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  • Giovedì 2 febbraio 2017

La Cassazione è a favore delle trascrizioni dei matrimoni gay

Ha respinto il ricorso di un comune in provincia di Avellino che non voleva trascrivere il matrimonio celebrato fra due donne in Francia

Una foto di Giuseppina La Delfa (a sinistra, col megafono), tratta dal suo profilo Facebook
Una foto di Giuseppina La Delfa (a sinistra, col megafono), tratta dal suo profilo Facebook

In una sentenza del 31 gennaio la Corte di Cassazione ha rifiutato il ricorso di un comune in provincia di Avellino che cercava di fare annullare la trascrizione di un matrimonio fra due donne celebrato in Francia. Già nel 2016 la Corte di Appello di Napoli aveva obbligato il comune in questione, quello di Santo Stefano del Sole, a trascrivere nei registri di stato civile il matrimonio fra Giuseppina La Delfa e Raphaelle Hoedts (Hoedts è francese, La Delfa ha doppia cittadinanza italiana e francese): il comune però si era opposto, e il caso era arrivato in Cassazione. È una sentenza molto importante: la Cassazione ha preso sostanzialmente una posizione a favore della trascrizione, e gli attivisti per i matrimoni gay sperano che in futuro arrivino altre sentenze di questo tipo.

In Italia si parla da tempo della trascrizione nel registro civile di matrimoni celebrati all’estero. Nel 2014 l’allora sindaco di Roma Ignazio Marino aveva trascritto nei registri di stato civile i matrimoni celebrati all’estero di 16 coppie gay che ne avevano fatto richiesta al Comune. Era la prima volta che succedeva a Roma, ma la decisione di Marino seguiva una soluzione simile già adottata in passato a Milano e Bologna, in base a quel principio di reciprocità per cui due persone sposate in Spagna o in Regno Unito sono sposate anche in Italia, e viceversa (lo stesso mantenuto dalla Corte di Appello di Napoli, nel 2016, per il matrimonio di Avellino).

L’allora ministro degli Interni Angelino Alfano però aveva espresso parere contrario sui matrimoni gay, sostenendo che le trascrizioni simili a quelle fatte dal sindaco di Bologna sono contrarie alla legge italiana e non hanno validità giuridica. Alfano aveva anche fatto circolare un documento tra tutti i prefetti, affinché venissero annullate eventuali trascrizioni nei registri di stato civile di matrimoni gay celebrati all’estero. La questione era stata portata al TAR del Lazio, che in una sentenza del marzo 2015 ha stabilito che l’annullamento delle trascrizioni nei registri comunali dei matrimoni tra persone dello stesso sesso celebrati all’estero può essere disposto solo dall’autorità giudiziaria ordinaria (quindi da un tribunale) e non dal ministro dell’Interno o dal prefetto. Con la sentenza di oggi, però, sembra che la Corte di Cassazione – cioè il tribunale di ultima istanza – abbia deciso a favore delle trascrizioni, e contro il parere dell’allora ministro Alfano. Il comune di Santo Stefano del Sole è anche stato condannato a pagare seimila euro di spese processuali.

La sentenza è stata commentata positivamente da diverse associazioni per i diritti LGBT e anche da Monica Cirinnà, la senatrice del Partito Democratico che ha promosso la legge sulle unioni civili. Anche una delle due donne coinvolte nel caso di Avellino, Giuseppina La Delfa, è un’attivista locale per i diritti LGBT: poco dopo la sentenza, ha festeggiato così sul suo profilo Facebook.