quasi mai da protagonista. Harris – che ha dovuto girare tutte le sue scene in tre giorni, perché è britannica e le sarebbe scaduto il visto – ha recitato in Spectre, Southpaw e Collateral Beauty. Moonlight è prodotto da A24 (una casa di produzione piccola ma che negli ultimi anni si è fatta notare per alcuni film molto apprezzati), è tratto dall’opera teatrale In Moonlight Black Boys Look Blue di Tarell Alvin McCraney (anche lui cresciuto a Liberty City) ed è costato cinque milioni di dollari in tutto: meno di quanto guadagna il solo attore principale di molti film statunitensi.

Com’è fatto il film

Nei primi minuti del primo episodio – il cui titolo è “Little” – Chiron (piccolo e timido) incontra Juan (il personaggio interpretato da Ali): uno spacciatore che cerca di aiutarlo, nonostante Chiron si rifiuti di parlargli. Si scopre poi che Chiron ha una vita piuttosto complicata e che tra le cause c’è la madre tossicodipendente (interpretata da Harris). Le uniche persone con cui Chiron va d’accordo sono Juan, Teresa (la fidanzata di Juan) e Kevin, un ragazzino della sua età. Negli episodi successivi – intitolati “Chiron” e “Black” – ritornano molti dei personaggi che si vedono in “Little”: la madre di Chiron è sempre interpretata da Harris; Chiron e Kevin sono invece interpretati da tre attori diversi. Quelli che interpretano Chiron sono, nell’ordine: Alex Hibbert, Ashton Sanders e Trevante Rhodes.

Moonlight è un film piuttosto lento, con poche parole; ma non è uno di quei film in cui non succede niente. C’è una trama, succedono cose. Dirne di più potrebbe però rovinare parte del piacere della visione. Tra chi ha scelto di parlarne svelandone il meno possibile c’è IMDb, che l’ha descritto come «una storia senza tempo di scoperta di se stessi e legame con gli altri» e un film che «racconta la storia di un ragazzo nero che lotta per trovare il suo posto nel mondo crescendo nella difficile periferia di Miami».

Le recensioni

Gli incassi del film sono stati buoni, considerando il suo basso costo: 20 milioni solo in Nordamerica. I giudizi degli spettatori altrettanto buoni: 8 su 10 su IMDb, con oltre 30mila voti, e 4,2 su 5 su Rotten Tomatoes. Le recensioni dei critici professionisti sono invece state ottime: non c’è film candidato agli Oscar del 2017 che, nel complesso, sia piaciuto di più. Sia Rotten Tomatoes che IMDb – i due siti di riferimento per i voti ai film – hanno un sistema per dare un punteggio che riassuma il totale delle recensioni dei critici più importanti. Su IMDb Moonlight ha preso 99 su 100 e il 98 per cento delle recensioni prese in considerazione da Rotten Tomatoes parlano del film in modo positivo.

Per trovare una delle poche recensioni negative tra le circa 200 prese in considerazione da Rotten Tomatoes bisogna finire sul sito australiano 3AW, il cui critico Jim Schembri ha scritto che «Moonlight perde mordente e nell’ultimo capitolo ha troppo poco da dire per trovare una conclusione drammaticamente soddisfacente. L’adulazione dei critici e le nomination che ha avuto lo rendono un concorrente al premio per il film più sopravvalutato dell’anno».

È molto più facile trovare recensioni positive, fatte da critici spesso entusiasti: Peter Debruge di Variety ha scritto che Moonlight «è un’opera d’arte socialmente consapevole, tanto essenziale quanto profonda»; David Rooney dell’Hollywood Reporter ha elogiato la fotografia e, più in generale, la bravura del film nel rispondere a una semplice domanda implicita ma evidentissima che il protagonista si fa: «Chi sono?». Joshua Rothkopf di Time Out New York ha scritto che Moonlight è il motivo per cui andiamo al cinema: «Per capire, per avvicinarci alle cose, per stare male, possibilmente in compagnia di qualcuno». Secondo Justin Chiang del Los Angeles Times, «Moonlight non dice molto, dice tutto». Tim Grierson di Screen International ha scritto che Moonlight «è ambizioso per la sua portata e preciso nell’esecuzione».

Moonlight è stato presentato a ottobre al Festival del cinema di Roma, dove la critica italiana ne parlò bene ma non bene quanto quella americana. Paolo Mereghetti, il famoso critico del Corriere della Sera, lo definì delicato, sensibile e senza «paura di mostrare le durezze della vita». Seppur tra i generali apprezzamenti, alcuni critici hanno detto di essere rimasti in parte delusi dalla sceneggiatura, che in certi casi evoca e non mostra né racconta. È invece davvero difficile trovare critiche alla recitazione, alla fotografia o al modo in cui i temi del film vengono fuori.

Intanto o subito dopo

Barry Jenkins è nero, ha 37 anni, è cresciuto a Liberty City e finora aveva diretto solo cortometraggi e un film poco noto: Medicine for Melancholy, romantico e drammatico, girato nel 2008 con un budget di circa 15mila euro.

In diverse occasioni Jenkins ha raccontato di apprezzare molto Wong Kar-wai, regista e produttore cinese che vive a Hong Kong e ha diretto, tra gli altri, Days of Being Wild, In the Mood for Love, Happy Together e The Grandmaster. Parlando di Hong Kong Express, un altro film di Wong Kar-wai, Jenkins ha detto di averlo molto apprezzato perché lo ha «risucchiato» ed era «stilisticamente diverso da ogni film che aveva visto fino a quel momento».

Partendo da quanto detto da Jenkins, Alessio Marcucci ha pubblicato su YouTube un video che mostra le cose di Moonlight che ricordano cose di Kar-wai.