Anna Nicole Smith, morta giovane e celebre 10 anni fa

Fu trovata morta in albergo a 39 anni, dopo essere diventata famosa per le sue copertine e per il matrimonio con un uomo ricchissimo e 60 anni più vecchio di lei

Anna Nicole Smith ai World Music Awards a Las Vegas, nel 2004. (Amanda Edwards/Getty Images)
Anna Nicole Smith ai World Music Awards a Las Vegas, nel 2004. (Amanda Edwards/Getty Images)

L’8 febbraio 2007, dieci anni fa, nella camera 607 dell’Hard Rock Hotel della Hollywood che sta in Florida fu trovata morta la modella e attrice Anna Nicole Smith, una delle celebrità americane più conosciute e discusse dello scorso decennio. Smith, si scoprì settimane dopo, aveva assunto una dose eccessiva di diversi farmaci, che prendeva per la depressione: la sua vita, costantemente raccontata dai mass media, era stata segnata da episodi controversi e comportamenti criticati dai giornali, da eterne cause legali e soprattutto da gravi lutti. Nonostante qualche ruolo nel cinema e una prestigiosa carriera da modella, in un certo senso divenne famosa soprattutto perché era famosa: per reality show falliti su se stessa, per uno dei matrimoni più discussi degli anni Novanta, per il suo stile appariscente e per le sue eccentriche apparizioni in pubblico. Era nata il 28 novembre 1967 con il nome di Vickie Lynn Hogan, e quando morì aveva 39 anni.

Smith crebbe in Texas, con la madre e la zia. Lasciò la scuola dopo il secondo anno di high school, e cominciò a lavorare come cameriera in un locale di pollo fritto. Qui conobbe il cuoco sedicenne Billy Wayne Smith, che sposò nel 1985: i due ebbero un figlio l’anno successivo, e si separarono l’anno dopo ancora. Smith, che aveva 19 anni, si trasferì a Houston e cominciò a lavorare come spogliarellista. Nell’ottobre del 1991, quando ancora era sconosciuta, conobbe in uno strip club di Houston J. Howard Marshall, un ricchissimo magnate petrolifero di 86 anni, e i due iniziarono una relazione. Nel 1992 rispose a un annuncio di Playboy, e fu notata da Hugh Hefner – il leggendario fondatore della rivista – che la mise sulla copertina del numero di marzo di quell’anno.

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Dopo la copertina di Playboy, Smith firmò un contratto con Guess rimpiazzando Claudia Schiffer, e cambiò il suo nome in Anna Nicole Smith. La sua carriera decollò molto in fretta, con campagne pubblicitarie per H&M (con le quali si fece conoscere in Europa) e copertine di alcune delle più importanti riviste di moda americane. La sua somiglianza con altre famosissime modelle e attrici bionde del passato, come Marylin Monroe o Jayne Mansfield, la rese in fretta molto richiesta, e nel 1993 fu eletta Playmate of the Year. Il New York Magazine nel 1994 usò una sua foto per illustrare in copertina un articolo intitolato “White Trash Nation”, sostanzialmente contro tutto quello che Smith rappresentava. Smith fece causa alla rivista, accusandola di averla ingannata: pensava che il senso delle foto per le quali aveva posato fosse diverso.

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Intanto il 27 giugno del 1994 Smith sposò Marshall, dopo molte insistenze di lui e dopo aver divorziato dal suo precedente marito. Lui aveva 89 anni, lei 26: ormai Smith era una celebrità, e il matrimonio di una bellissima modella con un ricchissimo imprenditore di 60 anni più vecchio non poteva essere materiale migliore per i giornali di gossip e in generale per i mass media americani. Un anno dopo il matrimonio, Marshall morì: Smith disse che quando era in vita le aveva promesso a voce una parte della sua eredità, che ammontava a oltre 6 miliardi di dollari. Dovette però scontrarsi con il figlio di Marshall, che già aveva litigato con il padre dopo il suo matrimonio con Smith. Iniziò una lunghissima e discussa causa legale, che durò ancora dopo la sua morte e che vide susseguirsi una serie di sentenze e ricorsi che premiarono entrambe le parti. Il caso arrivò perfino alla Corte Suprema, e coinvolse anche l’amministrazione Bush che decise di intercedere in favore di Smith offrendo consulenza legale. L’ultima sentenza sul caso è arrivata nel 2014, contro le richieste di Smith che sono diventate quelle di Howard K. Stern, l’avvocato che seguì Smith e che la modella iniziò a frequentare durante la causa.

Smith fece anche alcune apparizioni nel cinema, nel film dei fratelli Coen Mister Hula Hoop e in Una pallottola spuntata 33⅓, senza però riuscire davvero a cominciare una carriera da attrice. Negli anni Duemila la sua celebrità divenne legata soprattutto alle sue apparizioni televisive: ebbe un programma suo sul canale E!, ispirato al reality show sulla famiglia degli Osbourne e intitolato The Anna Nicole Show. Il programma, che raccontava la sua vita privata, ebbe inizialmente un grande successo, che però si perse in fretta: fu rinnovato per una seconda stagione, e poi cancellato. Nel 2003 disse al talk show di Conan O’Brien che la sua dieta consisteva essenzialmente di pollo fritto: seguirono delle critiche per il suo essere ingrassata, a cui lei rispose diventando testimonial di una marca di prodotti per dimagrire. L’anno dopo andò ospite di Jay Leno per dire che aveva perso 30 chili. Lo stesso anno partecipò ai Billboard Awards: salì sul palco per presentare Kanye West, ma era visibilmente ubriaca o sotto l’effetto di sostanze, e ne uscì un discorso sconclusionato e bizzarro. I suoi rappresentanti dissero che era stanca per un allenamento particolarmente faticoso. L’anno dopo, agli MTV Australia Video Music Awards, si tolse la maglietta rimanendo a seno nudo – coperto da due loghi di MTV – per imitare il famoso incidente di Janet Jackson.

Smith partorì la sua secondogenita nel settembre del 2006 alle Bahamas, dove viveva da un anno con Stern: anche in questo caso, cominciò una lunga questione legale ampiamente raccontata dai tabloid americani. Lei disse che il padre era Stern, ma altre persone sostennero di avere avuto relazioni con lei e di essere i veri padri: Larry Birkhead, fotografo di celebrità, Alexander Denke, una sua guardia del corpo, e Frédéric Prinz von Anhalt, marito della star americana Zsa Zsa Gabor e identificato spesso dai giornali come duca di Sassonia. Il New York Daily News pubblicò anche una falsa storia secondo la quale Smith aveva congelato lo sperma di Marshall, che quindi era il padre di sua figlia. Alla fine la questione andò in tribunale, e un test del DNA stabilì che il padre era Birkhead.

Tre giorni dopo la nascita della figlia di Smith, il suo primo figlio, Daniel, allora ventenne e al quale era molto legata, morì in circostanze misteriose mentre era alle Bahamas per assistere la madre durante il parto. Fu poi chiarito che Daniel Smith era morto per un’assunzione eccessiva di farmaci. Un paio di settimane dopo, Smith e Stern si sposarono in una cerimonia non ufficiale. Quando fu ritrovata nella camera d’albergo in Florida, aveva undici farmaci diversi in corpo, la maggior parte dei quali erano stati prescritti a suo marito. Nonostante le speculazioni sui giornali, la morte non fu dichiarata sospetta, ma accidentale.