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  • Mercoledì 8 febbraio 2017

Il nuovo romanzo di Salman Rushdie parlerà anche di Obama e Trump

Uscirà a settembre con il titolo “The Golden House”, racconterà la storia di un filmmaker americano e dei cambiamenti sociali degli Stati Uniti degli ultimi anni

(CHARLY TRIBALLEAU/AFP/Getty Images)
(CHARLY TRIBALLEAU/AFP/Getty Images)

Lo scrittore Salman Rushdie pubblicherà a settembre il suo 13esimo romanzo, intitolato The Golden House, che parlerà anche della politica americana degli ultimi otto anni, quelli della presidenza Obama. Rushdie, che è indiano naturalizzato britannico, è conosciuto soprattutto per il suo romanzo del 1988 I versetti satanici, che per via dei suoi riferimenti a Maometto – ritenuti blasfemi da alcune comunità musulmane – gli attirò una fatwa dichiarata dall’ayatollah Khomeyni, che condannò a morte Rushdie. Per questo ancora oggi Rushdie vive sotto protezione.

Jonathan Cape, l’editore di Rushdie, ha spiegato che The Golden House parlerà di «un giovane filmmaker americano il cui legame con una famiglia riservata e segnata da una tragedia gli insegnerà come diventare un uomo». Ma sullo sfondo della vicenda di finzione del romanzo si parlerà di molti importanti avvenimenti sociali e politici americani degli ultimi anni: il libro comincia con l’insediamento di Barack Obama nel 2008, e affronta il tema della crescita di consensi della destra ultraconservatrice, o del caso del Gamergate, il dibattito sulla rappresentazione delle donne nei videogiochi che fu segnato da estese minacce e abusi online verso le donne che erano intervenute.

Cape ha lasciato intendere che si parlerà anche dell’America di Donald Trump, definendo il libro «il romanzo definitivo sull’identità, sulla verità, sul terrore e sulle bugie» per «un nuovo ordine mondiale di verità alternative». L’ultimo romanzo di Rushdie è uscito nel 2015 con Mondadori, con il titolo Due anni, otto mesi & ventotto notti (cioè mille e una notti, in totale, come quelle della famosa raccolta di novelle mediorientali), che già conteneva riferimenti a Obama.