Chi era John Hurt

Era uno degli attori britannici più ammirati, noto soprattutto per "Elephant Man" e Harry Potter

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(Anthony Harvey/Getty Images for BFI)

John Hurt, famoso attore britannico di televisione, teatro e cinema, è morto il 27 gennaio 2017, a 77 anni. Da tempo era malato di cancro, anche se non aveva smesso di recitare. Nella sua carriera ha lavorato a decine di film e opere teatrali: i film per cui è più famoso sono sicuramente The Elephant Man – dove interpretava il protagonista John Merrick – Alien, e quelli della saga di Harry Potter, in cui ha recitato nel ruolo del venditore di bacchette Garrick Ollivander. Uno degli ultimi film a cui ha partecipato è stato Jackie, il film biografico su Jackie Kennedy con Natalie Portman. Nella sua carriera ha ricevuto moltissimi premi, fra cui due nomination all’Oscar – oltre che per The Elephant Man, per Fuga di mezzanotte di Alan Parker – un Golden Globe e diversi BAFTA, i principali premi cinematografici e televisivi britannici.

Hurt era nato nel 1940 a Shirebrook, una piccola città abitata soprattutto da minatori, nel Derbyshire, in Inghilterra: era il terzo dei tre figli di una ex attrice e di un matematico. All’inizio studiò arte, ma già prima dei vent’anni si interessò alla recitazione. Studiò alla Royal Academy of Dramatic Art e a 22 anni iniziò a recitare a teatro. Nello stesso anno recitò anche nel suo primo film: The Wild and the Willing, un dramma romantico sulla vita di alcuni studenti universitari. Negli anni Sessanta e Settanta alternò cinema e teatro: recitò in alcune opere scritte da Harlod Pinter e interpretò anche Romeo in Romeo e Giulietta. Divenne però famoso soprattutto grazie alla tv, recitando in The Naked Civil Servant, un adattamento dell’autobiografia dello scrittore, modello e attore Quentin Crisp e vincendo un Emmy e un premio ai British TV Awards. Tra il 1978 e il 1980 recitò in tre dei suoi film più famosi: Fuga di mezzanotte, Alien The Elephant Man. Ha avuto quattro mogli e due figli dalla sua terza moglie.

Al di là di Harry Potter e The Elephant Man, Hurt fu soprattutto un attore straordinario, con un curriculum di parti importanti in una varietà straordinaria di film memorabili: Un uomo per tutte le stagioni, Fuga di mezzanotteI cancelli del cielo, Alien, ScandalV per Vendetta, per dare un’idea. La sua voce, da attore di teatro della sua generazione, è stata usata in molte occasioni, illuminandole di qualcosa di speciale: noi qua, purtroppo, non ce le siamo godute.

Hurt è stato soprattutto un attore drammatico, ma ha anche recitato in alcune commedie (disse che ogni tanto, dopo troppi film drammatici, gli piaceva fare qualcosa di più leggero). Il suo ruolo comico più famoso è in Balle spaziali, una parodia di Star Wars e di altre saghe di fantascienza, tra cui anche Alien. In Balle spaziali c’è una scena in cui attraverso un personaggio interpretato da Hurt si prende in giro una delle sue scene più famose, in Alien.

Più di recente, Hurt aveva interpretato il dittatore totalitario Adam Sutler in V per vendetta, il film del 2005 tratto da un famoso graphic novel di Alan Moore. Nel 1984 Hurt aveva invece interpretato il ruolo del protagonista Winston Smith in Orwell 1984, diretto da Michael Redford. Sia Orwell 1984 che V per vendetta sono ambientati in un futuro distopico: nel primo Hurt interpretò un normale cittadino che prova a ribellarsi, nel secondo il principale simbolo e detentore del potere.

Il 23 febbraio uscirà in Italia Jackie – il film di Pablo Larraín sui giorni di Jackie Kennedy dopo la morte del marito – in cui Hurt ha interpretato Richard McSorley, un amico di famiglia dei Kennedy. Nei prossimi mesi uscirà un altro paio di film in cui Hurt aveva recitato nell’ultimo periodo. Tra questi c’è anche Darkest Hour, un film su Winston Churchill in cui Hurt interpreta Neville Chamberlain, primo ministro del Regno Unito tra il 1937 e il 1940.

Parlando del suo lavoro, Hurt disse che la recitazione è solo un modo più sofisticato di giocare a cowboy contro indiani: «È il mio modo per smorzare tutte quelle cose pretenziose che si dicono sulla recitazione», disse. «Quello che intendo è che se fingi abbastanza bene, il pubblico ti crede». Hurt disse anche: «Davanti a una cinepresa cerchi di fare piccole cose, gesti rivelatori che spieghino cose, sperando che il regista, e la cinepresa, ci facciano caso».